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Vannizagnoli.it show 2024-25: Giovanni Petrucci per la 6ª volta presidente federale, la 4ª di fila: finirà a 83 anni…Poi si candidi alla presidenza della Repubblica

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Non avevo grandi dubbi che Giovanni Petrucci sarebbe stato confermato alla guida della federazione di pallacanestro. E’ il 6° mandato, 4° di fila, nel 2028 avrà 83 anni. Ma perchè non si candida fin d’ora per la presidenza della Repubblica?

Franco Carraro, classe 1939, sino al 2018, dunque ai 79 anni, era parlamentare, è un peccato che non sia rimasto con Forza Italia, comunque adesso ha una carica paralimpica abbastanza onorifica.

Speravo che Petrucci restasse come presidente onorario, in quel ruolo stava benissimo, invece no, si è preso il 70% dei voti.

Non conosco Guido Valori, neanche peraltro ha avvicinato il sorpasso, ha fatto persino molto peggio del centro destra in Emilia Romagna, -40% contro il -17% di Elena Ugolini, la candidata comunque strabattuta da Michele de Pascale, di Ravenna, per la presidenza.

Con un presidente normale, non sarebbe stato esonerato Romeo Sacchetti da ct, fra i rari ad averci qualificato alle olimpiadi, da 40 anni a questa parte. Ce l’hanno fatta solo Sandro Gamba per due volte, negli anni ’80, Bogdan Tanjevic a fine millennio e poi Carlo Recalcati. E, appunto, Meo.

Ma poi chi ha scelto, come ct? Una persona controversa, un giullare forse, uno che festeggiò una coppa europea, la terza, come importanza in Europa a Sassari, offrendo ai giocatori la sua carta di credito per andare a donne, non per fare regali alle proprie. No, proprio di quelle donne.

Gianmarco Pozzecco: eravamo ospiti insieme, la domenica, egli in studio, io dal calcio in Emilia Romagna, con frequenti puntate a Verona. Mi faceva il verso per la voce e una volta insieme alla conduttrice Fabiana, Paolini, mi chiese che versi emettevamo con mia moglie, Silvia Gilioli, durante quei momenti, rispondemmo di animali, gli esseri preferiti dalla signora Zagnoli, tale da 30 anni, anniversario a san Silvestro, adesso.

Petrucci ha scelto un commissario tecnico che neanche ha avvicinato la qualificazione a Parigi, siamo usciti nettamente in semifinale, con Porto Rico. E là Petrucci a difendere Pozzecco. Li avevo notati 2-3 anni fa a Trento, al festival della Gazzetta dello sport, a braccetto.

A me non interessa che i bambini abbiano piacere di giocare con ottimo ex playmaker, a me interessa vedere sulla panchina azzurra il migliore o uno dei migliori, Walter de Raffaele, Marco Ramondino, soprattutto Trinchieri, magari Scariolo, e che faccia giocare i migliori, a partire da Amedeo della Valle. Senza se e senza ma.

E poi un ct normale, non che spieghi la tentazione di buttarsi dal 46° piano dell’hotel, nelle Filippine, dopo la prima sconfitta ai mondiali.

Desidero un presidente federale che spieghi alla Fiba la necessità di portare in Eurolega i team campioni di ciascun Paese, magari anche la finalista, l’importante è che ci sia solo il merito sportivo, perchè l’impianto a me fa sorridere. La capienza, le luci, la sicurezza, basta.

Non chiedo tanto, chiedo che in Eurolega non vada Milano, tantopiù se si ferma ai quarti di finale oppure in semifinale. Idem, la Virtus Bologna. Se Brescia raggiungesse la prima finale scudetto della storia, dovrebbe giocare l’Eurolega, senza se e senza ma.

Ci sono mille modi per diffondere la cultura del basket, il primo sono i musei societari, cittadini, i racconti a teatro di grandi e piccoli personaggi, di grandi e piccoli club, di tutti escluso Dino Meneghin, che ho assaporato a Reggio Emilia.

Non esistono solo i migliori, i personaggi, anche storie di secondo, terzo piano possono essere carine. Abbassare i prezzi, eliminare i balordi dalle curve, limitare gli stranieri e i passaportati e gli allenatori da fuori. Impedire il più possibile gli esoneri per permettere ai club di crescere.

Creare, almeno ipotizzare, polisportive, modello Lazio e poco altro. Andare in sinergia con calcio e volley, con F1 e motogp, se si riesce, con le città e le province, le regioni e le scuole.

Portare l’Eurolega dove non c’è mai stato grande basket, dunque a Parma e a Modena, non certo a Reggio Emilia, per esempio. In Sardegna, in Sicilia, in Basilicata, in Val d’Aosta, in Molise.

Omaggiare le grandi famiglie del basket, non solo gli atleti più popolari.

Omaggiare i magnati che hanno portato club al punto più alto della storia. Creare una coppa europea per le migliori squadre di serie A2.

Imporre un salary cap, come in Nba. Provare una finale secca, scudetto, ma pure l’effetto di una finale a 9, infinita.

Provare il canestro da 4 punti, insignire in ogni regione e in ogni provincia i migliori di ogni tempo. Se sono scomparso o non stanno bene, celebrarli tramite i parenti.

Incentivare l’attività giovanile e, soprattutto, femminile. Creare allenatori bravi, farli andare in giro per l’Europa e, se riusciamo, in Nba.

Creare dirigenti di lusso, sottrarne magari alcuni al calcio, al volley, alla pallanuoto.

Migliorare la tecnica dei cestisti, sulla parte fisica e tattica siamo sicuri che la pallacanestro italiana sia imbattibile.

Pallacanestro, non basket. Pallavolo, non volley. Basta barbarismi gratuiti.

 

 

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