La Brigata Pozzuolo torna in Libano: l’unità militare friulana da fine gennaio presidierà il settore ovest di Unifil
Per la settima volta dal 2006, la Brigata di Cavalleria del Pozzuolo del Friuli di Gorizia si appresta ad andare in missione in Libano al comando del Settore Ovest della missione Unifil. Darà il cambio verso la fine di gennaio alla Brigata Sassari, che da fine luglio è nel Paese dei cedri. I militari del generale Nicola Mandolesi stanno completando tutte le procedure e gli addestramenti necessari per affrontare quello che è diventato uno dei fronti guerra più caldi del Medio Oriente, dove è nuovamente esploso il conflitto tra l’esercito di Israele e i miliziani dell’organizzazione paramilitare islamista sciita Hezbollah.
Il contingente
La brigata ha già raggiunto la Full Operation Capability, la piena capacità operativa e ha terminato l’addestramento a Capo Teulada in Sardegna. In Libano il generale Mandolesi guiderà circa mille soldati, la parte principale costituita da militari dei propri reggimenti, il resto da aliquote provenienti da altre brigate.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14864936]]
Da oltre due anni il Libano non è in grado di esprimere un presidente e ha un governo in carica debolissimo, risultato di una pesante e cronica crisi economica aggravata dal periodo del Covid e dal devastante scoppio dei silos del porto di Beirut nell’agosto 2020 che ha rovinato il terminal marittimo. Attualmente i militari Onu si trovano confinati nelle basi di Shama e di Al Mansouri, dove sono costretti a rifugiarsi nei bunker quando nei pressi delle stesse strutture militari imperversano lanci di missili e scontri tra i miliziani di Hezbollah e l’esercito israeliano.
Le rigide regole d’ingaggio di Unifil previste dalla risoluzione Onu 1701 del 2006, non consentono loro di usare le armi. In base ai tre compiti principali della missione, fino al 7 ottobre 2023 i caschi blu hanno potuto monitorare la cessazione delle ostilità tra Israele e Libano dopo la “guerra dei 33 giorni” del 2006, e assistito l’esercito libanese a ripristinare la sovranità del paese, mentre non hanno potuto realizzare il disarmo dei gruppi armati in Libano.
Questo ha creato una situazione paradossale: se da un lato grazie ai militari Onu i civili libanesi che vivono a sud del fiume Litani hanno potuto godere di un lungo periodo di pace tra il 2006 e il 2023, dall’altro questo ha permesso a Hezbollah, di fatto “uno Stato nello Stato”, di organizzarsi al meglio e dotarsi di un potente arsenale militare.
Di recente, poi, il contingente Unifil ha dovuto subire anche gli attacchi israeliani, condannati dalla comunità internazionale.
La missione Leonte
È stata proprio la Pozzuolo ad arrivare in Libano per prima nel 2006, inaugurando di fatto la missione Unifil con l’operazione Leonte I. Successivamente, la brigata è ritornata altre cinque volte: nel 2008-2009, nel 2010-2011, nel 2013, nel 2016-2017 e nel 2022. Nel 2013 ha ricevuto la cittadinanza onoraria dalla città di Shama, dove è situata la base “Andrea Millevoi”, sede del comando del Sector West di Unifil.
La Brigata è costituita dal Reparto comando e supporti tattici Cavalleggeri di Treviso e da cinque reggimenti: il Genova Cavalleria di Palmanova, il Genio guastatori di Udine, il Logistico Pozzuolo del Friuli di Remanzacco, il Lagunari Serenissima di Mestre e l’Artiglieria a cavallo di Vercelli.
La visita
Nei giorni scorsi il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Carmine Masiello, ha visitato il comando della Brigata Pozzuolo, incontrando i vertici e i militari. «Addestrarsi – ha detto – significa essere pronti quando il Paese chiama e preparati a difendere la Patria con disciplina e onore. Voi siete nuovamente chiamati a rappresentare l’Italia in Libano, la cui stabilità ha un’importanza primaria per la sicurezza del Medio Oriente e del Mediterraneo»