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Il medico con cinque lauree premiato da Forbes: «Cambierà la sanità»

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Salvare vite e creare un futuro più equo: il mondo si affida a menti brillanti, e tra queste c’è anche Giulio Deangeli, 29enne di Este. Il giovane neuroscienziato è stato inserito da Forbes tra i 30 under 30 degli Usa che nell’ultimo anno hanno dato un contributo importante in ambito sanitario a livello planetario, e che possono segnare in maniera fondamentale i progressi in ambito “healthcare”.

Il premio

Lunedì scorso è stato premiato a New York dal magazine più famoso al mondo su classifiche, cultura economica, leadership imprenditoriale, innovazione e lifestyle. Deangeli è l’unico italiano di questa speciale classifica, forte del lavoro svolto in questi anni a Boston.

Nella capitale mondiale del biotech, il 29enne atestino – primo studente d’Italia a completare cinque lauree in parallelo con la media del 30 e lode e primo italiano a ottenere la borsa di studio mondiale Harvard Hip - ha fondato una startup con il collega Cristiano Peron, la Oxbridge Clinical.

«Non esiste la sola ricerca accademica: le startup sono sempre più strumento per la ricerca pura, è un vero cambio di paradigma», spiega Deangeli. «Con Peron abbiamo sviluppato una tecnologia diagnostica microbiologica che non necessita di un laboratorio: diamo la possibilità, cioè, di identificare e quantificare dei microrganismi in un campione misto, basta che questo contenga un patogeno». Un unico test senza bisogno di laboratorio, un game changer, un punto di svolta.

«Un’applicazione concreta?», continua l’atestino. «Oggi un paziente con malattia respiratoria va dal medico, gli viene diagnosticata una polmonite e torna a casa con l’antibiotico: lo prevede il protocollo. Il medico non ha strumenti per capire se si tratta di polmonite virale o batterica, per individuare la famiglia del patogeno. E così, anche se abbiamo terapie mirate per quasi tutti i patogeni respiratori, diamo a tutti l’Amoxicillina. Non è un errore medico, è il protocollo».

Le ricerche

Questo cosa comporta? «Metà pazienti torna di fatto a casa con acqua fresca, senza una terapia, visto che per metà l’antibiotico non è efficace. Negli over 65, uno su due finisce comunque in ospedale. E, ancor peggio, a forza di dare antibiotici ad ampio spettro contribuiamo ad aumentare le antibiotico-resistenze, fenomeno che sta conducendo a una crisi globale».

Si stima che nel 2050 la resistenza agli antibiotici (che oggi porta a 1 milione di morti all’anno al mondo) diventerà la prima causa di morte, superando il cancro che oggi costa 10 milioni di vittime.

Con la tecnologia sviluppata da Deangeli-Peron, il medico potrà, con un semplice test in ambulatorio, individuare virus o batterio, determinare se è il caso o meno di prescrivere l’antibiotico, scegliendo anche il più adatto.
«La vera ambizione, però, resta l’applicazione di questo sistema all’ambito neurodegenerativo, quello su cui concentro da sempre il cuore della mia ricerca», continua il 29enne.

Che, parallelamente al lavoro in start-up, persevera nell’attività di ricerca accademica a Cambridge, nel laboratorio di Maria Grazia Spillantini (considerata l’erede di Rita Levi Montalcini) e Pietro Liò, da tutti considerato “il laboratorio dei Nobel”.

«Qui mi concentro soprattutto sullo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale applicate all’identificazione dei meccanismi di patologia, specie nel mondo delle malattie neurodegenerative», prosegue, «Io studio l’IA da almeno quattro anni, ben prima dell’avvento di ChatGpt, tanto per dare l’idea. Sviluppo le architetture che consentono di identificare nuovi target genici coinvolti, oggi a nostra insaputa, nel meccanismo che porta alla malattia».

Un cervello “non” in fuga

Più che alla ricerca del pesce (il gene che causa la malattia) – metafora dello stesso Deangeli - punta a individuare la canna da pesca adatta (lo strumento per pescare quel gene). I primi risultati di questo lavoro saranno pubblicati a breve. E nella spola tra Boston e Londra, Deangeli non dimentica l’Italia: nel nostro Paese è fresca di creazione la Fondazione Giulio Deangeli Ets, realtà del terzo settore interamente no profit, sostenuta già da importanti donatori.

«La Fondazione eredita il percorso di “A choice for life”, che ha già assicurato orientamento universitario a oltre 2 mila studenti italiani. Stiamo per lanciare due progetti complementari. Il primo è una sorta di escape room dell’orientamento: giochi interattivi che permetteranno agli studenti di provare l’ebbrezza di sperimentare che vita si fa nelle varie professioni: partiremo da Veneto e Valle d’Aosta».

E ancora: «Selezioneremo un pool di studenti, con un bando, per lavorare sul mentoring one-on-one: faremo tutto il possibile per realizzare il sogno dei singoli candidati. Vuoi andare ad Harvard? Bene, cercheremo di darti tutti gli strumenti per far sì che tu ti giochi tutte le carte nel migliore dei modi».

Giulio Deangeli, cervello sempre di corsa e mai in fuga.




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