Sicurezza al Bennet di Ivrea, il sindaco Chiantore «Disponibile a tavolo pubblico-privato»
IVREA. «Mi rendo disponibile per un confronto tra l’autorità pubblica e il privato sulla sicurezza in quella zona». Il sindaco Matteo Chiantore raccoglie l’appello di Michele Racanelli, sindacalista della Filcams Cgil, di una cooperazione tra pubblico e privato per riprendere in mano la sicurezza al Bennet, dopo l’aggressione da parte di un ladro ubriaco, che ha lanciato pezzi di vetro contro dipendenti e clienti e ha costretto il personale a chiudersi nel punto vendita.
Le valutazioni delle migliori misure di pubblica sicurezza restano una competenza del commissariato di polizia senza cui, questo tavolo, ovviamente, non potrà esistere. Lo stesso vale per il Bennet, altro attore protagonista, a cui la Cgil ha già scritto. In fondo per il sindacato è una questione di sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, che si raccontano sempre più spaventati e spaventate quando la sera devono uscire dal supermercato.
«Se c’è questa disponibilità – spiega Racanelli – siamo ben contenti. La nostra proposta delle guardie particolari che agiscono su input delle forze di polizia potrebbe rappresentare un esempio di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato. Per il testo pubblico sulla sicurezza nel momento in cui la pattuglia chiede l’appoggio delle guardie particolari, è come se fossero agenti di pubblica sicurezza». Leggiamolo, allora, l’articolo 139 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps), che recita: «Gli uffici di vigilanza e di investigazione privata sono tenuti a prestare la loro opera a richiesta dell’autorità di pubblica sicurezza e i loro agenti sono obbligati ad aderire a tutte le richieste ad essi rivolte dagli ufficiali o dagli agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria». E, a proposito, della competenza sulla pubblica sicurezza, un dibattito che infiamma spesso le pagine social cittadine, lo stesso Tulps è chiaro già dall’articolo 1: «Le attribuzioni dell’autorità provinciale di pubblica sicurezza sono esercitate dal prefetto e dal questore; quelle dell’autorità locale dal capo dell’ufficio di pubblica sicurezza del luogo o, in mancanza, dal sindaco».
Il commissariato di Ivrea, come è noto è alle prese con problemi di personale crescenti: da un anno a questa parte è rimasto senza un dirigente di ruolo, dopo l’addio del vice questore Clemente Palopoli, subito dopo il Carnevale 2024. Da un anno a questa parte fa le sue funzioni Claudia Tempo, che però è commissaria capo. Secondo i dati diffusi dal sindacato Siap, il Commissariato di Ivrea e Banchette in dieci anni ha subito una diminuzione del personale di oltre il 10%. Tutto questo a fronte di un aumento del 20% delle richieste di intervento da parte dei cittadini. I poliziotti in servizio effettivo al Commissariato di Ivrea sono ormai solo 47 – dirigente facente funzioni e vice dirigente, che ha il grado di ispettore, compresi –, con un’altissima percentuale di cinquantenni e imminenti pensionamenti. La forza operativa effettiva giornaliera oscilla tra le 35 e 38 unità, a causa di aggregazioni permanenti presso la Procura di Ivrea e inidoneità al servizio per malattia. Il Siap ha già incontrato il prefetto Donato Cafagna.
Il Comune di Ivrea ha comunque già stretto degli accordi con le associazioni dei carabinieri e della polizia, che pattugliano il territorio e raccolgono le voci della strada. Possono ricevere segnalazioni dai cittadini, verificare eventualmente loro stessi situazioni particolari che possono riferire alle forze dell’ordine.