L’anima urban e pop di Lowrah: «Il lavoro inizia dopo X Factor»
TRIESTE «L’ossessione batte il talento» è il suo motto. «La musica per me è tutto - aggiunge - non riesco a farne a meno, per me è positività, non c’è spazio per odio, cattiverie o bad vibes». Lowrah è stata eliminata al quinto live di X Factor, dopo aver presentato anche il suo inedito “Malasuerte”. Al secolo Laura Fetahu, Lowrah è una cantante, performer e cantautrice 23enne di origini albanesi, nata a Pordenone, oggi vive a Brugnera: «Amo follemente – dice l’artista – la mia regione, il Friuli». Il suo progetto è quello di portare in Italia il genere urban, pop e soul, cantando e rappando in diverse lingue. Sabato scorso ha incontrato il pubblico triestino nel negozio Sky in Via San Lazzaro per un “meet&greet”: erano in tanti in fila per un selfie, tra tutti un bambino di sette anni con scritto sulla maglietta (citando il testo del singolo di Laura): “Sono io il tuo principe zarro”. «È bello – commenta – arrivare così anche ai più piccoli, che sono puri e sinceri. E Trieste è una città favolosa, mi sento a casa».
I primi passi nella musica?
«Ho cominciato a cantare grazie al mio prof delle medie Vittorio Pavan, polistrumentista e direttore d’orchestra, muovendomi nei teatri del Triveneto. Per quattro anni ho avuto anche una band».
Poi?
«Ho vissuto in Albania due anni, sono stata chiamata a presentare un mio inedito in un programma televisivo ma è subentrata la pandemia, sono rimasta bloccata e tutto si è complicato. Un produttore discografico di Tirana mi ha chiamato e ho lavorato lì, anche come autrice per altri cantanti. A quel punto ho messo a fuoco quello che volevo fare».
Il segreto per farcela?
«Non basta essere bravo a cantare, conta molto la determinazione, la costanza. Devi essere un po’ ossessionato. La mia fame si è perfino triplicata».
Sembra la concorrente ideale di X Factor: oltre alla voce, sa muoversi, stare in tv, ha un’immagine forte.
«Negli ultimi due anni ho lavorato come performer e vocalist in giro per Italia e l’Europa con il format “Mamacita”, ci sono dj, ballerini… ho appreso molto».
È entrata nella squadra di Paola Iezzi, ma anche Manuel Agnelli e Jake La Furia la volevano.
«Solo Achille Lauro mi ha studiato un attimo. Con Paola il rapporto è stato unico, sembra che ci conosciamo da una vita, mi ha accompagnata come una sorella maggiore nel percorso».
In questa edizione i giudici sembrano molto compatti, è così?
«Sono in sintonia, si percepisce serenità tra loro, si rispettano e questo si riflette su di noi».
Qual è la performance di cui è più soddisfatta?
«Nel secondo live: “Man Down” di Rihanna».
Il momento dell’eliminazione sembra un po’ sadico. Come l’ha vissuto?
«Sin dall’inizio, mentalmente, l’ho vissuta come una competizione con me stessa, non con gli altri. Anche se sei nel frullatore, ero lì serena, per imparare. Il vero lavoro inizia fuori».
A Brugnera come l’hanno accolta?
«Parenti, amici con cartelloni, striscioni… La famiglia per me è la cosa più importante».
Stasera in Piazza Plebiscito a Napoli, in finale di X Factor, ci sarà una sola ragazza, Mimì (assieme a Patagarri, Les Votives, Lorenzo Salvetti). Come mai?
«L’Italia è rimasta indietro. Quando vedono una donna sicura di sé, che sul palco cerca di dare tutto, che magari rappa, fanno fatica a capirlo. Si parla tanto di femminismo ma sono le donne stesse, anche mamme, a criticarti». —