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La Bce decide un mini taglio anche se a novembre l’inflazione ha rialzato la testa

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Alla fine è passata l’opzione al ribasso. Il consiglio direttivo della Bce ha deciso un nuovo taglio dei tassi d'interesse dello 0,25%, portando il tasso sui depositi al 3%. In conferenza stampa la presidente Christine Lagarde ha indicato che, nel corso della riunione si era parlato anche della possibilità di avere una decisione più coraggiosa decidendo un taglio dello 0,5%. Alla fine, però, è passata la linea della prudenza perché sull'inflazione "non c'è ancora una vittoria, non è ancora 'missione compiuta' ma sicuramente siamo sulla strada giusta per raggiungere l'obiettivo".

Quello di oggi è stato il quarto taglio dal mese di giugno e riflette l’andamento favorevole dell’inflazione nell’Eurozona.
Il consiglio direttivo della Bce ha giustificato la decisione con una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione e della trasmissione della politica monetaria, sottolineando che il processo di disinflazione è ormai "ben avviato". C’è stato un picco di vivacità a novembre ma, ha tenuto a dire la Lagarde in conferenza stampa, “era previsto”.

Le previsioni indicano un’inflazione media del 2,4% nel 2024, in discesa al 2,1% nel 2025 e al 1,9% nel 2026 e 2027. Escludendo le componenti energetiche e alimentari, l'inflazione core si attesterà intorno al 2,9% nel 2024 e al 2,3% nel 2025.
Nonostante questi segnali positivi, la Bce ha anche rivisto al ribasso le stime di crescita economica. Secondo le nuove previsioni, il PIL crescerà solo dello 0,7% nel 2024, rispetto all'1,1% previsto a settembre. Le proiezioni per il 2025 e il 2026 sono fissate rispettivamente all'1,1% e all'1,4%. Il consiglio direttivo ha spiegato che la ripresa economica sarà più lenta del previsto, con segnali di contrazione nel quarto trimestre di quest'anno.

In conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde ha chiarito che la Bce non prevede un taglio dei tassi di 50 punti base nel prossimo mese di gennaio. "Continueremo a decidere in base ai dati, senza un percorso prestabilito", ha sottolineato Lagarde, aggiungendo che la politica monetaria rimarrà comunque restrittiva. La presidente ha anche dichiarato che le proiezioni per il medio termine indicano una convergenza verso l'obiettivo di inflazione del 2% per il 2025. Anche per questo il cammino in discesa dei tassi. I prossimi tagli li porteranno al di sotto della “neutralità a breve termine” che si aggira intorno al 2%.

Rispondendo ad una domanda ha spiegato che nonostante le difficoltà della Francia non si è discusso di scudo anti-spread adottato dalla Bce nel 2022 per assicurare una trasmissione uniforme negli Stati membri degli impulsi di politica monetaria. Viceversa sarà azzerato il piano di difesa del debito che consentiva reinvestimenti del debito in scadenza mirati sui singoli Paesi. "Il Pepp si è dimostrato uno strumento eccezionale per tempi eccezionali, per affrontare la pandemia quando la stavamo affrontando". Lagarde ha aggiunto che la Bce non usa i reinvestimenti flessibili del Pepp da oltre un anno: "non vengono usati dal luglio 2023".




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