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Dove li prendiamo i nuovi medici stavolta? Cuba? Antille? O su Marte?

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di Angelo Bianco

Nella nuova legge di bilancio, udite, udite, si dispone di assumere ben 6000 infermieri e riben 1000 medici e c’è chi ne fa, addirittura, un manifesto euforico di impegno economico sacrificale, sudore mai profuso prima sulla Sanità terrestre da quando l’uomo ha inventato la mutua.

Adesso, da cittadino qualunque, bandendo solo per un attimo, la ragione e, da medico o infermiere, la rabbia, di destra e di sinistra che si sia, ognuno scelga la sua parte, posso chieder a lor signori onorevoli, nel mentre vi state asciugano cotanto sudore: quante regioni italiane pensate possano essere saldate, nel bisogno effettivo di personale sanitario, da questi numeri, una? Due? Tre a considerare il Molise?
E, soprattutto, quella che mi incuriosisce di più, dove li troverete i ben e gli altri riben?
Sempre a Cuba? Magari, Antille? Forse, Triangolo delle Bermude?

Ai concorsi ultimi di Medicina d’Urgenza, a Genova e non a Burburuso di Sotto, si è presentata una persona sola ed è subito stata fatto oggetto di ricerca scientifica, è sicuramente un alieno che si era smarrito nel traffico dei carrugi. La Chirurgia Generale, la regina delle specializzazioni del miei tempi, anche a Burburuso di Sopra è scansata dai giovani medici come la peste, solo a nominarla compaiono i primi sintomi di burn out ed orticaria.

Non va meglio per la Medicina Interna, specie in via d’estinzione, sia a sopra che a sotto Burburuso e provincie. Intanto, proliferano gli studi di Medicina Estetica, l’ozono terapia e le cliniche private, che offrono due esami al prezzo di uno e, qualcuna, anche lo sconto comitiva.

La narrazione è facile.
La colpa delle liste d’attesa a babbo morto è del medico che esercita l’intramoenia perché “se pago, ho la visita domani”, quando sarebbe più facile capire che l’attività di libera professione è esercitata dal medico FUORI dall’impegno orario, previsto dal contratto quando, cioè, io potrei andare a raccogliere margherite sul prato anziché ritornare ad indossare il camice.

A fare due conti, considerata la diversa responsabilità tra cesoia e fonendoscopio, forse, vendere un mazzo di fiori mi renderebbe di più che il 30% netto che ricavo dalla parcella che il paziente paga allo sportello. I reparti ospedalieri del povero SSN, intanto, sono retti dagli altrettanti poveri specializzandi, che vengono assunti in fretta e furia già a metà percorso formativo e sbattuti, ancora con più fretta e furia, in trincea di sala operatoria e di pronto soccorso.

Altra facile narrazione.
“Hanno il vincolo tutoriale” ma intanto il tutor è impegnato a fare anche altro e non si può clonare, di uno e trino ne è vissuto uno solo e anche male e morto peggio e, allora, io speriamo che me la cavo.
Io ho il terrore dell’aereo, dubito che resterei al mio posto, a cintura stretta, se a fare i saluti di rito fosse un ufficiale specializzando ma “tranquilli, accanto c’è l’esperto, adesso è solo andato a fare pipì, torna subito”, anzi, adesso che ci penso, fatemi scendere subito, scappa anche a me!

A terra, d’altra parte, ci sono già in tanti, vinti e vessati, nella loro antica passione, da stipendi inadeguati, cause legali ad ogni sfrondar di foglie e ritmi di lavoro disumani, con buona pace delle regole contrattuali, il più grande esempio di uso inutile della carta da quando l’uomo ha inventato il papiro.

Ultima delle narrazione facili.
Tutte le elezioni si vincono promettendo nuovi Ospedali, la panacea della crisi del SSN.
Si fa la gara, da destra e da sinistra, a chi li promette più ipertecnologici, ibridi, diesel, plugin e psichedelici, a chi farà la scatola più bella e, allora, la domanda mi ritorna in mente, adesso che la vostra, signori onorevoli, è asciutta, ribandendo, per l’ultima volta, la ragione anche se diventa più complicato tenere a bada, invece, la rabbia.

Sciolto il laccio, stappato lo spumante “doc”, aperto il coperchio, dentro chi ci troveremo a lavorare?
Gli alieni?

L'articolo Dove li prendiamo i nuovi medici stavolta? Cuba? Antille? O su Marte? proviene da Il Fatto Quotidiano.




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