Le opposizioni contro il “supervisore” per i programmi: “Questa è la norma anti-Report”
Le opposizioni si ribellano alla decisione dell’ad Rai Giampaolo Rossi di introdurre un “supervisore” per i programmi giornalistici dei Generi. Una specie di commissariamento secondo l’Usigrai che fa infuriare M5s, Pd e Alleanza Verdi-Sinistra. Così ora le minoranze chiedono di portare la vicenda in commissione di Vigilanza sposando la denuncia del sindacato dei giornalisti di viale Mazzini, secondo il quale la mossa è un modo per mettere “sotto stretto controllo l’informazione del servizio pubblico”.
“La Rai ha varato una ‘Norma anti-Report’? C’è un commissariamento dell’informazione? Come possono i cittadini sapere la verità se la maggioranza di Giorgia Meloni ha bloccato la commissione di Vigilanza Rai e quindi non è possibile che l’ad di Rai venga a riferire in commissione?”, scrive la senatrice del Movimento Cinque Stelle Barbara Floridia, presidente della stessa commissione. “Sono in molti a denunciare che questa circolare miri a colpire direttamente una delle trasmissioni di inchiesta più coraggiose e incisive del nostro panorama giornalistico – sottolinea – Secondo altri invece si tratta di una scelta normale dettata da logiche amministrative. La situazione non è chiara e quindi serve fare piena luce su tutta questa vicenda (e su molte altre)”.
Quindi la richiesta di “convocare l’amministratore delegato” della Rai per “fare chiarezza e capire quali siano le vere intenzioni di questa direttiva”. Ma da mesi la commissione è “paralizzata dal boicottaggio della maggioranza, che ne sta impedendo i lavori come strumento di ricatto per la nomina del presidente della Rai”. Si tratta di “un evidente controllo su chi fa informazione nel servizio pubblico”, attacca il senatore del Pd e membro della commissione, Francesco Verducci, che ritiene – anche lui – “assolutamente urgente che i dirigenti Rai siano convocati in commissione di Vigilanza per spiegare una scelta che suona come una minaccia della destra sull’azienda del servizio pubblico”. All’attacco anche Sandro Ruotolo, responsabile Informazione della segretaria dem: “Non pago della catastrofe degli ascolti dei programmi su cui ha già messo le mani, il governo Meloni ora pretende di controllare quelli che funzionano. Il declino del servizio pubblico lo pagheranno i cittadini. Non è accettabile”.
Questa circolare, concordano anche i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, “di fatto commissaria i programmi Rai ed è di tutta evidenza che l’obiettivo principale è la trasmissione Report”. La Rai, aggiungono, “dovrebbe essere grata al lavoro che Report sta facendo non solo in termini di ascolti ma anche perché a partire dall’ultima inchiesta sulla società Visibilia della ministra Santanchè ha consentito di fare luce su un aspetto importante poi ripreso da tutti i media nazionali e all’attenzione dell’opinione pubblica”. Per questo, sottolineano, “riteniamo la decisione un atto contro la libertà d’informazione e l’autonomia dei giornalisti” e chiedono all’ad Rossi “di chiarire rapidamente e di venire in commissione di vigilanza, organismo parlamentare che è paralizzato per volontà della destra”.
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