Famiglie padovane in crisi, spese mensili in aumento e redditi insufficienti
Una famiglia – mamma, papà e due figli – per rispondere a tutte le spese mensili dovrebbe guadagnare almeno tremila euro. In questo modo non metterebbe quasi nulla da parte, ma non andrebbe nemmeno in affanno a fine mese.
Rispetto al 2021 una famiglia spende oltre 300 euro (331 per la precisione) in più al mese. Anche se nel 2024 si è registrato un minore incremento rispetto ai due anni precedenti.
Aumentano, quindi, i costi per i nuclei familiari e diminuisce il potere d’acquisto a causa soprattutto dell’inflazione e dell’incremento di energia e gas che a cascata hanno fatto aumentare il costo dei prodotti.
Se pensiamo poi che mediamente il 22, 81% dei padovani sopravvive con redditi annui fino a 10 mila euro (che sono giudicati sotto la soglia di povertà), vien da sé che più della metà delle spese considerate necessarie vengono tagliate con l’accetta.
La spesa mensile
I numeri, con dati Istat, sono stati elaborati dall’associazione dei consumatori Adico, che ha conteggiato le uscite più o meno fisse di una famiglia in un mese.
Parliamo di 2.939,90 euro e le cifre più importanti sono di facile intuizione: mutuo o affitto e bollette sono la somma più importante: 985, 46 euro; poi viene il conto della dispensa alimentare (535, 87 euro) e a seguire, tra le voci più rilevanti, troviamo i trasporti (358, 99 euro), il ristorante e i servizi (205, 58 euro).
Questo però se la fotografia scattata è in un contesto stabile: entrambi i genitori lavorano con stipendi medi. Sottolineando comunque che non sono contemplati i risparmi.
[[ge:gnn:mattinopadova:14874423]]
I nodi al pettine arrivano quando in casa non entrano 3 mila euro, anzi, non ne entrano nemmeno la metà.
Le prime voci depennate diventano lo svago (il ristorante, la pizzeria, un cinema o l’acquisto di un abbonamento streaming o di qualche libro); i trasporti, per chi può, e allora i ragazzi a scuola ci vanno in bici e i genitori con la loro auto, ma anche in questi casi tra costo della vettura e carburante, la voce di spesa non potrà essere completamente azzerata.
Ma quello che impensierisce di più è che le famiglie tendono a rimandare la propria salute. Un buon detto antico recita che se c’è la salute, c’è tutto, ma quando andare dal dentista costa, rifarsi le lenti per gli occhiali pure, allora prevenzione e controlli finiscono per essere rimandati e procrastinati di mese in mese. A rischio di mettere in pericolo il futuro.
I redditi
Sempre secondo l’analisi dei consumatori, nella nostra provincia ci sono Comuni dove il peso della povertà è decisamente più gravoso che in altri. Immaginando infatti di dividere il territorio (in totale 691. 909 contribuenti) in fasce di reddito – fino a 10 mila euro, da 10 a 15 mila, da 15 a 26 mila, da 26 mila a 55 mila e oltre i 55 mila euro – scopriamo che la fetta più grossa di popolazione (32, 43%) ha redditi tra i 15 mila e i 26 mila euro: non proprio nababbi.
Seguono i redditi tra 26 mila e 55 mila euro (24, 79%) e poi colpisce che il 22, 81%, più di un quinto, abbia redditi fino a 10 mila euro, mentre appena il 6, 10% vanti redditi oltre i 55 mila euro.
[[ge:gnn:mattinopadova:14874422]]
Inoltre emerge che il municipio più “povero” è Castelbaldo con il 31, 49% di persone che presenta redditi che non superano la soglia di povertà, ovvero 10 mila euro.
Sullo stesso piano Piacenza d’Adige con il 31, 39% di contribuenti che non superano la soglia del 10 mila. E poi Vo’, Solesino, Pontelongo, Merlara, Cinto Euganeo e Casale di Scodosia registrano percentuali di povertà importanti, oltre il 25%.
In generale nella Bassa Padovana si trovano i contribuenti con redditi più “poveri” e, comunque, la media dei redditi fino a 10 mila euro nel Padovano è molto alta: 22, 81%. Significa che un quinto della provincia non ce la fa. Al polo opposto troviamo invece i territorio più ricchi, quelli dove si concentrano i redditi superiori a 55 mila euro e il Comune dove risiedono i “ricchi” è proprio il capoluogo con il 10, 42% di Paperon de Paperoni.