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Январь
2025

Bollengo, addio a Graziella Ardizzone, chirurga e scrittrice amante dei gatti

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Bollengo. Era stata nominata cittadina onoraria di Bollengo Graziella Ardizzone, scomparsa all’età di 90 anni lo scorso 17 gennaio.

Se lo meritava per essere stata un bravo medico chirurgo all’ospedale Le Molinette di Torino e una scrittrice di libri gialli, e di romanzi ambientati durante gli anni terribili della Seconda guerra mondiale. Che lei stessa aveva attraversato, seppur molto giovane, vivendo da sfollata a Castellamonte. Molti dei suoi libri hanno come cornice una sua grande passione: l’amore per i gatti. Che ha avuto fin dall’infanzia e che ha mantenuto negli anni. A Torino, mentre lavorava come medico alle Molinette, si era presa cura di una colonia felina nella zona. Che tuttora viene mantenuta.

“Per i valori etici cui si è sempre ispirata, sia nella vita professionale, sia nell’impegno letterario che ben traspaiono anche dai personaggi dei suoi romanzi, siano essi umani o gli amati gatti e cani”. Così recitava la motivazione della cittadinanza onoraria che le era stata conferita dal sindaco Luigi Ricca nel giugno del 2021. A Bollengo, in una cascina immersa nel verde, Graziella Ardizzone si era trasferita molti anni fa con il marito: un grande amore scalfito dalla perdita dell’unica figlia, Ilaria Guerra. Vivevano con nove gatti e un cane. Prima Graziella Ardizzone abitava a Torino, città di cui era originaria. Laureata in Medicina e in Lettere e filosofia aveva lavorato per 30 anni come chirurgo alle Molinette, vicina alle persone di cui si prendeva cura: nel corpo e nello spirito. Alcune delle sue storie nascono proprio dai racconti di alcuni pazienti e da vicende autobiografiche. Come in “La piuma del Martin Pescatore”, ambientato a Bollengo, dove la piccola Martina vive la sua amara realtà di paese, di freddo e di fame. Più tardi, adolescente, scoprirà una Torino ancora devastata dalla guerra e in cui affiorano i primi sentimenti di rinascita. Ambientazioni e sentimenti che si rivedono anche in “Non si rubano le fragole”: volumi che ricordano il Canavese che l’autrice ha presentato in più occasioni, invitata dalle amministrazioni comunali. Senza dimenticare i romanzi gialli costruiti intorno ai suoi adorati mici: “Il gatto azzurro”, “Gatti in città”, “Un’indagine con i baffi”, “Col gatto è meglio” scritto a quattro mani con la figlia, per citare quelli più noti. «Ho sempre apprezzato il suo saper testimoniare valori ideali – la ricorda Ricca – e la sua profonda convinzione che la sanità pubblica rappresenti un bene comune da difendere e da assicurare a tutti allo stesso modo». Le esequie si sono svolte in forma privata e laica.




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