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Ноябрь
2025

Eutanasia in crescita in Europa: i casi shock di giovani pazienti psichiatrici

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«HHo lottato per metà della mia vita per arrivare al mattino successivo, e ora sono giunta al punto in cui è diventato insopportabile. Sono esausta». Siska De Ruysscher, ventiseienne belga malata da anni di depressione, il 2 novembre è morta. Il Belgio le ha concesso l’eutanasia, dopo anni di tentativi di cure insufficienti e inefficaci. È stata la giovane stessa a spiegarlo: «Penso che molte cose debbano cambiare nel sistema sanitario. Io sono il prodotto di un sistema fallimentare». Parole lapidarie. Siska aveva subito violenza a 14 anni e da allora soffriva di depressione cronica e disturbo da stress traumatico. Aveva tentato più volte il suicidio, era stata avviata a programmi di recupero: «Procedure. Liste d’attesa. Rimborsi… Sono stata rinchiusa in celle di isolamento, mi hanno sedata, mi hanno legata su barelle, ho visto gli infermieri alzare gli occhi al cielo, come per dire “eccola di nuovo qui”. Posso contare sulle dita di una mano gli operatori sanitari competenti che ho incontrato». Poi, la richiesta ufficiale di morire. Accettata e protocollata, come un cambio di residenza o un passaggio di proprietà: Siska è stata uccisa in un ospedale di Anversa. Un quadro agghiacciante, che ricorda un altro caso simile avvenuto l’anno scorso in Olanda.

Il precedente olandese: la storia di Zoraya ter Beek

Zoraya ter Beek aveva 29 anni quando le autorità sanitarie dei Paesi Bassi hanno dato il via libera alla sua morte nel maggio 2024. La ragazza era affetta da depressione, autismo e disturbo borderline di personalità. La vicenda, dai contorni distopici, aveva assunto una deriva ancora più inquietante dopo le parole della donna, rilasciate pochi mesi prima di morire, in cui spiegava che il trapasso sarebbe avvenuto nel salotto di casa, insieme al fidanzato e ai loro gatti: «Niente musica, sarò sul divano in soggiorno. Il dottore mi chiederà se sono pronta due volte e inizierà la procedura». La storia di Zoraya aveva scatenato polemiche a livello globale. Eppure, il suo non è un caso isolato.

Il boom dell’eutanasia nei Paesi Bassi

Basta guardare i dati ufficiali dell’Olanda. Stando al report del 2024 delle Commissioni regionali per la valutazione e il controllo dell’eutanasia (Rtes), le richieste di morte per mano dello Stato sono in costante crescita. L’anno scorso, le occorrenze totali nei Paesi Bassi sono state 9.958, il 10 per cento in più rispetto al 2023, passando dal 5,4 al 5,8 per cento rispetto al numero di decessi complessivi. «Al momento, non c’è motivo di supporre che il graduale aumento registrato negli ultimi anni si arresterà presto», si legge nel documento. Dei 9.753 pazienti morti, la maggioranza aveva il cancro (5.346). Seguono disturbi neurologici (681), malattie cardiovascolari (429), disturbi polmonari (346) e infine condizioni somatiche (1.791). Ben 427 casi di eutanasia hanno coinvolto persone affette da demenza. Sempre dal report: «Sei casi esaminati nel 2024 riguardavano pazienti in uno stadio avanzato di demenza che non erano più capaci di decidere […] In questi casi, le loro direttive anticipate hanno sostituito una richiesta orale».

Il nodo dei disturbi psichiatrici e dei minorenni

Ed eccoci al punto più controverso: «219 notifiche di eutanasia riguardavano pazienti la cui sofferenza era (in gran parte) causata da uno o più disturbi psichiatrici». Undici persone erano tra i 30 e i 60 anni; 78 over 60. Ben 30 decessi hanno interessato giovani tra i 18 e i 30 anni. Due casi hanno riguardato minorenni tra 12 e 18 anni.
In Olanda, infatti, così come in Belgio, anche i minorenni possono chiedere allo Stato di morire.

Geriatria, dolore cronico e “altre condizioni”

Sono stati 397 invece i casi di eutanasia messi nella categoria “Sindromi geriatriche multiple”, ovvero: «Deficit visivo, deficit uditivo, osteoporosi […] declino cognitivo».
Ma è l’ultima sezione, “Altre condizioni”, a rivelare la deriva dell’autodeterminazione senza limiti: nel 2024, 232 casi hanno riguardato pazienti con dolore cronico, malattie genetiche rare, insufficienza renale, cecità, fratture gravi o long Covid.

Il Belgio segue lo stesso trend

Passando al Belgio, il trend è il medesimo: nel 2024 le eutanasie praticate sono state 3.991, +16,6% rispetto al 2023. L’eutanasia ha rappresentato il 3,6% dei decessi totali. L’1,4% ha riguardato under 40.
Le morti per patologie psichiatriche e disturbi cognitivi sono il 2,8% del totale: oltre un centinaio di casi. Tra le cause compaiono anche “Malattie della pelle” e “Sintomi clinici anomali”.

Il caso Nys: eutanasia per trauma sentimentale

Oltre a Zoraya, il Paese fu teatro nel 2009 del caso di Tine Nys, 37 anni: un passato di disturbi mentali, una relazione finita, una diagnosi di autismo arrivata a febbraio 2010 e la soppressione due mesi dopo.

La Spagna e il caso della ventitreenne paraplegica

In Spagna ha fatto discutere la vicenda di una 23enne catalana paraplegica dopo un tentato suicidio: eutanasia concessa nonostante il ricorso del padre, bollato da alcuni media come “ultracattolico”.

La Svizzera e il turismo del suicidio

In Svizzera aumentano i casi e continua il fenomeno del turismo del suicidio. Bastano certificazioni mediche, una lettera e circa 10 mila euro.
Nel 2024 è stata inaugurata nel Canton Sciaffusa la capsula Sarco, la “Tesla dell’eutanasia”, poi dichiarata illegale. Il suo inventore, Florian Willet, morto suicida il 5 maggio.

Francia e Italia: le leggi in arrivo

In Francia si discutono due proposte di legge: cure palliative e morte di Stato. Si è escluso che la sola sofferenza psicologica possa giustificare l’aiuto a morire.

In Italia, l’Associazione Luca Coscioni non include l’accesso al suicidio assistito per pazienti psichiatrici. Ma la crescita della “cultura dello scarto” nel Nord Europa e casi celebri come quello di Diego Dalla Palma – che ha annunciato una morte programmata per i suoi 75 anni – aprono scenari inquietanti.

Il racconto di Diego Dalla Palma

Il visagista ha raccontato: «Comincio a sentire che alzarmi diventa una piccola umiliazione […] È vita?». Ha deciso che non arriverà a 80 anni, spiegando che «l’ultimo mese è tutto deciso».




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