Littizzetto all’attacco di Meloni sul caso Almasri. Fazio gongola, ma chi vuole prendere in giro?
Puntuale come tutte le domeniche è arrivato il monologo di Luciana Littizzetto a Che tempo che fa. Oggetto della “letterina” sono stati stato il caso Almsri e l’indagine a carico del governo aperta dalla Procura di Roma. I toni, naturalmente, sono stati di irrisione nei confronti del premier Giorgia Meloni ma, considerando il modo in cui Littizzetto ha costruito la narrazione, la sensazione è che a finire presi in giro siano stati gli spettatori.
La “letterina” di Luciana Littizzetto a Meloni sul caso Alamsri
«Cara Er Meloni Premiato premier Sfondatrice di tetti di cristallo Viaggiatrice indefessa su Meloplano E amica di tutti, da Musk a Milei, da Bin Salman a Santanché (per ora). So che questa settimana ne hai già ricevuta una, di letterina, quindi vengo da te in pace. Per dirti intanto che non hai ricevuto un avviso di garanzia, ma una comunicazione d’iscrizione nel registro degli indagati, che è come la prima convocazione di una riunione di condominio: un atto dovuto, comunicato peraltro con grande garbo, da un Procuratore che infatti si chiama Lo Voi?», è stato l’esordio di Littizzetto, che si è lanciata in quella distinzione in punta di diritto tra avviso di garanzia e comunicazione su cui si sono esercitate toghe e sinistra per cercare di minimizzare quanto accaduto e distogliere l’attenzione dalla portata politica dell’attacco al governo.
La bizzarra idea per cui “le regole” prevedono le inchieste contro i premier
«E poi se ti può consolare, nella tradizione dei premier italiani un’indagine non si è mai negata a nessuno. Eleggessero anche San Francesco, un pm che indaga sulla trattativa stato-lupi ci sarebbe. Quindi tranquillizzati. La magistratura non è contro di te. È che queste sono le regole: sarebbe come se un portiere si offendesse perché gli tirano sempre palloni addosso», ha proseguito Littizzetto con un paragone un po’ infelice che, al di là dell’effetto comico, suggerisce sostanzialmente che l’apertura di inchieste contro il premier, in quanto tale, va accolta come una prassi normale, che rientra nelle “regole del gioco” con buona pace delle più elementari norme di democrazia.
La differenza tra politica vera e politica mascherata da satira
«Se tu adesso fossi all’opposizione, te ne staresti zitta?», ha proseguito “Lucianina”, rispondendo anche al posto del premier di fronte a un Fabio Fazio visibilmente compiaciuto: «No, Giorgis. Non credo. Ti trasformeresti in un razzo missile dai meloni di mille valvole. Ti spunterebbero tre file di denti come Alien, le vene del collo gonfie come come salsicce di Bra, spalancheresti gli occhi già di natura parecchio spalancati fino a farli diventare grossi come le bocce degli indovini. E adesso fate le vittime? Adesso – ha detto ancora Littizzetto – la colpa è dell’avvocato amico di Prodi? Li Gotti… Tra l’altro Li Gotti, Lo Voi…in questa storia tutti hanno l’articolo davanti al cognome?». E fa niente che giusto un’eminente voce della sinistra, come resta quella dell’ex senatore Pd Nicola Latorre, abbia spiegato che la scelta del governo su Almasri è stata corretta e che la «ragion di Stato» è un principio cui tutti i governi si sono richiamati e devono richiamarsi. Ma questa è politica vera, mica politica mascherata da satira.
Littizzetto atterra dalla luna e si mette a scavare il fondo del barile
«Tra l’altro Melons, ma perché odi così tanto Prodi? Che ti ha fatto di male sto patatone?», ha chiesto ancora Littizzetto, che deve essersi persa qualche passaggio in merito all’attivismo del Professore e agli attacchi che ha rivolto al premier, visto che subito dopo sostiene che «non fa parte della politica attiva da molto tempo». «Calmati Melons», ha poi aggiunto Littizzetto, invitando il premier a sentirsi «serena come un vitello in un raduno di vegani». Un desiderio che si può facilmente immaginare condiviso da molti a sinistra, che però forse più che un agnello trai vegani auspicherebbero un agnello sacrificale. Incapace di liberarsi e ancor più di affermarsi, magari intessendo relazioni a 360 gradi. «Tu dici di non essere ricattabile. Certo. Non sei ricattabile in Italia. Ma nel resto del mondo sì. Sai perché? Ti svelo un segreto. Perché non puoi andare d’accordo con tutti», ha concluso Littizzetto, che ha ritenuto anche di aggiungere un post scriptum a Meloni che sfocia nel personale «e se il cameraman che ha filmato Giambruno fosse Prodi? Ipotizzo, eh, altrimenti non si spiega…». Il fondo del barile è raschiato.
“Cara Er Meloni
Premiato premier
Sfondatrice di tetti di cristallo
Viaggiatrice indefessa su Meloplano
E amica di tutti, da Musk a Milei, da Bin Salman a Santanché (per ora).So che questa settimana ne hai già ricevuta una, di letterina, quindi vengo da te in pace.
Per dirti… pic.twitter.com/rgrKIiHJUH
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) February 2, 2025
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