L’uragano Musk è già passato, ma ha mostrato il lato crudele e disumano del conservatorismo Usa
L’uragano Musk si è abbattuto sulla politica americana. Come fanno tutti gli uragani, ha scaricato la sua violenza in pochi giorni, per lui settimane, e poi si è ritirato. Doveva essere un uragano di categoria cinque, invece è stato un uragano di categoria minore, ma ha lasciato lo stesso dietro di sé la consueta scia di distruzione e morte.
Come per i veri uragani, anche l’uragano del miliardario ha preso forza dal riscaldamento globale, in questo caso quello della politica americana, ora più polarizzata che mai. Che cosa possiamo dire al riguardo? Sicuramente l’uragano Musk è stato un totale fallimento, anche se la sua eredità si sentirà ancora per molto. Un fallimento sul piano economico, ma soprattutto su quello morale e umanitario. Musk ci ha mostrato un lato del conservatorismo MAGA che finora era rimasto nell’ombra, la sua intrinseca crudeltà e disumanità, cioè il disprezzo per la vita umana.
Sul primo aspetto, quello economico, l’analisi è piuttosto semplice. Come i principi medioevali venivano incaricati di svolgere dal sovrano nobili funzioni, anche Musk è stato posto da Trump a capo del Doge, il nuovo ente che doveva portare a compimento una riduzione epocale della spesa pubblica. Il taglio programmato e sbandierato ai quattro venti era di circa mille miliardi (un quarto del totale) così da ridimensionare in maniera sostanziale il peso dello Stato. Da qui ha preso il via una serie indiscriminata di tagli all’istruzione, alla ricerca, alle varie missioni pubbliche che però ha raggiunto, per fortuna, appena un decimo del previsto. I contabili di Musk hanno imbrogliato un po’ i conti con duplicazioni e finti interventi per gonfiare i risultati. Insomma il risultato eclatante, nonostante l’energia del miliardario bianco, non è arrivato e ci si è fermati a quota 100 miliardi.
Sul piano del ridimensionamento del personale federale si è avuto lo stesso risultato, dichiarazioni roboanti ma per fortuna applicate in malo modo. Dai dati sembra che Musk volesse applicare il metodo di Pareto. Il grande economista italiano è noto per la sua legge del 20/80 che sta a significare che in un’azienda il 20% dei prodotti realizza l’80% del fatturato. Con questa convinzione in mano, Musk ha licenziato l’80% dei dipendenti di Twitter pensando che bastasse la quota rimanente. L’inizio è stato un disastro, anche in borsa, ma poi l’uso politico del social network lo ha salvato dalla catastrofe. Lo stesso ha tentato di fare con i dipendenti federali, ma questa tecnica dei licenziamenti di massa non poteva funzionare nel pubblico, dove i vari servizi non possono essere sostituiti dalla tecnologia e da programmi esperti. Poi ci sono anche i tribunali per la tutela del lavoro.
Alla fine, di fronte a questa missione del Doge diventata impossibile, il miliardario ha cercato la fuga e l’ha trovata nella critica al BBB, la nuova legge fiscale di Trump che aumenterà di qualche migliaio di miliardi il già enorme debito pubblico. Musk si sarà stufato di fare il cattivo censore per un sovrano spendaccione che poi, per ringraziarlo, gli ha fatto perdere finora la bellezza di 150 miliardi in borsa, dollaro più o dollaro meno.
Queste vicende economiche non stupiscono perché si inseriscono in questa fase impazzita della democrazia americana, e le abbiamo viste anche altre volte, anche se con intensità molto minore. Non abbiamo mai visto invece un distruttore, in questo caso Musk e il movimento MAGA, completamente indifferenti alle sofferenze umane che sta generando. Mi riferisco, in particolare, ai tagli drastici ai progetti di aiuto e sostegno umanitario internazionale, i programmi finanziati dall’UsAid. Questi progetti dal costo complessivo di circa 60 miliardi, ormai attivi da decenni, non solo hanno avuto lo scopo di sostenere le poverissime popolazioni colpite da malattie e carestie, ma hanno generato quello che gli studiosi di scienza della politica chiamato una specie di soft power, molto utile nelle relazioni internazionali.
Musk ha distrutto tutto questo, lasciando così il campo aperto alla diplomazia cinese. Gli esperti hanno stimato che la riduzione dei contributi Usa fino all’80% dei programmi UsAid provocherà più di 300.000 morti, due terzi dei quali bambini. Era necessaria questa catastrofe umanitaria per salvare il bilancio federale? Difficile pensarlo. Ecco allora che Musk nella sua indifferenza ha aggiunto una nuova venatura al movimento MAGA: quella della crudeltà. Il capitalismo attuale non solo è vergognosamente dalla parte dei ricchi, ma ha dimenticato completamente la sua tradizionale filantropia umanistica ben radicata fin dal secolo scorso.
Dopo aver abbandonato il principio del libero commercio, della tutela dello stato di diritto, del bilancio pubblico in pareggio e altro ancora, il movimento di Trump ha inferto un altro duro colpo al tradizionale movimento conservatore, che oramai è solo la parodia di se stesso. Toccherà anche ai conservatori americani una specie di woke (risveglio) dall’incubo trumpiano? Speriamo di sì e quanto prima.
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