Del Potro incorona Fonseca ma avverte: “Ha carisma come Kuerten, ma dovrà gestire la pressione”
La medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016, Juan Martin Del Potro è tornato sul luogo dell’impresa, invitato dagli organizzatori del Rio Open a visitare il Jockey Club Brasileiro e vivere il weekend conclusivo del torneo brasiliano. Una prima nuova per la Torre di Tandil che da tennista non ha mai preso parte all’evento carioca. Perciò, l‘ATP 500 brasiliano lo ha voluto fortemente a Rio De Janeiro affinché potesse respirare dal vivo l’atmosfera dell’appuntamento principe della stagione sul rosso sudamericano, ma anche per avere un ospite d’eccezione a cui domenica far consegnare il trofeo al vincitore. Perciò, Delpo avrà l’onore di incoronare il nuovo campione, e nella conferenza organizzata ad hoc per il ritorno a 9 anni di distanza da quella meravigliosa semifinale vinta contro Rafa Nadal – in rimonta per 5-7 6-4 7-6(5) – si è detto super entusiasta di essere nuovamente a Rio, dove ha scritto una delle pagine più luminose della sua carriera.
La superficie sbagliata per il momento del calendario
“Sono molto felice di essere qui a Rio, un posto che mi riporterà sempre ricordi felici dopo le Olimpiadi del 2016 e che ha un posto speciale nel mio cuore. È un peccato non essere mai potuto venire qui come giocatore, ma sono contento di essere stato invitato in questa occasione. È veramente un gran peccato che questo evento si sia sempre giocato su terra, perché se non fosse stato così sarei venuto volentieri a giocare qui piuttosto che andare in Europa o a Dubai, ad esempio. Sarei stato contentissimo di iscrivermi se si fosse disputato sul cemento. La superficie è qualcosa di molto importante per noi tennisti, basti vedere cosa è accaduto ad Acapulco. Erano soliti avere giocatori tra i primi 50, tra i primi 100 quando il torneo era su terra battuta. Ora che hanno convertito i campi dalla terra al cemento, hanno in gara praticamente tutti i primi 10 del mondo, il che è fantastico per l’evento perché finisce per attrarre molti più fan“.
La rivalità Brasile-Argentina nel tennis scopre un nuovo rispetto
Nonostante fin dall’alba dei tempi, non solo nel calcio e nello sport in generale, affondi le sue radici l’eterna grande rivalità tra Brasile e Argentina il campione Slam dello US Open 2009 ha dichiarato di aver avvertito sempre grande sostegno e affetto da parte tifosi brasiliani e che adesso, allo stesso modo, ammira molto i suoi connazionali per come stanno abbracciando la stella nascente di João Fonseca, la scorsa settimana vincitore del suo primo torneo ATP proprio nella capitale albiceleste a Buenos Aires: “Penso che sia fantastico quando puoi trascendere lo sport e la rivalità per abbracciare semplicemente la grandezza. João sarà un grande giocatore ed è stato bello vedere gli argentini tifare per lui. Ha carisma, qualcosa che aveva anche Guga Kuerten il quale è sempre stato accolto a braccia aperte in Argentina“.
Il potenziale di Joao Fonseca e la gestione delle pressioni
Da straordinario campione qual è stato, Del Potro naturalmente ci tiene però a ricordare che Fonseca sia appena maggiorenne e che perciò sia ancora troppo giovane per caricarsi sulle spalle la pressione di un intero continente sociale qual è il Sudamerica: “Ha un sacco di potenziale, ma le persone devono rendersi conto che ha solo 18 anni. Sta evolvendo molto velocemente nel suo gioco, sia fisicamente che in classifica. Ma bisogna considerare tutta la pressione che si ritrova e la gestione della parte nervosa che ne comporta. Il Brasile è molto simile all’Argentina in questo senso. Un giorno sei il migliore e quello dopo puoi essere il peggiore. Da sudamericano spero davvero che possa vincere uno Slam perché quando uno vince aiuta tutti gli altri. Sarebbe fantastico per il tennis latinoamericano“.