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Декабрь
2024

La fiera “snellita” di San Nicolò a Monfalcone fa il pienone uguale: in fila per la frittella e le scarpe a 5 euro

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Per dovere di cronaca: quando il sole brilla, la fiera è sovrana, punto. Non c’è bisiaco, quindi, che non vi faccia capolino, si tratti della pausa pranzo per addentare una piadina al volo, di una fuga dall’ufficio per l’aperitivo o della passeggiata distensiva all’uscita dalla grande fabbrica. I bambini sgranano gli occhi davanti alle infinite declinazioni di colore del saccarosio, le donne pesano gli sciarponi in nuance di tendenza, gli uomini filosofeggiano davanti a un fumante vin brulé: la ricetta del San Nicolò monfalconese è in fondo semplice. Cielo terso come quello di giovedì e propensione all’acquisto. Certo, secondo le proprie disponibilità perché se già qualcuno storceva l’altr’anno il naso per il panino farcito a 7,50 euro, quest’anno s’è dovuto rassegnare all’ubiquitario prezzo di 8, per far conto tondo: non è cartello nel mondo dello slow-food, perché tutti in fiera ci guadagnano.

Bancarelle economiche prese d’assalto

Contraltare la mercanzia a prezzo economicissimo di certe bancarelle, letteralmente prese d’assalto, come quella delle scarpe a 5 euro all’imbocco di via Battisti, titolari un paio di ambulanti veneti giunti appositamente da Cavallino-Treporti. Che, pur battendo oltre a piazze popular - come quella di Marghera, sovrapponibile a Monfalcone - arene rinomate, hanno per loro stessa ammissione «studiato il caso cittadino» e messo a punto un’offerta convincente. Uno stock di calzature cinesi uscito due anni fa et voilà: donne impegnate a rimestare tra le scatole fin dalle prime ore del mattino per accaparrarsi il tacco imperdibile, perfino con strass. Così, si diceva, a dispetto dell’aria pungente, presenze à gogo. Giovedì gli ingredienti per un successo, del resto, c’erano tutti, a partire dal meteo e al netto di qualche sbavatura: uno spazio per i concertini eccessivamente compresso in piazza Cavour e qualche “buco” nelle piazzole che ha pesato sulla geografia complessiva della fiera (vedi via 9 Giugno dimezzata), complice la ventina di bancarelle in meno rispetto alla passata edizione, 180 in tutto, minimo storico.

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Fiera poco assortita

C’è chi ha l’ha notato, giudicando la fiera poco assortita o sguarnita. Non per questo l’utenza s’è tirata indietro, anzi, hanno lavorato benissimo i bar, le caffetterie e i locali del centro. Pure quei negozi, come l’attività dello stesso presidente di Vivacentro Massimiliano Manente, titolare di “Bollicine”, che hanno deciso di esporre gli articoli in strada, prolungando la bottega en plein air. Lui l’ha fatto in via Duca d’Aosta, con le calzature e nel pomeriggio c’era un bel andirivieni. «Direi che la fiera è andata abbastanza bene, in linea con gli anni scorsi - ha commentato - non c’è la ressa del San Nicolò che cade di sabato o domenica, ma sento tutti molto contenti dell’andamento e della possibilità di fruire degli spazi davanti ai negozi». Per Manente il minor numero di bancarelle «non è un problema se si punta sulla qualità», inoltre c’è «più spazio per la passeggiata».

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Trafficati gli assi in centro

Sempre trafficatissimi, dunque, gli assi di via Rosselli e via Duca d’Aosta, da anni consolidati binari dello shopping in fiera e pure dello spuntino a base di pane, cipolla e salciccia. Per il resto, il solito canovaccio e, su tutti, le immancabili file davanti alle bancarelle delle frittelle: Da Paola, addirittura con il numeretto a chiamata, come dal dottore, ma Da Zia Pia, su un’altra strada, stesso mood quanto a presenze disciplinatamente incolonnate. Le tappe fisse dei golosoni. Come l’altra, al richiamo da sirena di «Mandorla, mandorla», sempre in via Duca d’Aosta al bancone di Onorino Franz da Gonars, tempio dei biscotti artigianali, torrone e croccanti: «Sono soddisfatto, s’è lavorato bene». Idem, il giovane Morgan, 21enne intento a distribuir brulè col chiosco “Friuli in tavola”. Lui però preferiva «la posizione dell’altr’anno, davanti a Maritani». Sottigliezza: saran 20 metri di distanza.

Bene gli affari

Quest’anno, insomma, bene gli affari. I monfalconesi (e non solo, si sono avvistati anche svariati sloveni) hanno messo mano al portafoglio, allettati dalle offerte, come quelle sugli utensili promosse dalla bancarella di casalinghi in corso, che dopo 39 anni di attività traguarda la pensione: un posto che si libera per la fiera del 2025. Intanto, giovedì tutto a metà prezzo. Resterà nelle pagine dell’edizione, la compravendita in stile suq in piazza della Repubblica per il maglione a prezzo stracciato: un continuo ravanar nei cestoni, in barba al nuovo regolamento comunale sul decoro della vendita ambulante. È San Nicolò, tutto è lecito.




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