Braccia tese alla festa elettorale per il sindaco di Tolmezzo, per il giudice non fu saluto romano: assolti
TOLMEZZO. Assolti perché il fatto non sussiste. Così ha deciso il giudice del tribunale di Udine, Camilla Del Torre, in seguito all’opposizione al decreto penale di condanna presentata da Michel Copiz, Vittorio Pilu e Daniele Policci.
I tre erano finiti a processo nel giugno 2022 per aver festeggiato, stando alla tesi all’accusa, con il saluto romano mentre intonavano l’inno di Mameli, l’elezione del neo sindaco del capoluogo carnico, Roberto Vicentini, al Caffè Manzoni di Tolmezzo.
Quando i video e le foto della serata diventarono di dominio pubblico, accanto allo sdegno manifestato dall’Anpi, dal Partito democratico, dall’opposizione consiliare di Tolmezzo, dal consigliere regionale Massimo Morettuzzo e dalla Cgil provinciale, ci fu chi, come Furio Honsell, decise di presentare un esposto in Procura, bollando la manifestazione come inneggiante al fascismo. Nell’ambito dei reati previsti dalla legge Scelba, i tre furono oggetto di un decreto penale di condanna emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Udine, con una pena pecuniaria superiore ai mille euro e con l’indicazione della condanna nel casellario giudiziale per cinque anni.
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I tre si opposero al provvedimento, con Copiz che si affidò all’avvocato Teresa Billiani, Pilu ai difensori Massimo Zanetti e Cinzia Bertossi, Policci al legale Ludovico Rinoldi (quest’ultimo si è detto «certo fin dall’inizio sul buon esito del processo in quanto la situazione non pareva integrare un’ipotesi di reato»).
Martedì è arrivata la sentenza di assoluzione (come richiesto anche dal pubblico ministero). Dei tre imputati, l’unico a voler commentare è Copiz che, in quanto gestore del Caffè Manzoni di Tolmezzo, è quello che al di là di un danno di immagine, ha subito conseguenze anche da un punto di vista economico: «Sono sollevato dalla sentenza, in quanto si è voluto strumentalizzare un momento di festa per l’elezione del nuovo sindaco di Tolmezzo – ha detto Copiz –. In quanto titolare del Caffè Manzoni, dove questi festeggiamenti si sono svolti, ho dovuto giustificarmi con la mia clientela rispetto all’accusa di aver organizzato un incontro di matrice fascista. Su questa vicenda è stato costruito un film che ha finito per penalizzarmi».
Copiz ha assicurato di aver subito la perdita di alcuni clienti dopo l’eco avuto dal fatto: «Tralasciando la gogna mediatica a cui sono stato sottoposto sui social – ha ricordato – ci sono state delle persone che hanno preferito, dopo quell’episodio, non frequentare più il mio locale. E questo solo per una strumentalizzazione di foto e video, con il caso che è stato sollevato non da chi era presente alla festa, ma da un consigliere regionale. Ringrazio l’avvocato Billiani per l’ottimo lavoro svolto – ha chiuso il titolare del Manzoni - e il giudice per aver compreso come di fascista, durante quell’evento, non ci fosse nulla».