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Sondaggio choc de Le Figaro: vento in poppa per Marine Le Pen che “cresce” ancora e tocca il 38%

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Entro 48 ore la Francia avrà il suo nuovo premier, lo annuncia il presidente Emmanuel Macron dopo la caduta del governo Barnier e le estenuanti trattative per il nuovo esecutivo. Ma l’inquilino dell’Eliseo resta in un cul de sac. La grande ammucchiata, che lui chiama governo provvisorio (di salvezza nazionale) con tutti dentro – fuori le ali estreme la sinistra di Mélenchon e la destra di Marine Le Pen, non lo porterà lontano. Macron annuncia l’imminente nomina del nuovo primo ministro mentre i ministri ad interim si affannano per elaborare il bilancio nazionale per il 2025, dopo che il governo è caduto proprio per la sua proposta di taglio dei costi. Il presidente – dicono i suoi –  proporrà “un metodo” per trovare un nuovo governo nonostante il Parlamento francese in stallo. La crisi non rientrerà facilmente, non bastano le alchimie sui numeri né l’inaugurazione in pompa magna di Notre Dame restaurata per risollevare i destini di un presidente di fatto sfiduciato dai francesi. Il macronismo è morto.

Macron all’angolo, sondaggio choc de Le Figaro

Lo fotografa bene un sondaggio esclusivo dell’Ifop per le Figaro Magazine. Nonostante il voto sulla mozione di censura votato insieme alla Nuovo Fronte Popolare, se le elezioni presidenziali si tenessero oggi, Marine Le Pen vedrebbe crescere ulteriormente il suo consenso al primo turno toccando il 38% . La leader del Rassemblement national  amplierebbe il divario con i suoi avversari Édouard Philippe (l’ex premier del fronte repubblicano candidato alle presidenziale del 2027) che si posiziona al 24% (-2%) e il giovane Gabriel Attal (ex socialista passato con Macron) che ottiene il 20 (- 4%). La sinistra, ancora una volta, resterebbe esclusa dal secondo turno. Numeri choc che dimostrano l’appeal della signora Le Pen sui francesi che, evidentemente, hanno condiviso la scelta di far cadere il governo.

Marine Le Pen guadagna ancora e vola al 38%

“Rispetto allo stesso sondaggio condotto a settembre, guadagna due punti», osserva Frédéric Dabi, direttore generale di Ifop. “È praticamente ai livelli di François Mitterrand nel 1974″. A settembre la leader di Rn era valutata tra il 33 e 35 per cento. Lo studio conferma la solidità del sostegno verso un candidato del Rassemblement national. Anche il pupillo di Marine, Jordan Bardella, infatti,  registra un buon risultato al primo turno. Non ci sarebbero contraccolpi per le requisitorie nel processo a Marine Le Pen (per presunta appropriazione indebita di fondi del Parlamento Ue che in caso di condanna porterebbero all’ineleggibilità)  né per il voto sulla mozione di censura.

A sinistra Mélenchon fa l’assopigliatutto

A sinistra, Jean-Luc Mélenchon mantiene la sua posizione dominante. Nemmeno il ritorno di François Hollande, testato come candidato, riesce a scalfire la leadership del leader di estrema sinistra, La France Insoumise. In questo scenario  il totale dei voti di area progressista arriva a malapena al 26%. Complessivamente, le destre raccolgono un risultato storico: tra il 47% e il 53%, a seconda delle ipotesi. Una somma che non include i voti destinati a Édouard Philippe.

Macron galleggerà fino al 2027

“Il presidente sottovaluta l’anti-macronismo all’interno dell’emiciclo dell’Assemblea», commenta un ex ministro. E non solo tra le opposizioni: anche nella sua stessa maggioranza sono pochi quelli pronti a esporsi per difenderlo. Monsieur le president però non molla, ha detto chiaramente nel discorso alla nazione in diretta televisiva che andrà avanti fino alla fine del mandato. Avanti, in questa situazione, significa galleggiasre. La seconda parte del suo ultimo mandato è iniziata da poche settimane e tutto è in salita. Si ritrova in una posizione simile a quella di un candidato presidenziale sotto attacco da ogni lato, come nel thriller politico Dans l’ombre: «Bisogna usare le stesse armi, altrimenti non c’è speranza. Siamo in modalità sopravvivenza”. Del resto la crisi francese “è di ordine politico non economico”, sottolinea il politologo francese Yves Mény, parlando di un Macron perdente su tutta la linea. “Al momento Marine Le Pen ha notevoli possibilità di arrivare al potere o di contrastare il corso della politica francese. L’unico fattore che potrebbe impedire la sua ascesa potrebbe dipendere dalla capacità di tutte le altre forze di coalizzarsi contro la leader del Rassemblement national”. Come è già accaduto.

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