Il ladro del negozio Duca d’Aosta era a volto scoperto: ipotesi maschera in lattice
Continuano le indagini dei carabinieri del Norm per trovare l’autore del furto al negozio d’abbigliamento di lusso Duca d’Aosta, tra via San Fermo e galleria Europa.
I militari hanno acquisito tutti i filmati della telecamere di videosorveglianza della boutique ma anche quelli degli occhi elettronici che si trovano in strada. Il malvivente è infatti stato chiaramente ripreso in volto durante tutte le fasi della spaccata: da quando è arrivato con in mano un grande borsone nero, a quando con un flessibile ha tagliato parte della vetrina creandosi un varco per entrare, a quando infine ha saccheggiato i vari scaffali, arraffato borse, scarpe e accessori griffati per decine di migliaia di euro, per poi fuggire a bordo di un automobile parcheggiata poco lontano.
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Ad oggi sono diversi gli elementi che rendono la vicenda alquanto singolare. In primis il fatto che il malvivente, un uomo apparentemente di mezza età, abbia agito a volto scoperto, non curandosi minimamente della presenza delle telecamere di videosorveglianza, che sono ben visibili. E se di primo acchito si potrebbe pensare a un balordo, o a uno sprovveduto, questa descrizione cozza invece con il modus operandi dell’autore della spaccata al negozio di lusso.
Un ladro improvvisato infrange la vetrina, non si apre un varco tagliando minuziosamente il vetro con un flessibile. Anche l’uso dei guanti, bianchi in questo caso, lascia pensare che il criminale sia un esperto del mestiere. E poi altri elementi, come il brevissimo tempo in cui ha agito, il fatto che abbia colpito una delle poche vetrine non allarmate del negozio. E allora perché agire a volto scoperto? Non travisarsi con un passamontagna o una sciarpa, come avviene molto spesso in casi di questo genere?
È qui che sorge un altro dubbio, ossia se l’uomo abbia utilizzato una maschera in lattice con connotati diversi dai suoi. Una di quelle maschere che si reperiscono facilmente sui siti di vendite online, estremamente realistiche, dove ogni dettaglio è curato in modo da sembrare vero.
Se così dovesse essere sarebbe sicuramente molto più complicato per gli investigatori risalire all’identità dell’autore della spaccata e oltretutto si aprirebbe un nuovo filone, finora inesplorato, nell’ambito dei furti.