MotoGP, KTM ci sarà anche nel 2027. Solo con il Factory Team e con la priorità di trattenere Acosta?
In questi giorni si sta giocando una partita di capitale importanza per il futuro della MotoGP. Se ne parla poco, perché il match si svolge a porte chiuse, nel senso più letterale del termine. Difatti, le soglie in questione, sono quelle delle aule in cui si svolgono consigli di amministrazione e riunioni aziendali. Nel caso di specie, quelli della KTM.
È risaputo come il colosso austriaco sia inaspettatamente finito in pessime acque finanziarie, tanto da aver seriamente rischiato il fallimento. In primavera, la Casa di Mattighofen ha evitato il collasso grazie a un parziale condono degli ingenti debiti contratti e all’ingresso nella società di nuovi capitali di matrice asiatica. La maggioranza dell’azienda è stata acquisita da Rajiv Bajaj, facoltoso imprenditore indiano, che ha cominciato una radicale ristrutturazione.
Chiaramente, il businessman è partito da un ambito ben più ampio del comparto racing, che rappresenta solo una delle tante articolazioni di KTM. Cionondimeno, la riorganizzazione interna sta per raggiungere anche il settore sportivo. Al riguardo, il cielo si era fatto fosco. Vista l’imminente necessità di riprogettare completamente le MotoGP, che nel 2027 saranno totalmente diverse da quelle attuali, si vociferava di un possibile disimpegno del marchio austriaco dal Motomondiale.
Se così fosse, la griglia della classe regina scenderebbe a 18 unità e i costruttori si ridurrebbero a quattro. Non va inoltre dimenticato come KTM sia fortemente impegnata in Moto3, dove dove fornisce 16 moto a 8 Team diversi. I budget per il prossimo anno sono già stati stanziati, ma poi cosa accadrà?
Bajaj, in un’intervista all’emittente indiana CNBC TV18, ha genericamente parlato della necessità di dimezzare i costi. Cosa significa tutto ciò? Ne ha parlato Pit Beirer, capo della sezione sportiva, in un’intervista con il portale specializzato speedweek.com.
“Le dichiarazioni di Bajaj sono lo specchio della situazione attuale. Vi posso dire che non ci saranno compromessi riguardo alla qualità del nostro impegno. Vogliamo gareggiare per vincere e vogliamo continuare a farlo in futuro. Io vi posso dire di aver ricevuto ufficialmente il compito di sviluppare il nuovo motore da 850cc da utilizzare dal 2027 in poi. Nessuno, al vertice dell’azienda, avrebbe approvato questo ordine se non ci fosse la volontà di restare in MotoGP”.
Tuttavia, il cinquantatreenne tedesco ha aggiunto che “Nella Dakar ridurremo il numero di piloti factory, scendendo da 8 a 3. È una decisione dolorosa, ma necessaria per garantire la competitività di KTM in futuro. Come detto, se dobbiamo scegliere tra qualità e quantità, non abbiamo dubbi a puntare sulla prima”.
Insomma, leggendo tra le righe, si evince come KTM ci sarà anche nel 2027. Però, con quante moto? Attualmente ne schiera quattro (le due del Factory Team e le due, parimenti ufficiali, gestite dalla struttura Tech3, recentemente acquisita da Günther Steiner). Sarà così anche fra due anni, oppure si dimezzerà l’impegno al solo team interno?
Non va dimenticata una dinamica, ossia la pianificata rivoluzione della Moto3, che dal 2028 diventerà un monomarca. Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma le indiscrezioni affermano che Dorna avrebbe deciso di affidare a Yamaha la prima categoria formativa. Questo, chiaramente, consentirebbe a KTM di disimpegnarsi in maniera naturale, razionalizzando ulteriormente gli sforzi e le risorse destinate al comparto agonistico.
A latere, è evidente come il futuro dei quattro piloti MotoGP attualmente sotto contratto possa essere condizionato dalle mosse dell’azienda. Gli accordi con Pedro Acosta, Brad Binder, Enea Bastianini e Maverick Vinales scadono tutti a fine 2026. Stando alle parole di Beirer, ossia privilegiare la qualità, è palese come la priorità sarà trattene Acosta, pezzo pregiato del mercato e concupito da tutte le aziende rivali, Ducati compresa.
