Ad Atreju si parla del “Perché l’Italia è di destra”. Baldoni: “La svolta conservatrice è un passaggio storico”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una recensione del libro di Italo Bocchino “Perché l’Italia è di destra”, che sarà presentato oggi alla Festa di Atreju.
Agile anche se corposo perché documentato, ricco di spunti per riflettere, il saggio “Perché l’Italia è di destra” di Italo Bocchino, uscito recentemente per la Solferino. Significativa la dedica al padre perché gli “ha insegnato ad amare la politica”. Infatti Bocchino, oltre che giornalista, è un politico di spessore che ha partecipato direttamente alle vicende, positive e negative, che hanno interessato la destra dagli anni Novanta ai giorni d’oggi (deputato per ben quattro legislature). Non dimenticare che Italo è stato allievo prediletto di Giuseppe Tatarella.
Non è questa la sede per raccontare il cammino politico di Italo Bocchino. Il suo percorso è caratterizzato da numerosi colpi di scena, di cui non sempre è stato responsabile. Come nel caso della sua stretta vicinanza a Gianfranco Fini. Di recente una firma prestigiosa come quella di Fabrizio Roncone, dedicandogli un pezzo sul “Corriere della Sera” lo ha definito “ la vera star del melonismo”, riconoscendogli doti che pochi altri politici posseggono : “astuzia dialettica, intelligenza elettrica, battuta pronta, sguardo diretto….” Oltre ad una “non comune preparazione” su qualsiasi argomento, manifestata nei talk show dove partecipa.
Torniamo al libro. Nella sua introduzione Bocchino afferma giustamente che le politiche del 2022 sono state le terze elezioni italiane alle quali possiamo riconoscere una portata storica. Come nel 1948 e nel 1994. Nell’aprile 1948 gli italiani sono stati chiamati a scegliere tra la Democrazia cristiana e il Fronte popolare di cui facevano parte comunisti e socialisti. E’ stata una competizione a cui ha partecipato con vigore la stragrande maggioranza degli italiani.
E’ bene sottolineare che si chiudeva l’esperienza dell’ unità delle forze politiche antifasciste realizzatasi durante la Resistenza. Il responso delle elezioni per il primo Parlamento repubblicano sancisce la svolta attuata da Alcide De Gasperi nel corso dell’ anno precedente. Gli americani offrono al governo guidato dalla Democrazia cristiana apporto politico e supporto economico. Gli apparati ecclesiastici sono mobilitati in uno sforzo propagandistico che, per ramificazione e capillarità, assume proporzioni imponenti contro il Fronte popolare, schierato sotto il simbolo che riproduce l’effigie di Garibaldi. Il quadro internazionale rafforza la sensazione di una contrapposizione radicale. Da una parte gli Stati Uniti che sostengono la Dc, dall’altra l’Unione sovietica che appoggia il Fronte popolare.
Le elezioni, come abbiamo accennato, segnano una grande vittoria della Dc. Oltre 12 milioni votano lo scudo crociato mentre il Fronte popolare ( Pci più Psi ) viene staccato di ben quattro milioni. Il Movimento sociale italiano, fondato due anni prima , il 26 dicembre 1946, raggranella quasi seicentomila voti.
Afferma Bocchino che solo nel 1994 riparte la Repubblica italiana… Bisognava fare una scelta di fondo. Perché quarantasei anni di governo, in varie salse di coalizione, hanno annacquato le radici di destra. La novità è costituita dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi. Come nel 1948, da una parte ancora una volta c’é l’ eredità del partito comunista che tre anni prima aveva cambiato nome mantenendo la stessa classe dirigente. Berlusconi – osserva Bocchino – ha il merito “di ricostruire la destra italiana, intercettando con Forza Italia quella massa diffusa che non si riconosceva nella sinistra e costruendo una coalizione con il Msi di Gianfranco Fini, presentato sotto il simbolo di Alleanza nazionale e con la Lega Nord di Umberto Bossi “.
Altro compito è quello di moralizzare la vita politica, tenendo conto che la prima Repubblica era caduta sotto i colpi della questione morale portata a galla da Tangentopoli ( Infatti il 17 febbraio 1992, con l’arresto del socialista Mario Chiesa, era partita l’inchiesta “mani pulite”).
Le vicende di “Tangentopoli , ovvero le inchieste su corruzione e tangenti, travolgono i partiti della maggioranza al potere nel’ ultimo quindicennio. A dicembre saranno ben 150 i parlamentari che incappano in Tangentopoli.
Nel gennaio 1994, com’ era prevedibile, si scioglie anticipatamente il Parlamento eletto solo nel 1992 , perché gravato dal gran numero di parlamentari inquisiti. Berlusconi da vita ad una coalizione tra Forza Italia, Alleanza Nazionale , Lega Nord e formazioni minori. A marzo si svolgono le elezioni che vedono il drastico ridimensionamento o la scomparsa dei partiti delle vecchie maggioranze e la sconfitta della coalizione di sinistra. La vittoria va allo schieramento moderato di Berlusconi che forma il nuovo governo di cui fanno parte esponenti di Alleanza Nazionale, tra cui Giuseppe Tatarella. E’ un Esecutivo che terminerà purtroppo con la “parabola in discesa – politica, umana, fisica – del Cavaliere”. Nel 2022, per la terza volta nella storia repubblicana, gli italiani vengono chiamati a “scegliere il loro destino”. Gli sfidanti sono Giorgia Meloni ed Enrico Letta, leader del Partito democratico. ( A seguito della sconfitta, Letta deciderà di fare un passo indietro ). Posti di nuovo di fronte ad un bivio, gli elettori scelgono ancora una volta la destra.
Per Bocchino “è stato anche lo scontro tra popolo ed èlite. Da una parte la Meloni nazional popolare, dall’ altra il Letta figlio della tecnocrazia, da una parte un’Italia fiera, tosta e a testa alta, dall’altra un’ Italia appiattita e molle. Una donna che è stata capace di partire da una modesto 1, 9% del 2013 per arrivare al 26 % nel giro di nove anni”. Ci si chiede: con l’avvento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi è davvero iniziata la Terza Repubblica?
A questo interrogativo l’ autore osserva che “è indubbio che la vittoria dell’ attuale capo del governo, il suo insediamento e la sua forza politica e amministrativa rappresentino un prologo di una nuova fase della storia repubblicana, ma è altrettanto indubbio che quest’ atto fondativo non può che passare per una riforma dal tratto rivoluzionario”. Si tratta ora di attendere se andrà in porto una delle principali riforme, quella del premierato che potrebbe garantire un governo più stabile. Nel giro di trent’anni abbiamo avuto ben 7 governi più o meno tecnici, con 4 presidenti del consiglio non politici, tre dei quali provenienti dai vertici bancari nazionali e internazionali…. E’ un’anomalia che deve cessare.
Per Bocchino “avere nel giro di 30 anni sette premier che guardano all’ orizzonte del potere finanziario internazionale o di circoli europei di Bruxelles , anziché al popolo, è una ferita alla democrazia”. Ecco perché la svolta conservatrice farà compiere un altro passo, dopo la “destra nazionale” di Almirante e la “destra di governo” di Fini : il compito storico di Giorgia Meloni è di fare nascere la “destra repubblicana”.
Nel libro Bocchino affronta altri temi importanti che meriterebbero uno spazio adeguato che, almeno in questo caso, non c’è stato concesso. Tenteremo di essere sintetici accennando ad alcuni argomenti. Un capitoletto è dedicato all’ accusa di fascismo che viene mossa nei confronti della classe dirigente di Fratelli d’ Italia. La sinistra – nota Bocchino – sfodera l’ arma dell’ antifascismo contro la destra perché a corto di idee, valori, programmi. Non ha leader credibili. Più volte la destra ha affermato che il fascismo deve essere consegnato alla storia, con i suoi meriti e con i suoi numerosi e tragici errori (tra cui quelli delle leggi razziali e dall’alleanza con Hitler) mentre il neofascismo è sempre stato respinto.
Nel 1995, quando a Fiuggi si svolge il XVII e ultimo congresso missino e nasce Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini aprendo l ‘assise missina afferma : “Questo partito non nacque per restaurare il fascismo. Ma per difendere una parte di memoria storica nazionale. Visto che i partiti avversari, Dc, Psi, Pri e Pli, non ci sono più. Finisce il secolo del fascismo e del comunismo, dell’antifascismo e dell’anticomunismo. Ne comincia un altro in cui ci deve guidare non l’ ideologia ma l’ interesse nazionale (….). Poniamo fine all’ esperienza storica del Movimento sociale italiano.
Nelle “Tesi di Fiuggi” tra i passaggi più significativi che definiscono l’ identità del nuovo partito, elaborati da Gennaro Malgieri, il primo afferma : “la Destra politica non è figlia del fascismo. I valori della destra preesistono al fascismo, lo hanno attraversato e ad esso sono sopravvissuti”.
Inoltre Bocchno nel suo saggio affronta anche i temi del calo elettorale; della crisi editoriale ( la quasi totale assenza di editori puri); dell’ immigrazione ( al primo gennaio 2024 in Italia, risultano risiedere 5.308.800 immigrati regolari, circa il 9 % della popolazione; la necessità di una “nuova giustizia” ( da condannare lo strapotere dei Pubblici ministeri, che si ritengono intoccabili, necessità della separazione delle carriere; del “politicamente corretto”. Per concludere. Quello di Italo Bocchino è un libro da leggere.
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