Per Paul Watson si manifesta anche a Milano. La Danimarca si fa complice di caccia alle balene
di Nadia D’Agaro
Organizzato dalla Paul Watson Foundation Italia, è previsto per sabato 14 dicembre un presidio a favore dell’attivista per la fauna marina Paul Watson, detenuto in attesa di giudizio da oltre 4 mesi in Groenlandia (rischia l’estradizione in Giappone). Il presidio di protesta si terrà dalle 10.00 alle 14.00 in Piazza dei Mercanti a Milano. Il capitolo italiano della Fondazione Paul Watson e i partecipanti chiederanno “a gran voce la sua scarcerazione, per restituire al mare e al pianeta uno dei suoi più instancabili difensori”.
Il 2 dicembre Paul Watson, padre di tre figli, di cui due minori, ha compiuto in carcere il suo 74esimo compleanno. E’ accusato di un reato minore, avvenuto oltre 14 anni fa, una “bomba puzzolente” che avrebbe ferito un marinaio giapponese.
“Dalla documentazione video si evince chiaramente che si tratta di un’accusa politica per un reato minore commesso 14 anni fa. L’accusa stessa non giustifica un’estradizione. Non ho ferito nessuno; in realtà, nessuno è stato ferito. Un baleniere ha riportato una piccola vescica sulla guancia, autoinflitta dal suo stesso spray al peperoncino. Questo fatto avrebbe potuto essere dimostrato attraverso un’analisi chimica degli indumenti che indossava, ma tali indumenti sono stati bruciati, poiché ritenuti “non rilevanti”. La distruzione delle prove dovrebbe di per sé annullare le accuse. […] La domanda è: perché il Ministro della Giustizia danese non prende una decisione quando prove e fatti dimostrano chiaramente che il caso non può comportare l’estradizione e io ho già scontato più tempo in carcere di quanto avrei scontato se fossi stato colpevole in Groenlandia? I miei avvocati affermano che per un’accusa simile in Groenlandia avrei ricevuto solo una multa simbolica, senza carcere.”
(dalla Lettera dal carcere di Paul Watson, pubblicata online dall’Indipendente, 9 dicembre 2024)
E’ forte il sospetto che l’accusa a Paul, di fatto, non sia questo reato minore, ma la visibilità che ha avuto la trasmissione Whale Wars. Guerra alle baleniere, documentario che ha “offeso” il Giappone. Ma è innegabile che il Giappone, con la scusa della ricerca scientifica, pur facendo parte dell’IWC (Commissione internazionale per la caccia alle balene) ha continuato la caccia alle balene anche nei santuari. Mentre le “ricerche” non hanno prodotto nessun risultato utile alla comunità scientifica. Ora, apertamente, uscito dall’IWC, il Giappone ha varato la gigantesca baleniera Kangei Maru, con cui ha ripreso la caccia ad animali che sono gli ultimi sopravvissuti della megafauna.
Moby Dick non ha più nulla di eroico, non c’è più niente di mitico o leggendario, o semplicemente necessario, nella caccia ai cetacei, che, fra l’altro, hanno il merito di ridurre la CO2 nell’ambiente secondo diversi studi scientifici.
Riporto da Fanpage.it: “Giovedì 9 maggio 2024 il governo del Giappone ha fatto un annuncio che ha scioccato ambientalisti e ricercatori in tutto il mondo: sarà infatti riaperta la caccia commerciale alle balenottere comuni (Balaenoptera physalus) per la loro carne”. Il 21 luglio, su mandato di cattura internazionale richiesto dal Giappone, la Danimarca arresta Paul Watson, e lo trattiene già da 4 mesi, mentre fortunatamente gli ambientalisti si mobilitano, specialmente in Francia, dove artisti, attori, cantanti famosi hanno fatto sentire la loro voce.
E’ prevista la prossima udienza a Nuuk in Groenlandia, il 18 dicembre, la settima udienza.
Appunto in vista di ciò, anche l’Italia si unisce a chi chiede la salvaguardia degli oceani, la libertà di un uomo anziano che ha combattuto contro una caccia illegale mascherata da ricerca, e per la salvezza di animali in pericolo di estinzione. “A rendere questa decisione particolarmente spietata vi è il fatto che la balenottera comune, il secondo animale più grande della Terra dopo la balenottera azzurra, è minacciata di estinzione”: la Danimarca non si renda complice del Giappone!
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