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Parella, la scuola dell’infanzia rischia di chiudere

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PARELLA. La scuola dell'infanzia di Parella potrebbe non esistere più. Sarà necessario aumentare gli iscritti per permettere alla struttura di continuare le attività anche per l'anno 2025-2026.

È quanto è venuto fuori dalla riunione tenutasi nel pomeriggio di lunedì 9 dicembre in municipio a Parella, dove un gruppo di genitori si è riunito assieme alla dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo di Vistrorio, di cui la scuola fa parte, per discutere la questione con il sindaco Roberto Antonio Balma. Presenti anche i sindaci di Strambinello, Baldissero Canavese e Quagliuzzo, che con la scuola di Parella hanno sottoscritto una convenzione e compartecipano ai costi di gestione, e il primo cittadino di Colleretto Giacosa, Comune che nel 2021 ne aveva sottoscritta una con la scuola dell’infanzia di Loranzè.

All’interno della scuola, infatti, sono attualmente presenti 10 bambini, dai 3 ai 5 anni. Il problema nascerebbe rispetto al prossimo anno scolastico 2025-2026, nel quale due dei piccoli studenti passerebbero alla scuola primaria. A sostituirli ne arriverebbero tre da Parella e uno da Quagliuzzo, per un totale di 12.

Per formare una classe servirebbero per legge almeno 18 studenti, ma normalmente ai comuni montani e isolati viene concesso di far partire una classe anche con numeri inferiori di allievi. Questo se si presenta però domanda in deroga a Città metropolitana entro il 10 settembre. Richiesta che però non è arrivata da Parella.

«La richiesta di deroga, così come quella di soppressione della scuola dell’infanzia, va mandata entro il 10 settembre – spiega la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Vistrorio, Roberta Teresa Subrizi –. Questo non è stato fatto dall’amministrazione comunale, così ora ci troviamo in un limbo: non siamo sicuri di raggiungere il numero, ma nemmeno di chiudere, quindi mi trovo anche a non sapere cosa dire ai genitori che giustamente mi chiedono informazioni. La speranza adesso è di raggiungere un numero di bambini che permetta alla scuola di rimanere attiva: sarà necessario fare pubblicità e convincere la gente dei dintorni a venire a iscrivere qui i piccoli. Il 16 dicembre ci saranno gli Open days, speriamo di riuscire a convincere più gente possibile. Il problema è sempre che se sparisce la scuola si crea l’effetto domino e il paese alla fine muore».

Un obiettivo, quello di fare più pubblicità possibile alla scuola, accolto con entusiasmo dai genitori presenti, dettisi pronti a partecipare in prima persona per garantire l’esistenza della scuola anche l’anno prossimo, così come dal sindaco di Strambinello. Diverse anche le proposte per ridurre i costi a carico dei Comuni, come il passaggio da una rete fissa a una cellulare e la possibilità di appoggiarsi a una mensa presente in un’altra scuola per la preparazione dei pasti.

Il costo annuo della scuola si aggira intorno ai 18mila euro l’anno. Una cifra divisa tra i Comuni convenzionati, ma che a causa del calo demografico diventa sempre più difficile da sostenere. Fatto che avrebbe convinto Balma a chiederne la soppressione a Città metropolitana: «Il problema è che il funzionario ci disse che in questo caso non era necessario fare nulla – spiega il sindaco –, mentre la volta dopo ci è stato detto che la richiesta di soppressione andava fatta. Così ora ci troviamo in un limbo».




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