Bufera sull’influencer Chiara Nasti (moglie del calciatore Zaccagni) per il “no” al vaccino della pertosse
Era solo qualche mese fa, fine ottobre 2024, quando i pediatri italiani lanciavano l’allarme proprio sulla pertosse. Un neonato di 34 giorni era appena morto a Padova, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) aveva segnalato un aumento dei casi di 10 volte in tutta Europa nel 2023 e in Italia solo nei primi 5 mesi del 2024 (gennaio-maggio) i ricoveri in terapia intensiva fra i lattanti erano stati oltre 15 su oltre un centinaio di casi, con 3 neonati deceduti. “Il problema – osserva D’Avino all’Adnkronos Salute – è che parlano di argomenti medici persone che non sanno di medicina”. E “noi non possiamo più ascoltare persone parlare di medicina senza competenza medica. Io rappresento circa 7mila pediatri di famiglia italiani e il nostro obiettivo è quello di seguire le evidenze scientifiche. Se ci sono delle linee guida internazionali o anche nazionali che indicano che la vaccinazione contro la pertosse in gravidanza è fortemente raccomandata, queste linee guida sono il frutto di evidenze scientifiche che chiaramente dimostrano questo”. Una influencer “deve anche capire che, se la seguono migliaia o decine di migliaia di persone, un messaggio così dirompente non va bene. Deve passare il presupposto che di medicina parlano gli addetti ai lavori”.
“Perché è pericoloso un messaggio del genere? – continua D’Avino – Perché non solo va vaccinata la mamma contro la pertosse, ma va vaccinato assolutamente anche il lattante a partire dal 61esimo giorno di vita. Quindi il messaggio che sarebbe opportuno passasse è questo. E come io non mi occupo degli argomenti che tratta una influencer perché sono un medico e parlo di medicina, sarebbe altrettanto bello che chi non è un medico non affrontasse argomenti che non conosce”, anche se questo succede “sull’onda dell’entusiasmo” del momento social. Quindi non con cattive intenzioni.
“Il vaccino contro la pertosse, malattia dovuta a un batterio che si chiama Bordetella pertussis, non può assolutamente determinare la malattia nel soggetto a cui viene inoculato – rassicura il pediatra – Il suggerimento è che le mamme ascoltino le indicazioni dei medici, dei pediatri che si occupano di vaccinazione da decenni. E sappiano che, se vengono diffuse delle linee guida, sono la conseguenza di tutte le evidenze scientifiche che arrivano dall’Italia, dall’Europa e dal mondo”. La pertosse, tra l’altro, “ha registrato un aumento” negli ultimi anni. “Le malattie infettive, purtroppo, se noi non manteniamo delle coperture vaccinali adeguate, circolano. Circola il virus del morbillo, circola la rosolia – elenca l’esperto – e questo può favorire malattie anche molto severe nei bambini” e in particolare “nei più piccoli. Per questo è importante che” le dichiarazioni social di influencer “vengano riportate a quelle che sono le evidenze scientifiche”.
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