Un nuovo paradigma per un nuovo anno
Mentre il vecchio anno volge al termine e si apre quello nuovo, l’amministrazione uscente di Biden e i suoi alleati continuano a sfruttare il poco tempo rimasto fino al 20 gennaio per creare scompiglio a livello internazionale, con l’obiettivo di ridurre o eliminare le possibilità che la presidenza Trump ha di stabilire una politica alternativa. Così, il giorno di Natale la Casa Bianca ha annunciato la consegna di un nuovo lotto di missili, compresi gli ATACMS, all’Ucraina. Il giorno dopo è stata versata a Kiev una prima rata di un miliardo di dollari, prelevata dagli interessi maturati sui beni russi congelati dall’Occidente. Contemporaneamente, sono stati intensificati gli sforzi di destabilizzazione in Georgia, Azerbaigian e altrove, nella speranza di indebolire Putin. Ciononostante, i leader russi rimangono aperti al dialogo con Trump.
Nell’Asia sud-occidentale, il governo Netanyahu, con il sostegno implicito di Washington, è in piena furia. Dopo la caduta del presidente siriano Assad e la presa del potere da parte di terroristi presumibilmente “riformati”, Israele ha occupato territori sulle alture del Golan e oltre, nel sud-ovest della Siria, ha intensificato i bombardamenti sullo Yemen (quasi assassinando il direttore dell’OMS) e si vanta di aver preparato la strada ad attacchi contro l’Iran.
Più drammatica di tutte è la situazione a Gaza, dove le Forze di Difesa israeliane hanno approfittato del periodo natalizio per distruggere e poi bruciare l’ultimo ospedale funzionante. L’OMS avverte in una dichiarazione ufficiale che “lo smantellamento sistematico” del sistema sanitario mette “a rischio la vita dei 75.000 palestinesi rimasti nell’area”. L’orrore è riassunto in un nuovo rapporto che rileva che il 95% dei bambini di Gaza pensa di morire a breve e il 50% ritiene che morire sia meglio che continuare a vivere.
Come ha dichiarato nel fine settimana la presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche, l’indifferenza degli europei e di tutto l’Occidente di fronte a questa tragedia e la loro incapacità di fermare il genocidio “rimarranno con noi come un grande fardello nella formazione di qualsiasi nuovo ordine che spero saremo in grado di creare”.
In effetti, al di là del caos strategico e anche se i media tradizionali ne parlano poco, un nuovo ordine si sta formando intorno ai BRICS e al Sud globale tra forze che rifiutano di piegarsi al cosiddetto “ordine basato sulle regole” imposto dall’Occidente. L’iniziativa cinese Belt and Road ha già portato sviluppo in alcuni di questi Paesi e questo processo non si fermerà. Pertanto, nonostante la decadenza morale delle élite al potere in Occidente, le forze più sane dei Paesi occidentali devono ora adoperarsi per dare una risposta favorevole all’invito dei BRICS, della Cina e di molti altri Paesi ad aderire al nuovo paradigma.
Segui il dialogo tra Helga Zepp-LaRouche e Ray Mcgovern mercoledì 1° gennaio alle ore 18.30 su https://schillerinstitute.com/.