F1, Kimi Antonelli vincerà una gara già quest’anno? Calma, i successi dei rookie sono merce rarissima!
Il terzo posto conseguito da Andrea Kimi Antonelli nel Gran Premio del Canada ha permesso all’Italia di tornare sul podio in una gara di F1 per la prima volta dopo 16 anni scarsi. Chiaramente, l’accaduto ha catalizzato l’attenzione anche di una fetta di pubblico estranea al novero degli appassionati abituali, generando subito l’attesa per la prima vittoria del teenager bolognese.
Al riguardo, è doveroso muoversi con i proverbiali piedi di piombo, partendo dal presupposto che, nel Circus, l’Inno di Mameli non viene fatto risuonare dal pilota dal lontano 19 marzo 2006, quando Giancarlo Fisichella si impose nel GP di Malesia. Antonelli, quel giorno, non era ancora nato! Era “in cantiere”, per così dire, nel grembo della donna che lo ha messo al mondo.
L’attesa per un successo tricolore è quindi elevata e, per durata, ha ampiamente superato il decennio abbondante intercorso fra l’affermazione di Riccardo Patrese in Giappone nell’ottobre 1992 e quella del già citato Fisichella in Brasile, nell’aprile 2003. Il digiuno corrente è già quasi doppio rispetto a quello più lungo mai verificatosi in precedenza.
Cionondimeno, è doveroso sottolineare come Antonelli sia un rookie, ovverosia un esordiente. Dunque, ampliando gli orizzonti e ragionando senza considerare il passaporto dei piloti, ci si renderà conto come ottenere una vittoria nella propria prima stagione in F1 sia una rarità assoluta. Se si guarda all’ultimo mezzo secolo, si realizzerà di come i soli Lewis Hamilton nel 2007 e Jacques Villeneuve nel 1996 siano stati capaci di tanto!
Qualcuno potrà obiettare che, per vincere, è necessario avere l’auto in grado di farlo. Aggiungendo magari che protagonisti contemporanei quali Fernando Alonso e Kimi Räikkönen hanno primeggiato non appena hanno messo le mani su una vettura competitiva, oppure che lo stesso Sebastian Vettel abbia precorso i tempi, primeggiando con una Toro Rosso durante la sua seconda stagione in F1, la prima però completa. Discorso che può essere applicato anche a Michael Schumacher, Damon Hill o addirittura a Gilles Villeneuve, con i dovuti distinguo, tornando indietro nel tempo.
L’obiezione di cui sopra potrebbe essere rafforzata ulteriormente, aggiungendo che l’auto per vincere, Antonelli, ce l’ha, in quanto Russell è passato per primo sotto la bandiera a scacchi del Canada. Tutto vero. Resta però il fatto che i piloti capaci di ottenere un’affermazione nella propria annata d’esordio nel Circus sono l’eccezione, ed è questo il dato da tenere sempre a mente.
Dunque, non ci sarà da essere delusi se il bolognese non dovesse vincere nessuna gara nel 2025. Peraltro, non sta scritto da nessuna parte che Mercedes possa ripetersi sul livello di Montreal (la stessa Ferrari a Montecarlo ha mostrato un volto anomalo). È giusto avere grandi aspettative sul teenager italiano, ma non bisogna dimenticare come sia stato letteralmente catapultato in F1 dal corso degli eventi, con un discreto anticipo rispetto ai tempi prefissati da chi ne ha curato la crescita agonistica.
Quindi bravissimo per il podio e ben venga l’interesse attorno al numero 12. Però, al contempo, è necessario mettere ogni situazione nel giusto contesto. Quello di Antonelli è di essere un rookie e, generalmente, in F1 i rookie non vincono.