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Nikolaj Memola: “Molto legato alle radici russe. L’Italia può ambire a risultati mai visti prima”

Il pattinaggio artistico nostrano sta vivendo uno dei momenti migliori della sua storia, con l’Italia che può davvero sognare una medaglia nella prova a squadre alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Un evento olimpico che potrebbe vedere protagonista anche Nikolaj Memola, uno dei talenti più promettenti del nostro pattinaggio, capace di conquistare una splendida medaglia d’argento agli ultimi Europei e di chiudere al decimo posto ai Mondiali. Una crescita costante quella del 21enne di origini russe per via della mamma allenatrice, che ha ben chiari i propri obiettivi per questa stagione e per quelle successive.

Cosa è cambiato nei tuoi programmi, sia nel corto sia nel libero, rispetto alla passata stagione?
Ho aggiunto un quadruplo nel programma corto (pianificando quindi quadruplo flip e quadruplo lutz) e aggiungendone un ulteriore nel programma lungo (due quadrupli lutz e quadruplo flip)“.

La competitività all’interno della squadra azzurra è elevata e questo porterà uno tra te, Rizzo e Grassl a rimanere fuori dalle Olimpiadi. Come si gestisce questa situazione?
“Personalmente trovo stimolante la competizione interna e mi sento di dire che per la prima volta ho veramente fame di un determinato obiettivo. Questa competizione interna mi ha portato a incrementare l’aspetto tecnico e mi ha dato benzina per alimentare i miei sforzi. Detto ciò, trovo che il livello in Italia sia elevato come non mai e questo mi dà anche molta soddisfazione, perché ciò vuol dire che in qualche modo i miei risultati e quelli degli altri ragazzi hanno incrementato la voglia e la competitività”.

L’Italia punta molto sulla prova a squadre alle Olimpiadi. Un’eventuale medaglia può cambiare una carriera?
“Assolutamente sì. Una medaglia olimpica ti cambia la vita in tutti i sensi, sia in ambito sportivo che personale. Penso che tutti noi atleti italiani abbiamo come obiettivo quello di rendere al meglio nella gara a squadra, perché adesso come non mai le possibilità sono a nostro favore. L’Italia è finalmente competitiva in tutte le categorie e questo potrà sicuramente portare risultati mai visti prima”.

Su quali elementi tecnici stai lavorando in particolare?
In realtà in questo momento sto cercando di migliorare di più la parte artistica, perché bene o male in allenamento i quadrupli sono abbastanza consistenti. La chiave è sicuramente riuscire ad implementarli riducendo al minimo la percezione di difficoltà da parte del pubblico e della giuria”.

Quali sono le musiche dei tuoi programmi e da cosa sono state ispirate?
“Il corto è sulle musiche della Tosca, capolavoro italiano e di fama mondiale. Questa musica è stata scelta per omaggiare l’Italia in un anno così importante per noi atleti italiani. Invece il lungo è sulle musiche di Scheherazade, composta dal russo Nikolaj Rimsky-Korsakov. Anche questa scelta è dettata dal celebrare un lato della mia persona, ovvero quello russo. Mia mamma è russa e ho un forte legame con la storia e la cultura di questo paese. Mi sembrava giusto omaggiare entrambe le mie radici”.

Proprio tua mamma, Olga Romanova, è anche la tua allenatrice. Come riuscite a tenere separate le due sfere?
È sicuramente complesso e richiede moltissimo impegno da entrambe le parti. Ovviamente la separazione totale non sarà mai possibile perché vivendo insieme in qualche modo una parte influenzerà sempre anche l’altra, però in qualche modo abbiamo trovato un equilibrio che sembra stia funzionando alla grande. Cerchiamo di non discutere per evitare di rovinarci l’umore e soprattutto abbiamo totale fiducia l’uno nell’altro, fondamentale per riuscire a collaborare serenamente dentro e fuori la pista“.

Chi è Nikolaj Memola nella vita di tutti i giorni?
Nikolaj è un ragazzo ambizioso sia nello sport che nella vita, però tendenzialmente ho interessi abbastanza comuni ai ragazzi della mia età. Mi piace passare il tempo con i miei amici e uscire, ovviamente con criterio poiché una parte fondamentale dell’allenamento è anche il recupero e quindi il riposo deve esserci sempre. Quando ho un po’ di tempo libero mi piace passarlo all’aria aperta con il mio cane. In ogni caso nella vita di tutti i giorni è comunque sempre presente il pattinaggio in ogni modo, raramente riesco a dimenticarlo e quindi diciamo che la sua influenza mi porta spesso a fare scelte legate ad esso, ogni tanto trascurando la sfera personale”.

Andando oltre a Milano Cortina, possiamo dire che il tuo progetto è a lungo periodo e guarda già al 2030?
“Assolutamente sì. Come ho già detto in occasioni diverse, le Olimpiadi di Milano Cortina per me non sono un punto di arrivo ma un punto di passaggio. Non ho nessuna aspettativa e soprattutto non voglio plasmare la mia vita in base a questa gara, perché sono sicuro che andrei a perdere un po’ la percezione della realtà. La mia vita, in questo momento, è ovviamente proiettata al raggiungere la qualifica per le Olimpiadi imminenti, ma ritengo di avere ancora molto da crescere e quindi il mio focus è sulle prossime stagioni”.




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