Ford, Stellantis e Toyota, scatta l’alleanza per evitare le multe UE. Con l’aiuto di Tesla
L’unione fa la forza. Anche quando si tratta di evitare multe miliardarie: il riferimento è alla nuova “verde alleanza” fra case costruttrici di automobili, pensata per schivare le sanzioni che la UE vorrebbe imporre alle aziende che superano i severi valori di emissioni di CO2 medi di gamma, in vigore col nuovo anno appena iniziato. Le nuove norme obbligano i car makers a costruire più automobili elettriche, che però il mercato non assorbe, o a rallentare la fabbricazione di auto tradizionali, a scapito della produzione industriale (e, conseguentemente, dell’occupazione).
Tuttavia, per aggirare il problema, con logiche simili a quanto fatto in passato con la vendita dei “crediti verdi” – con cui i costruttori meno virtuosi potevano comprare dei ‘gettoni ambientali’ dai costruttori di auto elettriche, che sono vetture a emissioni zero allo scarico –, i fabbricanti di auto vorrebbero beneficiare del meccanismo del “pooling”: esso permette alle case automobilistiche di unire virtualmente le proprie flotte in modo che quelle più inquinanti facciano media con quelle più green. Ciò consentirebbe di soddisfare i requisiti ambientali richiesti dall’Europa e dribblare eventuali multe “azzoppabilanci”.
Il maxi raggruppamento fra costruttori sarebbe gestito dalla filiale olandese di Tesla – che ha una gamma di vetture totalmente elettriche –, che farebbe da “Pool Manager” di un gruppo di costruttori in cui figurerebbero Toyota Motor Europe, Ford Werke GmbH (per conto pure di Ford Motor Company), Mazda Motor Europe GmbH e Subaru Europe. Tra i membri anche Stellantis Auto Sas, Automobiles Peugeot SA, Automobiles Citroen SAS, Stellantis Europe Spa, FCA Us Llc (rappresentata da Stellantis Europe), Alfa Romeo Spa, Opel Automobile GmbH e Leapmotor Automobile Co., Ltd. (rappresentata da GreenKar Innovation Srl). Insomma, un enorme carrozzone di costruttori.
L’elenco definitivo dei partecipanti è ancora da confermare e potrebbero esserci ulteriori adesioni, purché le richieste di farvi parte non arrivino oltre il prossimo 5 febbraio. Tutti i membri saranno tenuti a firmare un accordo di segretezza e a fornire alla pool manager (cioè Tesla) i dati relativi alle proprie emissioni medie di gamma di CO2, in modo da capire se il raggruppamento fra costruttori sia effettivamente in grado di raggiungere gli obiettivi ambientali. E se vi sia la capacità di “coprire qualsiasi potenziale premio per le emissioni in eccesso”, ossia pagare eventuali multe.
Il raggruppamento fra costruttori sarà valido per l’intero 2025. Ma è facile presupporre che la “verde alleanza” potrebbe essere rinnovata anche negli anni a venire se il meccanismo scaccia-multe si rivelasse efficiente. Chiaro che a guadagnarci, come successo in passato, saranno i costruttori formalmente più rispettosi dell’ambiente, che venderanno – a caro prezzo, ma inferiore al costo delle multe – la loro virtù a quelli più in affanno col controllo delle emissioni.
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