L’annuncio di Regione e Asugi: «Benefit ai medici che decidono di aprire a Gorizia il loro ambulatorio»
Bandi a getto continuo per individuare medici di medicina generale provvisori. Benefit, di carattere economico ma anche sul versante organizzativo, per favorire la loro decisione di venire a lavorare a Gorizia. Potenziamento degli infermieri di comunità. Assunzioni per il nuovo ospedale e la nuova casa di comunità che si sta realizzando nell’area dell’ex Pneumologico.
Queste - in sintesi - alcune delle risposte dell’assessore regionale alla Sanità Riccardo Riccardi e del direttore generale di Asugi Antonio Poggiana per cercare di venire a capo della tragica carenza di medici di medicina generale a Gorizia. Se ne è parlato, ieri sera, nel corso della tanto attesa seduta monotematica del Consiglio comunale dedicata ai nodi della sanità. L’aula si è subito affollata ma con numeri contingentati (43 i posti a sedere). Un’ampia fetta di pubblico è rimasta fuori per l’impossibilità di accedere. «Motivi di sicurezza», è stato spiegato. E non deve averla presa bene chi è rimasto all’esterno perché, ad un certo punto, si sono uditi fischi in direzione della sala consiliare.
In apertura dei lavori, il sindaco Rodolfo Ziberna ha comunicato l’intenzione del Comune di far riservare ad Ater appartamenti (di proprietà comunale) da destinare ad ambulatori per i medici di famiglia.
Dopo l’illustrazione della mozione da parte di Andrea Picco (NoiMiNoalstriGo!), Marco Rossi (Pd) e Rosy Tucci (Gorizia è tua) la parola è passata al dg Poggiana. Le domande sono state molteplici da parte dell’opposizione (la maggioranza non è intervenuta) ma quella di ieri era, piuttosto, la seduta delle risposte. Poggiana ha ripercorso la situazione parlando di «carenza importante di medici di medicina generale». Ha annunciato benefici economici e strutturali per incentivare l’arrivo dei medici con incarico provvisorio: benefici oggetto di accordi sindacali. «Asugi – ha detto – è riuscita ad attivare 15 incarichi provvisori su 13 pensionamenti e ciò ha portato alla chiusura di alcuni Asap nel Monfalconese. Sia chiaro: tali ambulatori sono l’ultima ratio e non sono un cambiamento di paradigma». Riguardo alla casa e all’ospedale di comunità, il dg ha annunciato che il personale sarà dipendente di Asugi: in parte arriverà grazie a una riorganizzazione degli attuali servizi, in parte attraverso nuove acquisizioni. «E si procederà a un potenziamento degli infermieri di comunità».
Sempre Poggiana non ha evaso la domanda su quando chiuderanno gli Asap «perché è impossibile fare una previsione. Non l’ho evasa perché c’è un disamore verso le professioni sanitarie, la nostra Azienda lo subisce questo problema». Il direttore generale ha anche parlato di un miglioramento dei tempi di attesa pur nella difficoltà di reclutare medici e professionisti sanitari. «Ad esempio, si fa una fatica bestiale a trovare dermatologi», ha aggiunto. È stato anche annunciato nuovo slancio verso la sanità transfrontaliera ma è stata esclusa la possibilità di accordi con la Slovenia sui medici di base perché la situazione - è stato detto - è ancora peggiore oltreconfine riguardo al numero di professionisti a disposizione.
A tirare le conclusioni è stato l’assessore Riccardi. Ha ammesso come questo sia il momento più difficile della storia della sanità del Paese. «Sono nodi che arrivano al pettine. La verità è che è stata sbagliata la programmazione del numero di medici e professionisti ma non oggi. È un problema che affonda le radici negli anni passati. Tante volte, si è deciso di non decidere per non scontentare fette di popolazione». Poi, ha puntato il dito «sull’approccio ideologico di tutte le parti politiche in tema sanitario» che «non deve esserci su un tema così importante». Riccardi ha rammentato anche come in Bilancio sono stati inseriti 185 milioni in più rispetto all’anno passato. Entrando nel merito dei medici di base ha affermato quanto sia necessario «rivedere gli accordi con la medicina generale» e ha annunciato che la Regione «non chiuderà nessun ospedale ma non tutti i nosocomi possono fare la stessa cosa. Occorre specializzarsi. Non abbiamo la bacchetta magica e non si risolvono i problemi andando in piazza».
Una volta che Riccardi è uscito dall’aula, il Consiglio è continuato con diversi (nuovi) interventi dei consiglieri di opposizione. —
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