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Il filosofo Leonardo Caffo condannato per maltrattamenti all’ex compagna. “Diceva: sono un mostro”

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Il filosofo e scrittore Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti e lesioni aggravati nei confronti della sua ex compagna, è stato condannato a 4 anni dai giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Milano, corte presieduta da Alessandra Clemente. Pronunciata alla presenza dell’imputato, la sentenza – dopo una camera di consiglio di solo trenta minuti – accoglie in gran parte, esclusa solo un’aggravante, la richiesta di condanna avanzata dalla procura.

La corte ha stabilito un risarcimento complessivo di 45 mila euro e ha deciso che l’imputato è interdetto dai pubblici uffici per 5 anni. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni. La pm Milda Milli aveva chiesto una condanna a quattro anni e mezzo di carcere e di non riconoscere le attenuanti generiche all’imputato, il quale avrebbe avuto un comportamento processuale “volto a pulire la propria immagine continuando a screditare la parte offesa”.

Intenso, lo scorso gennaio, l’interrogatorio della vittima che in aula aveva ripercorso una storia lunga 4 anni e finita, a suo dire, in violenza. “All’inizio, dopo quello che succedeva, diceva ‘scusami amore mio sono un mostro’, poi la situazione è peggiorata: si pentiva e si scusava all’inizio, poi è diventata colpa mia, infine mi diceva ‘non me frega nulla perché non mi puoi denunciare’. Diceva – le sue parole dal banco dei testimoni – che dovevo ammazzarmi, che se mi fossi buttata dal balcone facevo un piacere a tutti, ha provato a strangolarmi”.

Soddisfatta la difesa della parte civile, rappresentata da Elena Tomayer, così come alcune rappresentanti di un’associazione femminista che, prima dell’udienza, hanno mostrato all’ingresso del Palazzo di giustizia lo striscione ‘Sorella, io ti credo’. I difensori di Caffo, gli avvocati Filippo Corbetta e Romana Perin, sono pronti invece a fare appello. Il caso era finito al centro dell’attenzione mediatica dopo che, a causa dell’invito a Leonardo Caffo da parte di Chiara Valerio a ‘Più libri più liberi’, alcuni autori e case editrici (da Fumettibrutti a Sio e la sua ‘Gigaciao’) avevano scelto di non partecipare alla Fiera della piccola e media editoria a Roma o di annullare alcuni loro interventi.

Leonardo Caffo: “Speriamo educhino anche altri mille”

“Andrò in appello e proverò a cambiare questa sentenza. La violenza di genere c’è. Spero ancora che non ci sia violenza nei confronti delle donne, non vedo nessuna ragione di contestare una battaglia così sacrosanta. Va bene colpirne uno per educarne mille, io sono stato colpito, speriamo che educhino anche gli altri mille”, ha detto Caffo commentando il verdetto.  Non rinnega nulla della relazione e ora è pronto all’ulteriore clamore che ci sarà intorno al verdetto: “Io non sono belligerante, non lo ero prima, non lo ero durante, non lo diventerò dopo. Direi che nessuno può dubitare che ho un’enorme capacità di incassare mer.. senza dire niente, ne incasserò adesso moltissima ancora e continuerò a incassarla finché tocca a me- La violenza di genere c’è. Spero ancora che non ci sia violenza nei confronti delle donne, non vedo nessuna ragione di contestare una battaglia così sacrosanta. Va bene colpirne uno per educarne mille, io sono stato colpito, speriamo che educhino anche gli altri mille“. Incalzato dai giornalisti, il filosofo e scrittore, si dice pronto “Sul piano morale a chiedere scusa” alla donna con cui ha avuto una relazione di quattro anni e non si sente una “vittima: è una parola che non userei mai”. Non rinnega nulla della relazione e ora è pronto all’ulteriore clamore che si sarà intorno al verdetto. “Io non sono belligerante, non lo ero prima, non lo ero durante, non lo diventerò dopo. Direi che nessuno può dubitare che ho un’enorme capacità di incassare mer.. senza dire niente, ne incasserò adesso moltissima ancora e continuerò a incassarla finché tocca a me”.

 

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