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“Ricevo avances soprattutto dal mondo maschile. Dopo un’operazione, ero nudo e nacque la leggenda delle mie mutande”: Matteo Bassetti a tutto tondo

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Matteo Bassetti, direttore della Clinica universitaria di malattie infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, e uno dei volti più noti tra i medici che si sono esposti durante il Covid, pubblica il quarto libro dal titolo “Essere Medico”. Un volume “molto introspettivo. È il libro della conciliazione. I tre precedenti erano stati divisivi. Con questo voglio riavvicinare la gente”, ha dichiarato a Il Corriere della Sera.

In effetti Bassetti ricorda anche di come sia cambiato il suo approccio in corsia: “In passato obiettivamente avevo avuto alcuni problemi nel rapporto con i pazienti e i loro parenti. Muore un anziano, arrivano i familiari. Con loro mi rivolgo utilizzando espressioni molto forbite, da medico. Poi dico: ‘Il cadavere è di là’”. Percepii negli occhi di quelle persone un gelo totale”.

Oggi le cose sono cambiate soprattutto in seguito alla morte della madre “si ammalò nel 2018: tumore al pancreas. Si aggravò nel pieno della seconda ondata della pandemia. Vederla sola, senza potere avere, negli ultimi mo- menti della sua vita, la vicinanza della famiglia, fu terrificante. Mi chiedeva continuamente: Quanto vivrò?”.

Bassetti è “figlio d’arte”, infatti Dante è stato uno stimato primario a Malattie infettive a Genova, scomparso nel 2005. “Al suo funerale ci mancava poco che mi dicessero di seguirlo nella tomba. – ha dichiarato – Lui mi ha dato i geni però la carriera me la sono fatta da solo. Oggi, nel mio campo, ho il curriculum più forte in Italia, con un H-Index di 115 che, se consente, è veramente eccessivo. Il più alto degli infettivologi è 10-15 punti sotto”.

Per questo Bassetti ha fermato il figlio: “Lui voleva iscriversi a Medicina, ma gli ho detto: tuo nonno è stato un grandissimo di questo mestiere, tuo padre anche. Tu vivresti di confronti. Si è iscritto ad Architettura”.

Popolarissimo durante il Covid Bassetti però mette le mani avanti sui colleghi: “L’unico sopravvissuto sono io. La Viola è una donna piacente che però di malattie infettive non ha background. Palù è un fenomeno in laboratorio, ma non ha mai visto un malato. Pregliasco è un professore di Igiene. Io alla sera quando andavo in tv, riferivo quello che avevo visto in reparto”.

La popolarità si estnde anche sui social e non solo. Non è un mistero che Bassetti è considerato, per il suo fascino, icona gay. E lui stesso ne è consapevole: “Ricevo tantissime soprattutto dal mondo maschile. I social sono un mondo. Con mia moglie ci vogliamo molto bene. E resto un eterosessuale convinto”.

Infine un aneddoto, ma più che altro una leggenda ospedaliera: “Mi operano, mi sveglio. Morale: ero nudo. In pratica nacque la leggenda delle mie mutande. Dicevano: se le saranno prese un’infermiera o qualche dottoressa”.

L'articolo “Ricevo avances soprattutto dal mondo maschile. Dopo un’operazione, ero nudo e nacque la leggenda delle mie mutande”: Matteo Bassetti a tutto tondo proviene da Il Fatto Quotidiano.




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