Così il cambiamenti climatici stanno cambiando le montagne del Friuli Venezia Giulia
Quale occasione migliore della Giornata internazionale della montagna per puntare i riflettori sullo stato di salute delle aree montane del Friuli Venezia Giulia? Al pari di tutti gli altri territori montuosi del pianeta, anche quelli presenti nella nostra regione risentono in negativo dei cambiamenti climatici e dello sfruttamento antropico. Tuttavia anche le montagna, per quanto imponenti possano sembrare, sono per certi aspetti fragili e bisognose di tutela.
I segni dei cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici sono oggigiorno ben noti e, negli ultimi decenni, incidono negativamente su molteplici aspetti del mondo naturale, non ultimo sulle montagne del Fvg. L'innalzamento delle temperature e l’irregolarità delle precipitazioni piovose e nevose conducono a un visibile cambiamento, soprattutto in determinate zone. «Aspetti evidenti a chi da anni frequenta la montagna - afferma Angelo Zagolin, socio del Cai di Trieste sezione “Alpina delle Giulie” - anche con lo sci-alpinismo, reso sempre più difficile dalle mutevoli condizioni nivo-meteorologiche».
La quota del bosco
Altro segno dei cambiamenti climatici è l'innalzamento della quota del bosco, in particolare presso le Alpi Carniche, con la conseguente riduzione delle praterie alpine e rimboschimento dei pascoli, nonché il cambio dell’habitat di alcune specie vegetali. Altre zone invece, quelle vicine ai corsi dei principali fiumi regionali, sono a rischio di inondazioni.
Mix tra turismo e zone isolate
Le montagne del Fvg sono costituite dalla catena delle Alpi Carniche e da quelle Giulie, un mix tra zone ad alta frequentazione turistica e altre decisamente più isolate e solitarie. Quest'ultima caratteristica è quella propria delle Alpi Giulie, intrise dell’affascinante bellezza di un territorio roccioso e selvaggio. Per quanto riguarda lo sfruttamento della montagna, uno dei punti da tenere in considerazione è quello di dismettere gli impianti sciistici a bassa quota, oltre a non costruirne di nuovi naturalmente.
«Per valorizzare e proteggere il fragile territorio delle “Terre alte” bisogna puntare su un turismo eco-compatibile e sostenibile - conclude Zagolin -: uno dei modi è quello del cicloturismo. In Fvg si trova un bellissimo itinerario ciclabile, l'Alpe Adria, realizzato su una ferrovia dismessa che parte da Salisburgo e giunge a Grado».
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