Cosa nostra, operazione contro il clan Mazzei: 18 arresti tra Catania e Milano. “Controllo del territorio con estorsioni e traffico di droga”
Diciotto persone sono state arrestate tra Randazzo (Catania) e Milano nell’ambito di un’operazione, denominata “Saracena”, contro un gruppo mafioso legato alla famiglia Mazzei, clan di Cosa nostra catanese che operava nei comuni di Bronte, Maniace, Maletto e zone limitrofe. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Catania ed eseguita da oltre duecento carabinieri del Comando provinciale, ipotizza a vario titolo i reati di associazione mafiosa, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini, avviate a fine 2020 dal Nucleo operativo dei Carabinieri di Randazzo con il coordinamento dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, hanno permesso di individuare anche gli elementi apicali del clan, che, secondo l’accusa, gestiva un vasto giro di estorsioni ai danni di imprenditori locali, un fiorente traffico di stupefacenti e controllava le attività dell’area di sua “competenza”.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dopo l’arresto nel novembre 2020 dei vecchi capi Salvatore Catania e Montagno Bozzone, al comando del clan Mazzei è salito Eugenio Spitaleri, che ha consolidato il proprio ruolo di vertice intensificando estorsioni a imprenditori locali e traffico di cocaina e marijuana, anche grazie a una rete di corrieri e spacciatori, alcuni dei quali sono stati vittime di intimidazioni da parte della cosca. Dalle indagini è emersa anche un’altra articolazione del clan, il gruppo Lo Cicero, attivo tra Adrano e Bronte e diretto, appunto, da Cristian Lo Cicero.
Il clan utilizzava nomi in codice, evitando di specificare dettagli nei loro incontri e ricorrendo a telefoni occasionali e sim intestate a estranei al gruppo. Capillare il controllo del territorio: in diversi episodi, dopo il passaggio delle forze dell’ordine, gli affiliati hanno chiesto ai residenti informazioni sui motivi della loro presenza, raccogliendo dettagli utili per la loro attività. L’accusa contesta quattro episodi di estorsione nei confronti di imprenditori locali: in particolare, secondo la Procura Spitaleri ha imposto la propria “protezione” a un’importante azienda attiva nel commercio delle fragole di Maletto, tentando di estendere tale imposizione ad altri imprenditori del settore attraverso richieste di percentuali sugli incassi.
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