“Da Bardelli” si rinnova però mantiene l’insegna

PAVIA. Nuova linfa e un tocco contemporaneo, moderno, nella proposta gastronomica, anche se lo stile, quello che ha fatto storia in quel sublime affaccio sul Ticino, rimane lo stesso, charmant.

Per il ristorante Bardelli, dopo quasi trent’anni dall’arrivo del patron Franco Bardelli, scomparso due anni fa all’età di 83 anni, è tempo di scrivere un nuovo capitolo. Il locale, peraltro, era stata a lungo un’osteria, “Da Pierino”, che a Pavia aveva fatto storia. Il nome rimane “da Bardelli” con quell’insegna liberty che troneggia in Lungoticino.

A cambiare è la gestione che passa nelle mani della società Fiume Azzurro, di cui Davide Lanzalotti, direttore del ristorante, è socio. «Abbiamo rilevato questa attività da due mesi, e stiamo lavorando per mantenere l’allure che ha sempre avuto questo locale simbolo di Pavia, seppur dando un’impronta fresca e contemporanea al format che aveva impostato Franco Bardelli».

Qui, in questa ampia veranda in ferro battuto verde con grandi vetrate quasi fosse un giardino d’inverno, appena ristrutturata, il classico gastronomico si è sempre servito: risotti, paste ripiene, filetti alla Wellington, storione al limone, rognone trifolato e gamberi alla fiamma. Oggi la cucina è affidata a due chef, resident ed executive, Daniele Moretti e Ivo Nocco: «Nessuno stravolgimento, i clienti di Bardelli dovranno trovare ancora il loro posto elegante e speciale -spiega Lanzalotti -. Solo lasceremo alcuni capisaldi, allontanandoci un po’ dagli anni 80».

Il Natale, tuttavia, è ancora all'insegna della tradizione: si inizia con capesante gratinate, salmone scozzese, insalatina di carciofi croccanti, sedano bianco e Parmigiano 36 mesi, e flan di erbette. Due i primi: Carnaroli ai carciofi di Albenga con Castelmagno e Melagrana, e ravioli di brasato in brodo di cappone. Si chiude con il carrè di scottona e patate duchessa, Veneziana artigianale e alzatine di dolcezze e frutta. Il panorama sul fiume azzurro farà da mirabile contorno.el.la.