Skeleton, l’Italia si lancia con il coltello tra i denti verso la Coppa del Mondo e Milano Cortina 2026
L’Italia dello skeleton è viva e combatte nella mischia del massimo circuito senza complessi di inferiorità. Si ricomincia dopo una stagione deludente. Il fatto che un’annata nella quale è comunque arrivato un podio – quello di Amedeo Bagnis, terzo a St.Moritz – venga considerata “sotto le aspettative”, dimostra la forza e le ambizioni del movimento azzurro, che da anni lavora per Milano Cortina 2026.
Il punto è che il già citato Bagnis ha vissuto un 2024-25 inferiore sia al 2022-23 (quando si fregiò della medaglia d’argento iridata) che al 2023-24 (durante il quale arrivò la prima storica vittoria in Coppa del Mondo). Nello skeleton i valori tendono a essere fluidi, dunque ci può stare che il ventiseienne piemontese abbia attraversato un periodo di (relativo) appannamento. Meglio che le polveri della classica “mina vagante” si siano bagnate lo scorso inverno e non in quello, cruciale, ormai alle porte.
Il ruolo della “mina vagante”, di chi nella giornata secca può far saltare il banco, è il medesimo recitato dalla vedette della squadra femminile, Valentina Margaglio, per la quale vale lo stesso discorso fatto per il corregionale. Viene da una stagione (molto) meno soddisfacente di quelle precedenti. Si parla di un’atleta capace, nell’arco della sua carriera, di salire sul podio quattro volte, attestandosi alla piazza d’onore in tre casi.
Chiaramente, i due piemontesi ambiranno a risollevare le proprie sorti in vista dei Giochi olimpici di casa, obiettivo supremo del 2025-26 e dell’intera carriera. Non si parla solo dell’ambito individuale, bensì anche della prova a squadre miste. Intendiamoci, la concorrenza è ampia e soprattutto spietata. Le medaglie sono tre, ma il numero degli uomini e delle donne con l’ambizione e i crismi per conquistarle è molto più ampio (almeno il quintuplo). Ognuno tragga le conclusioni del caso. Non è impossibile, vedere il tricolore sul podio olimpico. Cionondimeno, se l’eventualità non dovesse verificarsi, non sarebbe un fallimento.
Alle spalle delle due punte di diamante, altri ragazzi e ragazze stanno cercando di emergere e trovare la propria dimensione nel circuito maggiore, fermo restando come la squadra possa contare su un veterano di sicuro rendimento.
Si parla di Mattia Gaspari, trentaduenne veneto capace di tornare a livelli d’eccellenza dopo un tremendo infortunio al tendine d’Achille. La sua carriera avrebbe potuto concludersi ex abrupto anni fa, viceversa il veterano della squadra è tornato e ha dimostrato di avere ancora qualcosa da dire, soprattutto in termini di piazzamenti nella top-ten.
Per il resto, la venticinquenne Alessia Crippa viene ritenuta un prospetto promettente. Ultimamente fatica a progredire, ma non si può escludere la repentina esplosione. Sarebbe inoltre ingiusto derubricare la ventisettenne Alessandra Fumagalli o il coetaneo Giovanni Marchetti solo perché di qualche primavera più anziani. Proveranno a dire la loro, meritandosi il rispetto che va sempre conferito a chi mette in gioco la propria reputazione e salute.
