Nuovo capo della Procura di Trieste, indicata Patrizia Castaldini
Patrizia Castaldini a capo della Procura di Trieste. È lei il magistrato proposto dalla quinta sezione del Csm al plenum dello stesso Consiglio superiore della magistratura come nuovo procuratore della Repubblica del capoluogo giuliano per ricoprire il ruolo rimasto vacante dopo il pensionamento di Antonio De Nicolo.
Un nome proposto all’unanimità e che proprio alla luce di questo dovrebbe essere semplicemente ratificato dal plenum nelle prossime settimane.
Ferrarese di origine, Castaldini a gennaio compirà 61 anni, metà dei quali trascorsi in magistratura. Alle spalle, infatti, una lunga esperienza: prima come pubblico ministero in Calabria, dove si è occupata dei reati di mafia e contro la pubblica amministrazione.
Dopo gli esordi al Sud, dal 2001 al 2018, Patrizia Castaldini è tornata nella propria terra d’origine. A Ferrara ha seguito diverse inchieste delicate: dai reati a sfondo sessuale agli illeciti fiscali. Uno dei casi più importanti di cui si è occupata è il crac Carife, nei confronti degli ex amministratori della Cassa di Risparmio di Ferrara, la banca finita in risoluzione nel 2015, per l'aumento di capitale da 150 milioni realizzato nel 2011.
Non solo: a Ferrara è stata anche facente funzioni in assenza del procuratore capo. Una figura di cui ha fatto le veci, dunque, fino a quando quel ruolo è diventato suo.
La nomina a procuratore capo è arrivata nel 2018, anno in cui il Consiglio superiore della magistratura le ha assegnato la guida della Procura della Repubblica di Nuoro.
Nella nuova veste si è trovata a indagare su una delle pagine più dolorose della storia recente della Sardegna: l’alluvione di Bitti del 28 novembre 2020. Quel giorno una bomba d’acqua e fango travolse il comune di 2.500 abitanti situato nella regione storica della Barbagia.
Tre le vittime e danni per 40 milioni di euro. Castaldini aveva aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di disastro colposo per chiarire eventuali responsabilità della tragedia.
Adesso per il magistrato ferrarese si apre un nuovo capitolo a Nord Est, come procuratore capo a Trieste. Sulla nomina non dovrebbero esserci sorprese, dal momento che la quinta sezione del Csm l’ha votata all’unanimità. A questo punto resta solo da attendere la ratifica del plenum e le tempistiche dell’insediamento.
Il suo arrivo sarà una boccata d’ossigeno per gli uffici della Procura, che negli ultimi sei mesi hanno dovuto far fronte all’assenza della figura apicale.
Antonio De Nicolo ha lasciato lo scorso giugno, dopo 43 anni di servizio. Prima di appendere la toga al chiodo si era detto preoccupato per la recente ondata di violenza e criminalità minorile che ha investito la città: «C’è una recrudescenza» aveva ammesso.
Un fenomeno con cui dovrà fare i conti il suo successore, che erediterà il clamoroso caso Unabomber, recentemente riaperto a 16 dall’ultimo attentato dinamitardo.
E il caso Resinovich. Un altro aspetto da monitorare è il rischio di infiltrazioni mafiose. Fino all’arrivo del nuovo procuratore capo, continuerà a essere il pm Federico Frezza a fare da facente funzioni, essendo il più “anziano” tra i sostituti procuratori. —
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