Australian Open, Mensik altra mina vagante? “Bello vedere volti nuovi nel tennis

Limiti e timori reverenziali, mai avuti. Jakub Mensik non si spaventa davanti a nessuno. Con la tipica spavalderia di un teenager il 19enne ceco schianta la palla e gli avversari che non reggono il ritmo spesso finiscono per cadere come birilli. Ultimo tra questi, il numero 6 al mondo Casper Ruud. Al secondo turno dell’Australian Open 2025 il norvegese ha ceduto in quattro set contro il ragazzo di Prostejov, vittorioso in meno di tre ore di tennis.

I numeri del ceco in questo incontro sono impressionanti. L’attuale numero 48 ATP – che attualmente si trova al 47esimo posto nella classifica live, suo best ranking – ha letteralmente ricoperto l’avversario di sassate. Per lui 22 ace, ottime percentuali di conversione sia con la prima che con la seconda palla di servizio, un solo break concesso che gli ha fatto perdere il secondo set, e 62 (!) vincenti. Ruud, giusto per rendersi conto, ne ha messi a segno 30, quindi meno della metà.

Questa per Mensik è la prima vittoria contro un top 10 in uno Slam e la quinta in totale su nove incontri disputati. Una percentuale mica male per un ragazzo di soli 19 anni. “Mi sento bene” – la prima frase di Jakub in conferenza stampa post-vittoria. Come biasimarlo. “Sapevo prima del match che sarebbe stata dura: non è mai facile giocare contro questi top player. Ancor di più in uno Slam, quindi al meglio dei cinque set. Sono soddisfatto di essere riuscito a mantenere la concentrazione e un livello alto per tutto l’incontro”.

Piano piano si sale sempre più in alto. Il gioco migliora, la consapevolezza aumenta e i risultati arrivano di conseguenza. Come lui molti altri, anche più giovani come il collega brasiliano Joao Fonseca, pure lui vittorioso su un top 10 (Andrey Rublev) alla prima apparizione in un tabellone principale di uno Slam. “Tutti i tennisti giovani fanno del loro meglio per arrivare allo stesso livello. Anche Jannik (con cui sente di avere qualcosa in comune, ndr) e Carlos qualche anno fa erano teenager. Quindi, possiamo seguire i loro passi per cercare di giungere dove sono loro, per poterli sfidare. Almeno, per me è così. Penso di poter provare ad avvicinarmi al loro livello continuando a migliorare. È bello vedere nuovi volti: il tennis sta andando avanti. Si vedono nuovi nomi nei tornei. Per i fan, per il tennis, per tutto questo è molto positivo”.

Jakub, che appartiene alla scuola ceca, non cammina guardando verso il basso. Sa benissimo che ci sono altri giovani colleghi come lui – connazionali e non -, forti e carichi per avanzare verso le prime fasce del tennis mondiale. “Il tennis è uno sport individuale. Quando però vedi tutti questi giovani, anche cechi, che migliorano è bello perché ci sproniamo a vicenda. Non ci sentiamo costantemente rivali. Anzi, ci supportiamo. Questo è importante per noi in questa fase della nostra carriera, ma anche più avanti. Tomas (Machac, ndr) e Jiri (Lehecka, ndr) sono quelli che prendo come riferimento. Migliorano a ogni torneo, ogni anno. Ma anche i ragazzi della Next Gen: Joao (Fonseca, ndr), Alex (Michelsen, ndr) e tutti gli altri”.

Prossimo avversario al terzo turno – terza volta che il ceco si spinge tra i migliori 32 di uno Slam, prima volta in Australia -, lo spagnolo Alejandro Davidovch Fokina, contro cui si è dovuto ritirare lo scorso anno a Dubai, ma che aveva sconfitto la settimana prima in due set a Doha. Ed è proprio nella città qatariota che Mensik ha giocato e perso contro Karen Khachanov la sua prima e fino ad ora unica finale ATP. Più avanti, a ottobre, si è spinto sino ai quarti di finale nel 1000 di Shanghai, perdendo poi con onore, in tre set, contro Novak Djokovic, suo idolo da sempre. Grandi risultati, sì, però la strada è ancora lunghissima per arrivare alla vetta del tennis. Ma Jakub ha tutta la voglia del mondo di scalare questa montagna. Lui, i suoi connazionali cechi e tutto il resto della giovane flotta.