Isonzo ostacolo per i ciclisti: ipotesi nuovi ponti e gallerie a Gorizia
L’attraversamento dell’Isonzo è uno dei punti neri della viabilità ciclabile a Gorizia. Spazio fisico non c’è per realizzare tracciati su sede propria, sfruttando l’attuale viabilità. E, allora, è stato messo a punto un piano da 8.450.000 euro (ancora da finanziare) per realizzare ponti e sottopassi dedicati.
È un’operazione ambiziosa quella prefigurata dal Biciplan, redatto dal progettista Daniele Orzan. «Non è una progettazione esecutiva ma una proposta per dare continuità alle ciclopiste - spiega l’assessore comunale alla Mobilità, Francesco Del Sordi -. Si tratta ora di individuare le risorse: peraltro, fra le tante e importanti finalità, il Biciplan serve per ottenere contributi».
In particolare, quello del ponte VIII Agosto è un tema di grande rilievo che si sovrappone ad altri: il collegamento al quartiere della Madonnina del Fante e Lucinico, l’ingresso alla città, la ciclovia Fvg3. Partendo dallo stato di fatto della rete viaria, si rileva che il collegamento diretto da piazzale Saba a piazza San Giorgio, richiede l’attraversamento di 3 rotatorie interessate da flussi ingenti di traffico. A ciò si aggiunge l’attraversamento del ponte VIII Agosto e del viadotto Ragazzi del ‘99. «Inoltre, i tratti viari del collegamento, tutti su strade di classe “interquartiere”, non hanno larghezza sufficiente per la realizzazione di piste ciclabili in sede propria. Sono tutte criticità fortemente disincentivanti l’uso della bici», avverte Orzan.
In linea con il Piano regionale per la mobilità ciclistica (Premoci), il Biciplan prevede una soluzione strutturale a tali criticità, basata sulla previsione di un nuovo ponte ciclopedonale sull’Isonzo da realizzarsi a fianco al ponte della ferrovia. Utilizzando il tracciato della ciclovia regionale, si creerebbe un collegamento lineare e diretto tra Lucinico e la stazione Fs di Gorizia su sedime proprio. Non solo. Il tracciato dell’itinerario ciclabile, per proseguire parallelo alla ferrovia, richiederebbe opere di ampliamento del rilevato esistente e l’eventuale sbancamento del pendio del Calvario, limitatamente allo spazio necessario al sedime ciclopedonale.
«Per quanto riguarda la Sr117 (ex 56 bis) non si rileva la possibilità sulla viabilità esistente di realizzare un itinerario ciclabile in sede propria: condizione ritenuta essenziale, date le caratteristiche dell’asse viario e del traffico che lo percorre», aggiunge il progettista. In alternativa, il piano propone un nuovo ponte da realizzarsi a Nord del ponte esistente sulla 117. La proposta è motivata dall’esigenza di collegare l’abitato di Lucinico e la ciclovia Fvg5 ai quartieri di Sant’Andrea e Campagnuzza, ove insiste la zona industriale. Per il superamento della ferrovia (linea Udine-Trieste), il progettista prevede un sovrappasso ciclabile e pedonale a servizio dell’itinerario, funzionale a creare un collegamento breve tra la Campagnuzza e la parte di città a Nord dei binari.
Quest’opera permetterà a bici e pedoni di raggiungere direttamente piazzale Martiri della Libertà d’Italia (polo intermodale) e via Caduti di An Nasiriyah e viceversa, evitando i nodi critici di piazzale Divisione Mantova e piazzale Saba. Gli altri superamenti della linea ferroviaria individuati da piano riguardano: via Concordia, la ciclovia Fvg3 (alternativa al sottopasso Baruzzi), e l’itinerario Itp04. Il sottopasso di via Concordia a Lucinico, risulta funzionale al collegamento della ciclovia Fvg3 con l’itinerario Itp11. Il sottopasso esistente andrà riqualificato e reso idoneo al passaggio dei cicli. Il sottopasso Baruzzi presenta, infatti, «una sezione tale da non consentire idonei spazi per le biciclette». Viene, pertanto, proposta la realizzazione di un nuovo sottopasso ciclopedonale da realizzarsi a Est dell’esistente, mediante foratura del rilevato ferroviario. Il sottopasso di previsione andrebbe a costituire il tratto di intersezione tra la ciclovia Fvg3 e la Fvg5.
Chiudendo il cerchio, le previsioni riguardano le grandi opere necessarie a superare le barriere fisiche o infrastrutturali esistenti sul territorio come il fiume Isonzo, la ferrovia e il raccordo autostradale Villesse-Gorizia «per creare collegamenti ciclabili e pedonali tra le parti di città», si legge chiaramente nel Piano sulla ciclabilità. —