Alcaraz tra esibizioni e NBA: “Prima o poi vincerò anche l’Australian Open”
Carlos Alcaraz dopo l’amaro epilogo in Coppa Davis, nell’ultima di Rafa Nadal, è già proiettato alla prossima stagione: in particolare il suo sguardo è rivolto al primo Slam della stagione. Quell’Australian Open che non è stato sinora foriero di molte soddisfazioni: nel 2023 ha dovuto perfino dare forfait, due anni fa l’eliminazione al quinto set nel terzo turno con Berrettini, la scorsa stagione la cocente sconfitta ai quarti per mano di Zverev.
Esibizioni con Shelton e Tiafoe, al Maddison Square Garden per godersi la finale di NBA Cup
Nonostante le ultime esperienze Down Under siano state negative, naturalmente non in senso assoluto ma rapportandole con il livello di ambizioni di un campione del suo calibro non possono essere di certo positive, Carlitos continua ad essere convito dei suoi mezzi: “Sono sicuro che prima o poi diventerò campione in Australia. Speriamo che sia quest’anno, o meglio l’anno prossimo (sorridendo)”, ha dichiarato il tennista spagnolo in una conferenza con alcuni giornalisti presenti a New York dove ha partecipato a un’esibizione contro Ben Shelton nel leggendario Madison Square Garden, nell’ambito della Garden Cup dove si affronteranno anche Jessica Pegula ed Emma Navarro. I quattro tennisti statunitensi ne hanno approfittato per godersi una serata al MSG da semplici spettatori assistendo alla finale della NBA Cup tra i padroni di casa, i New York Knicks e gli Orlando Magic. La seconda tappa della Garden Cup prevede un secondo match di esibizione contro Frances Tiafoe sabato 7 dicembre a Charlotte.
L’Australia, l’off-season e il sodalizio Djokovic-Murray
Il quattro volte vincitore Slam ha inoltre aggiunto che la parte di stagione australiana è sicuramente la più “impegnativa” dell’anno poiché a Melbourne tutti i giocatori si presentano con lo stesso livello di condizione fisica, una forma agonistica appuntita durante le settimane dei carichi di lavoro svolti nell’off-season, dal momento che tutti sono pronti “a vendere cara la pelle e mettere sul tavolo tutte le loro carte perché vogliono mostrare il duro lavoro fatto e dimostrare che porti a un buon risultato“.
Alcaraz ha però dichiarato di non aver minimamente preso in mano la racchetta nella settimana e mezza di vacanza che si è concesso in Spagna con la sua famiglia, e con i suoi amici a Punta Cana – località in Repubblica Dominicana – il che lo ha aiutato a disconnettersi per un po’ dalla sua professione e potersi ricaricare a dovere disponendo di maggiore energia, “riposare sia mentalmente che fisicamente è fondamentale“, per quando riprenderà la sua attività a pieno regime. Il due volte Re di Wimbledon ha anche svelato cosa preveda il suo programma da qui alle prossime settimane: trascorrerà l’intero mese di dicembre ad allenarsi all’accademia di Ferrero, dove si allenerà anche con Jack Draper, oltre naturalmente a trascorrere il Natale in famiglia. Tuttavia, il focus è ben chiaro. La volontà di completare il Carreer Grand Slam è lampante: “Per me è molto importante vincere l’unica prova Slam che non sono ancora riuscito a conquistare“.
Dopo aver affrontato tematiche riguardanti le sue prospettive, i suoi obiettivi e la strutturazione della programmazione per il 2025, i giornalisti hanno spaziato tra i temi più caldi del circuito e non poteva dunque non giungere puntuale la domanda sulla collaborazione tra Murray e Djokovic: “Novak ha trovato l’allenatore giusto, Andy aveva uno stile molto simile“. Carlos ha poi scherzato “E’ come se giocassero contro” per concludere “Sarà incredibile per il tennis“.
Nuova figura ‘tecnica’ nello staff: l’ex allenatore di Carreño Busta
Guardando sempre al 2025, vale la pena evidenziare che Alcaraz ha ampliato il suo team ingaggiando l’ex coach di Pablo Carreño Busta, Samuel López, che considera “uno dei migliori allenatori al mondo” e che farà da vice a Mosquito: “Si fidano completamente l’uno dell’altro, al 100%, – parlando di López e Ferrero – e poter viaggiare con entrambi per me sarà fantastico. Penso che crescerò ulteriormente come giocatore grazie alla loro collaborazione“.
Questa decisione però, come ci tiene a precisare Carlos, non vuole in alcun modo intaccare la figura di Ferrero. Juan Carlos è stato di cruciale importanza affinché Alcaraz potesse intraprendere il suo attuale percorso, ha iniziato ad allenarsi con lui quando aveva appena 15 anni: “La persona e il giocatore che sono in questo momento li devo solo ed esclusivamente a lui. Lo ammiro profondamente sia come professionista sia come uomo. Naturalmente il rapporto con Juan si è evoluto nel corso degli anni. Adesso ho 21 anni ed è fisiologico che mi ascolti molto di più, che tenga in maggiore considerazione la mia opinione. Quando avevo 16 anni non potevo dire nulla, dovevo solo avere la bocca chiusa e le orecchie aperte (sorride). Ora ho la possibilità di prendere più decisioni“.
L’ammirazione di Shelton
Shelton, di un solo anno più vecchio dello spagnolo, ha detto – anche lui intervistato in occasione della Garden Cup – che Alcaraz è “in assoluto il tennista con cui preferisco condividere il campo, amo la sua creatività e in generale il suo stile di gioco. Ogni volta che giochiamo contro, si sente la folla impazzire da entrambe le parti. È una di quelle partite che mi piace particolarmente disputare“.