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Santorini, non basta la minaccia di un forte terremoto: ora ci si mettono pure gli Usa

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L’isola di Santorini è in questi giorni sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo non per le sue bellezze naturalistiche, ma per la serie di terremoti che stanno scuotendo l’area, portando residenti e turisti ad abbandonare l’isola. Per descrivere lo sciame sismico, composto da oltre 500 scosse di magnitudo compresa tra 3 e 5 registrate a largo delle isole di Santorini e Amorgos, il Primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha parlato di ‘estremamente complesso e intricato fenomeno geologico’.

Da questo punto di vista, l’isola di Santorini fa parte di una serie di vulcani presenti nel mar Egeo e allineati lungo un arco largo 40 km che si estende per 500 km, nati dall’interazione tra la placca tettonica euroasiatica e quella africana. Santorini in particolare si trova al di sopra della microplacca del Mar Egeo, parte della più grande placca eurasiatica, che si sta muovendo rispetto alla vicina placca africana rendendo l’arcipelago greco una delle zone sismicamente più attive d’Europa.

La complessità degli eventi che si stanno registrando in questo periodo nell’area sta nel fatto che, contrariamente a quanto di solito osservato in queste situazioni (forte scossa seguita, o a volte anticipata, da scosse di magnitudo minore) la sismicità non sta diminuendo, ma aumentando, con una serie di forti scosse di simile magnitudo.

Le ipotesi attualmente sul tavolo che i sismologi (esperti di geofisica e scienza della terra che studiano eventi sismici come i terremoti e la propagazione delle conseguenti onde sismiche) stanno valutando sono principalmente due. La prima presuppone un’origine di tipo tettonico, legata al movimento di una faglia. Ipotesi che porterebbe al verificarsi di un forte terremoto, con rischio tsunami, che fortunatamente sino ad oggi non si è verificato – va ricordato che la riattivazione della linea di faglia che scorre tra Santorini e Amorgos nel 1956 fu responsabile di un terremoto di magnitudo di 7.7 e relativo tsunami che provocò 53 morti.

La seconda ipotesi è che lo sciame sismico sia legato a movimenti di magma e fluidi in profondità. Se questa ipotesi esclude il rischio del verificarsi di una forte scossa, potrebbe però portare all’eruzione di uno dei vulcani attivi nell’area come Kolumbo, localizzato al di sotto del livello del mare a circa 8 km a nord est da Santorini. Studi recenti (precedenti all’attuale sciame sismico) suggeriscono che una potenziale eruzione del Kolumbo rappresenti un pericolo sostanziale per le coste settentrionali e orientali di Santorini. L’isola di Santorini stessa, con la sua forma circolare, è infatti quanto resta di una forte eruzione vulcanica di tipo esplosivo avvenuta circa 3500 anni fa, con le due piccole isole chiamate Old Kameni e Nea Kameni, che significano ‘vecchio e nuovo bruciato’, che rappresentano due edifici di origine vulcanica formatisi all’interno della originale caldera in tempi più recenti.

Al momento, l’ipotesi verso la quale sembrano protendere i ricercatori greci è quella della riattivazione della faglia localizzata tra Santorini e Amorgos che potrebbe generare terremoti di magnitudo superiore a quelli finora osservati.

In questa situazione è importante sottolineare come le politiche del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e del suo finanziatore e sodale Musk stanno minacciando la chiusura di uno dei più importanti progetti di monitoraggio globale dei terremoti costituito da circa 150 sismometri distribuiti nel mondo. Infatti, il congelamento dei fondi elargiti dal National Science Foundation (NSF), come parte del processo di chiusura dei progetti che favoriscono diversità e inclusione condotto dall’attuale amministrazione statunitense, sta bloccando le attività operate dal consorzio universitario non-profit EarthScope con il rischio di vedere disattivati sismometri e stazioni gps – l’ultimo aggiornamento visibile sul loro sito risale infatti al terremoto registrato nel Tibet meridionale il 6 gennaio 2025.

Se qualcuno ancora si aspettava un nuovo Rinascimento, stiamo invece velocemente sprofondando in un ostile e scuro Medioevo.

L'articolo Santorini, non basta la minaccia di un forte terremoto: ora ci si mettono pure gli Usa proviene da Il Fatto Quotidiano.




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