Omoda 9 Super Hybrid, la prova de Il Fatto.it – L’ammiraglia che non ti aspetti (e non sembra cinese) – FOTO
C’era una volta un convento immerso nei vigneti, a due passi dal cuore della Franciacorta. I frati ci vivevano secondo la regola di san Benedetto: ora et labora, prega e lavora. Oggi è un resort a cinque stelle, con spa panoramica e bottiglie da collezione. Ma qualcosa di quella quiete antica sembra essere rimasto, almeno nel silenzio perfetto con cui la Omoda 9 SHS lascia la corte lastricata e si avvia verso le strade che portano a Sarnico e al lago d’Iseo.
È l’ammiraglia del marchio Omoda, il brand più ambizioso di Chery (primo gruppo cinese per esportazioni), e nasce per sorprendere. Perché questa super ibrida da 537 cavalli è diversa da qualsiasi cosa ci si possa aspettare sotto i 52.000 euro. Linea elegante, scolpita, cerchi da 21 pollici, profilo aerodinamico (Cx 0,308).
Ma è all’interno che cambia tutto. L’abitacolo è un mix riuscito di lusso, comfort e tecnologia. I rivestimenti sono in vera pelle Nappa, le poltrone anteriori massaggianti, riscaldabili e ventilate. Il bracciolo è refrigerato – dettaglio che inizia a fare la differenza quando le code estive si allungano – e davanti al conducente un doppio display da 12,3” comunica con l’head-up a realtà aumentata. Il sistema audio Sony, con 14 altoparlanti più due speaker nei poggiatesta, regala un’esperienza da cinema. Tutto connesso, tutto aggiornabile via OTA. Sembra una Mercedes. Ma non lo è.
E non è solo questione di pelle e luci soffuse. È il modo in cui si muove che convince. La piattaforma ospita un sistema Super Hybrid con trazione integrale intelligente, tre motori elettrici (due all’anteriore e uno al posteriore) e un 1.5 turbo benzina ciclo Miller ad altissimo rendimento. In tutto fanno 537 cavalli e 650 Newtonmetri.
Il cambio DHT a 3 rapporti lavora con discrezione, mentre le sospensioni CDC a controllo elettromagnetico leggono l’asfalto 1.000 volte al secondo. Risultato: l’Omoda curva piatta, digerisce i dossi senza rimbalzi e scatta da 0 a 100 in 4,9”. Non basta? Parliamo di efficienza. Grazie alla batteria CATL da 34,5 kWh e al serbatoio da 70 litri, l’autonomia complessiva supera i 1.100 km. In elettrico puro, si percorrono fino a 145 km (181 in città), e il consumo medio WLTP è di appena 1,7 l/100 km. Quando si scarica la batteria, resta sotto i 7 l/100 km. Per ricaricarla dal 30 all’80% bastano 20 minuti.
Il confronto diretto con i benchmark europei (XC60, X3 e Santa Fe) dice che, su carta, la Omoda vince per autonomia elettrica, prestazioni e rapporto prezzo/dotazioni. Costa 51.900 euro, tutto incluso, e scende a 45.400 con le promozioni lancio. In più, 7 anni di garanzia (8 su batteria) e un piano di assistenza che promette di crescere in fretta.
Sinceri? Non ce l’aspettavamo così curata, silenziosa, piacevole. In sintesi, così “europea”. L’Omoda 9 SHS segna un punto importante: anche la Cina ha imparato che il lusso non è solo mostra, ma anche sostanza.
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