È il momento di promuovere il piano Oasi
La fase 3 dell’accordo per il cessate il fuoco tra Hamas e Israele prevede la ricostruzione di Gaza, dove praticamente tutte le infrastrutture vitali sono state distrutte. Questa potrebbe essere la chiave per realizzare una pace duratura. Tuttavia, i piani e le prospettive per farlo dovrebbero essere lanciati immediatamente, senza aspettare una terza fase che, altrimenti, potrebbe non concretizzarsi mai. Un progetto di sviluppo, ancora attuale, fu proposto alcuni decenni fa dallo Schiller Institute, con il nome di “Piano Oasi” (https://chinese.larouchepub.com/en/2024/02/oasis-plan-en/). Nella riunione settimanale della Coalizione Internazionale per la Pace del 17 gennaio, Helga Zepp-LaRouche ha espresso un cauto ottimismo sull’accordo per il cessate il fuoco e sulla fine delle sofferenze e delle morti a Gaza, pur ammettendo che la situazione possa anche “andare completamente storta”. Da qui l’importanza di sfruttare l’impulso fornito dalla nuova amministrazione Trump per mettere in agenda un serio piano di ricostruzione.
“A mio avviso, questo è il momento in cui tutti noi dovremmo spingere il Piano Oasi”, ha detto la fondatrice dello Schiller Institute, “perché Trump ha detto più volte di essere un costruttore, di capire qualcosa di edilizia e di voler far ripartire l’economia degli Stati Uniti. Forse, se lavorassimo tutti insieme per convincerlo a promuovere il Piano Oasi e a coinvolgere anche tutti i Paesi vicini, oltre a Israele e Palestina”, egli “ispirerebbe i diversi leader della regione”. Se l’Arabia Saudita sta costruendo una stazione sciistica nel deserto, a costi elevatissimi, allora è possibile costruire impianti per fornire acqua gratuita e abbondante a tutti i Paesi, “in modo da far scomparire una fonte di conflitto, cioè la mancanza d’acqua”. Questo ispirerebbe le giovani generazioni palestinesi, dei diversi Paesi arabi e di tutti gli altri a unirsi e a contribuire alla costruzione di un progetto comune per il futuro. “Penso che dovremmo davvero mettere sul tavolo questa prospettiva di sviluppo in modo massiccio, perché una nuova architettura strategica globale di sicurezza e sviluppo che coinvolga tutti i Paesi del pianeta è il traguardo che dobbiamo raggiungere. Penso che per la regione del Medio Oriente, il Piano Oasi sia in questo momento l’unica cosa che potrebbe cambiare la dinamica”.
I due interlocutori immediati di Helga Zepp-LaRouche alla riunione dell’IPC, il colonnello Lawrence Wilkerson e Scott Ritter, hanno espresso il loro sostegno alla prospettiva delineata.