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Декабрь
2024

«Siamo figli della Rivoluzione francese per questo l’Andrea Chènier è attuale»

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Dopo i successi ottenuti a Pisa, Cremona, Brescia e Como arriva a Pavia l'opera "Andrea Chènier" del regista toscano Andrea Cigni, attualmente sovrintendente e direttore artistico del Teatro Ponchielli di Cremona.

«Finalmente sarò al Fraschini - sorride Cigni - a Pavia ho fatto tante produzioni, il teatro mi piace moltissimo e sono davvero felice».

Basata sugli avvenimenti storici della rivoluzione francese, l’opera rappresenta le vicende di Chénier in un intreccio tra politica e amore: Gérard, il servo della Signoria di Coigny odia tutti i nobili, ma ama la contessa Maddalena, che invece smania per il poeta Andrea Chénier.

Quanto può incidere un regista in un'opera segnatamente storica come "Andrea Chénier"?
«Innanzitutto va detto che molti registi non accettano di mettere in scena quest'opera, che infatti si rappresenta pochissimo e che la gente non conosce. E non lo fanno proprio perché sia Umberto Giordano che Luigi Illica obbligano a un allestimento spiccatamente storico. E' chiaro che un'opera incentrata sulla Rivoluzione Francese - e dove entrano personaggi come Robespierre e Marat- non può essere ambientata in altri contesti. Ma io ho seguito due direzioni: una è appunta quella della restituzione del contesto storico, l'altra invece è il focus sulla drammaturgia relativa alla storia d'amore dei tre personaggi: Chénier, Maddalena e Gèrard. Questa è la grande sfida che aiuta a sfumare molto il contesto storico. Ed è una bella sfida anche far lavorare molto la massa di gente, ossia i tantissimi figuranti».

Tre protagonisti, appunto... Come li "racconta" lei in scena e c'è un suo preferito?
"Chénier è il classico eroe romantico, che fonde onore e amore. Maddalena inizia da una realtà intrisa di adolescenza e incoscienza, ma nel suo cammino diventa donna fino a dare la vita per amore. E Gèrard, che è senza dubbio il mio preferito, nasce come servitore indolente e insofferente che affronta con cattiveria i nobili e contende a Chénier l'amore di Maddalena. Ma nel corso della vicenda cambia e, dopo aver constatato la bellezza dell'amore tra Maddalena e Chénier, trasforma la sua acredine in aiuto a entrambi».

Che cosa si può trovare di attuale in quest'opera dei tempi della Rivoluzione Francese?
«La certezza che in fondo siamo tutti anche oggi figli della Rivoluzione Francese e la consapevolezza che ogni giorno in noi avviene una piccola rivoluzione, rappresentata dai nostri cambiamenti. Ma soprattutto l'aspetto più contemporaneo è la storia d'amore tra Chénier e Maddalena, bella e contrastata, capace di andare oltre le differenze e le convenzioni. Questo non ha tempo».

Un'ultima curiosità. In chi o in che cosa si ritrova particolarmente Andrea Cigni in questo suo "Andrea Chénier"?
«Direi senza esitare che mi ritrovo in Gèrard. Amo particolarmente i suoi conflitti interiori, la profondità con cui riesce a riflettere sulle sue condizioni lavorative, affettive e sociali».Daniela Scherrer




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