‘La scodata’ di De Chiesa: “Franzoni, virtuosismo da fuoriclasse. Brignone in slalom, chissà?”
LA RINASCITA DI ALEX VINATZER
Quando si esce da un tunnel buio, è sempre una vittoria, poi farlo nel tempio di Kitzbuehel ancora di più. Sono molto contento per lui.
Dal punto di vista tecnico ha limitato l’arretramento delle spalle, da sempre il suo nervo scoperto, mantenendosi molto più centrale. Penso che il fondo così ghiacciato di Kitzbuehel gli abbia dato una mano. Quando la neve si rovina e ci sono delle scalfiture più vistose, il movimento delle spalle ti fa perdere più facilmente il controllo dello sci. Invece la neve era ghiacciata e questo lo ha aiutato, limitando le conseguenze degli arretramenti, anche se molto meno evidenti.
Vinatzer ha fatto una grande manche: quando è rimasto davanti a Jakobsen, che era andato fortissimo, ho subito pensato che avrebbe potuto avvicinare il podio. Nella parte centrale della seconda manche nessuno è stato stretto sui pali come Vinatzer, sciando in modo attivo e mantenendo al tempo stesso il dinamismo. Poi sull’ultimo dosso abbiamo tremato. Quando sei in bilico, l’inforcata è dietro l’angolo, invece è riuscito a lanciare la punta dello sci senza inforcare, e andar via come un razzo. Mi ha fatto ricordare Giuliano Razzoli, che qualche anno fa stava per vincere a Kitzbuehel, ma fu tradito da quell’ultimo dosso. Vinatzer viene da una serie negativa di errori a cascata. La domanda viene legittima: qual è il vero Vinatzer? Adesso avremo la controprova a Schladming, altra pista stupenda.
FINE SETTIMANA SOTTOTONO PER GLI AZZURRI SULLA STREIF
Mi aspettavo di più, sia da Casse sia da Paris, ma soprattutto da Paris. A Wengen si era avuta l’illusione che fosse tornato a sciare su livelli altissimi. Invece in superG è scivolato malamente in quella curva dove sono usciti in tanti e in discesa la stessa curva non l’ha fatta bene, tanto che l’ha tirata per i capelli ed è finito vicino alle reti. Ciò l’ha portato a tagliare il Lärchenschuss, ovvero a un suicidio cronometrico certo, perché dopo 150 metri c’è un piano e quindi perdi tanta velocità. Paris poi è stato molto veloce nella parte bassa. Forse è stato condizionato dalla caduta in superG e ha sciato un po’ sulle uova. Vediamo come andrà a Garmisch, voglio rimanere ottimista dopo quanto visto a Wengen, ma i riscontri a Kitzbuehel non sono stati positivi.
FRANZONI CONTINUA A PROGREDIRE
Tanti complimenti a Franzoni, 10° in superG e 14° in discesa partendo con il buio. Ha sciato benissimo nella parte alta. L’ingresso alla Steilhang lo ha sbagliato, perché si è ritrovato a dover fare una correzione in aria e questo l’ha costretto ad effettuare la curva successiva in un fazzoletto, riuscendoci da fuoriclasse. Mi rimarrà sempre impresso il suo virtuosismo alla Steilhang, una manovra da campione.
FRANZONI POTREBBE ACQUISIRE CON GLI ANNI LE DOTI DI SCIVOLATORE?
La scorrevolezza è una dote innata, Ghedina ed Isolde Kostner ce l’avevano. Però puoi migliorare e limitare i danni, vedi quanto hanno fatto Brignone e Bassino. A 23 anni Franzoni ha già avuto quasi due stagioni buche a causa di quel grave incidente di Wengen. Quest’anno è l’unico dei giovani italiani che in ottica Olimpiadi 2026 può essere ritenuto una promessa. La pista di Bormio potrebbe anche essere molto buona per lui.
FEDERICA BRIGNONE ANCORA SUGLI SCUDI
Brignone ha superato se stessa. Ha vinto la sua seconda discesa della carriera dopo St. Anton su una pista storica come la Kandahar, battendo di un centesimo Sofia Goggia, che è la regina della discesa. Federica aveva sbagliato in prova la curva che immetteva in un lungo piano, invece in gara è stata impeccabile e in quel tratto ha limitato i danni in appena mezzo secondo dalla Suter. L’azzurra ha mantenuto una morbidezza incredibile, è stata una favola vederla sciare, le curve le ha tirate col compasso. È difficilissimo tenere la scioltezza a quelle velocità.
La Goggia invece la gara l’ha persa nella parte alta. Per lei perdere mezzo secondo, come la Brignone, è troppo, perché sui piani va forte. Poi ha sciato come se la Kreuzeck fosse un gigante da strapazzare, prendendosi tanti rischi e senza alcun margine. Sofia ha disputato una discesa all’attacco: entusiasmante! Poi ha sentito male alla spalla e non è riuscita a rimanere in posizione come avrebbe potuto. La gara comunque l’ha persa nel tratto di scorrimento in alto. Nell’ultima curva sul ripidissimo Tröglhang, di immissione sul piano, ha colpito il palo con la spalla sinistra, disunendosi per un attimo, quanto è bastato per finire lunga e correggere proprio all’imbocco del piano.
GOGGIA E LO SMACCO DI PERDERE IN DISCESA DA BRIGNONE
Essere battuta da Federica in discesa è un po’ uno smacco, lo stesso che Brignone aveva subito a Kronplatz in gigante un anno fa. Qui è successa un po’ la stessa cosa. Si tratta di una sorta di esproprio feudale. Fa molto bene questo antagonismo tra di loro che è sempre stato positivo. Tutte e due stanno traendo vantaggi da questa rivalità, l’una è un traino per l’altra.
BRIGNONE POTREBBE PENSARE ALLO SLALOM PER GUADAGNARE PUNTI SU GUT-BEHRAMI?
Federica non vuole pensare alla generale, ma alle gare singole. E lo sta facendo, basta vedere come ha reagito dopo Kronplatz. Lei pensa solo alla gara successiva, non ai punti. Chiaramente non puoi isolarti in una bolla. Se dovesse arrivare a fine stagione e fosse necessario disputare qualche slalom, chissà, magari lo farà. In ogni caso a fare slalom si è sempre divertita. Intanto, Gut-Behrami è tornata a sciare alla grande, meritando la vittoria con una discesa perfetta in superG.