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Putin attacca nella conferenza di fine anno. “Intercettate i missili, se ci riuscite”. Ma sul Kursk ammette…

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Vladimir Putin sfrutta la conferenza stampa di fine anno per accusare l’Occidente e l’Ucraina di non essere collaborativi sul fronte della “pace”, minacciando anche ripercussioni belliche con i famigerati missili Oreshnik. Nonostante la propaganda e le 2, 2 milioni di domande ricevute e solo in parte selezionate, qualcosa scricchiola sotto il pavimento del Cremlino: si tratta proprio della regione del Kursk, sotto minaccia e controllo ucraina, su cui Putin non riesce a dare spiegazioni concrete. Più volte il Presidente russo ha specificato di essere pronto ai negoziati e a parlare con Trump e Assad, entrando in contrasto con i presupposti iniziali di pace e collaborazione e non sono mancate la rassicurazioni sul fatto che l’economia Russia stia continuando a crescere sempre di più: prima in Europa e quarta nel mondo, secondo le parole di Vladimir Putin. L’ultimo zar ha però tradito incertezza sul fronte economico, ammettendo che l’inflazione in Russia è un “segnale preoccupante”.

Putin in confusione contro l’Occidente e Kiev ma favorevole a dialogare con Trump e Assad

Il presidente russo Vladimir Putin ha chiarito di essere favorevole a parlare con il neo Presidente americano Trump “in qualsiasi momento” aggiungendo, però: “Non so quando lo vedrò. Non sta dicendo niente a riguardo. Non gli parlo da più di quattro anni. Sono pronto, ovviamente. In qualsiasi momento”. Una dichiarazione che però stona con la sua convinzione secondo cui “praticamente tutti i Paesi della Nato sono in guerra” con la Russia e che quest’ultima sarebbe pronta ad accettare “negoziati e compromessi” mentre Kiev “si è rifiutata di negoziare”. Inoltre, il capo del Cremlino ha raccontato che “ad essere sincero, non ho ancora incontrato il presidente Assad dopo il suo arrivo a Mosca, ma ho intenzione di farlo, gli parlerò sicuramente”, rimarcando il fatto che la caduta della Siria nelle mani dei jihadisti non rappresenti una sconfitta per la Russia.

Putin perde le staffe e provoca l’Occidente: “Provate ad intercettare il missile Oreshnik”

Putin ha provocato l’Occidente chiedendogli di provare ad intercettare il missile Oreshnik capace di trasportare testate nucleari, in quanto ritiene che “non vi è alcuna possibilità” di riuscita. Il presidente russo ha poi chiesto agli stati occidentali di scegliere “un obiettivo a Kiev che la Russia deve colpire con l’Oreshnik e concentri lì i sistemi di difesa aerea per intercettarlo” evidenziando che “Non vi è alcuna possibilità di abbattere o distruggere facilmente l’Oreshnik”. Non proprio una dimostrazione diplomatica eccelsa, anche in base ai presupposti di negoziazione e compromesso su cui la Russia dice di essere pronta a confrontarsi.

Mosca ritiene “illegittimo il governo ucraino”

Non è mancata la stoccata al Premier ucraino Volodymyr Zelensky da parte di Vladimir Putin, il quale sostiene che il governo del suo nemico sia “illegittimo poiché molti dei suoi organi sono formati da un presidente che ha perso la sua legittimità” e che “nella Costituzione dell’Ucraina non vi è alcuna indicazione sulla possibilità di estendere i poteri del presidente anche sotto la legge marziale“. Poi però il presidente russo ha provato a mantenere la calma, raccontando che Mosca parlerà con chiunque, compreso Zelensky, se dovesse andare alle urne e ottenere legittimità”. Una cosa è certa: votare sotto le bombe non è facile e indire elezioni in questo momento non assomiglia ad una mossa molto furba.

La Russia zoppica: dall’occupazione Ucraina nel Kursk all’economia statale

“Non posso dare ora una data precisa per la liberazione della regione di Kursk” ha scandito Vladimir Putin, cercando di rassicuare gli ascoltatori dicendo che “tutto sarà ricostruito, le strade, le infrastrutture, le scuole, gli asili e i luoghi di incontro” e garantendo che “è comunque importante parlarne perché sicuramente l’avversario sarà spazzato via”. Dalle sue asserzioni, sembra che l’invasione della regione russa al momento sia il problema che lo preoccupa maggiormente. Per quanto riguarda l’economia, il presidente russo ha dovuto ammettere  che l’aumentando dell’inflazione sia un “segnale preoccupante”  ma sostenendo che gli stipendi sono aumentati e la situazione rimane stabile. Ormai Mosca punta tutto sulla Cina, con una relazione ritenuta dal Cremlino come di livello e qualità “senza precedenti” oltre che un ” fattore di stabilità più importante” a livello mondiale: vista la coesistenza, chissà cosa potrebbe accadere se uno dei due stati dovesse andare in crisi.

La morte di Kirillov e la furia di Putin con i servizi di sicurezza russi

Sulla morte del generale Igor Kirillov, Putin ha dovuto ammettere che la colpa è da imputare ai servizi di intelligence che “stanno permettendo che questi attacchi avvengano” e questo secondo lui vuol dire che bisogna “migliorare questo lavoro. Non dobbiamo permettere che si verifichino errori così gravi”. L’attentato contro il generale russo rappresenta una sconfitta a dir poco bruciante per Mosca, che a quanto pare non è poi così impenetrabile anche nella pubblica sicurezza, ma si era già visto con il tragico evento della Crocus City Hall, in cui il 22 marzo scorso i jihadisti dell’Isis K sono riusciti ad irrompere nella struttura di Krasnogorsk facendo una strage.

 

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