Scacchi: Magnus Carlsen fa il bis ed è Campione del Mondo blitz. Caruana ko in semifinale
Magnus Carlsen fa il bis e tocca quota 20 titoli mondiali vinti in carriera. Di nuovo sua la corona iridata nei Mondiali blitz a Doha, e in questo gruppo di cadenze di gioco (nel caso in essere a 3’+2″) è la nona volta che arriva il successo. Il norvegese, però, passa davvero attraverso un numero di evenienze incredibile, come se non fosse bastato già quanto accaduto nella giornata di ieri.
Neanche il tempo di iniziare che, contro l’armeno Haik Martirosyan, mentre si approccia il finale il norvegese abbatte involontariamente alcuni pedoni in mezzo alla scacchiera. Consulto arbitrale rapido e arriva dopo poco la sconfitta per Carlsen, che a quel punto pare davvero fuori dai giochi. Mai, però, pensarlo tale: arrivano quattro vittorie consecutive (molto significative quelle con il cinese Bu Xiangzhi e il francese Maxime Vachier-Lagrave) che gli consentono di entrare da terzo nel quartetto dei giocatori che si vanno a contendere semifinali e finale al meglio di minimatch da 4 partite.
A questo punto, il primo è uno spaziale Arjun Erigaisi, con l’indiano che chiude a 15/19 e Fabiano Caruana a 14/19. Dopo l’italoamericano, come detto, c’è Carlsen, quindi l’uzbeko Nodirbek Abdusattorov che va a chiudere quarto con l’ultima patta, proprio contro Carlsen, e beffa di un nonnulla Vachier-Lagrave, che patta all’ultimo turno e così si vede sfuggire l’obiettivo semifinali dopo un grande torneo. A 13 finiscono anche l’americano Wesley So, l’indiano Nihal Sarin e i russi Denis Lazavik e Maxim Matlakov, entrambi (come tutti) sotto bandiera FIDE. I giocatori sono citati nell’ordine di classifica. Finisce decimo un altro russo, Daniil Dubov.
In semifinale, dunque, Erigaisi-Abdusattorov e Caruana-Carlsen. La magia, per l’indiano, improvvisamente scompare nel penultimo atto: perde sia la prima che la seconda partita e solo per una ripetizione di posizione in situazione sfavorevole patta la terza, ma a quel punto pattare è come perdere e dunque Abdusattorov va in finale con 2,5-0,5. Sull’altra scacchiera, intanto, dopo due patte ricche di spunti Carlsen e Caruana entrano nella seconda metà del minimatch con tanto da dire. Solo che il norvegese, nei finali, è una storia a parte: basta il minimo errore a Caruana per lasciargli lo spazio verso il 2-1. Costretto a forzare, il nativo di Miami sbaglia anche nella quarta partita e così è 3-1 Carlsen.
Finale Carlsen-Abdusattorov, in buona sostanza, e Magnus, con il Bianco nella prima, tradisce la sua stessa forza di finalista non capendo bene una posizione abbastanza confusa e perdendo. Questo 0-1, però, lo recupera prontamente e anche clamorosamente, vincendo un finale di Cavalli con tre pedoni per parte che in qualunque situazione sarebbe patto senz’appello. Solo che, quando Carlsen continua a giocare, è sempre un problema per tutti dal punto di vista mentale. Abdusattorov lo sa, e difatti si allontana furioso dalla scacchiera. Dopo una terza partita patta quasi “per armistizio”, nella quarta l’uzbeko cammina sul filo del rasoio in un finale di Alfieri dello stesso colore con pedone in più per Carlsen, con il Nero. Difatti, alla 60a e con 5 secondi sull’orologio, Abdusattorov non trova l’unica mossa che lo tiene in vita: alla 62a abbandona e Carlsen è iridato per 2,5-1,5.
Capitolo italiani: per Lorenzo Lodici la conclusione è da 178° con 8,5/19. La sua giornata inizia male, con una brutta sconfitta contro il cinese Meng Yihan (tatticismo mancato). Arriva poi il successo sul mongolo Sumiya Bilguun (rischia di perdere, poi trova un attacco doppio con scacco di Torre contro Re e Alfiere decisivo), ma di qui giungono tre sconfitte consecutive: subisce scacco matto dall’indiano Pentala Harikrishna (che si prende la rivincita del rapid), poi perde ancora con l’egiziano Bassem Amin e quindi un matto ancora più drammatico del precedente contro il taiwanese Adelard Bai. C’è un po’ di sorriso alla fine con il successo sull’indiano Rithvik Raja.
Nicola Altini, invece, finisce a 7,5/19, al 207° posto. La sua giornata non è proprio di quelle da ricordare, dal momento che su sei partita ne vince una sola, quella del 17° turno con il giocatore del Bangladesh Niaz Murshed. Per il resto, arrivano sconfitte con diversi giocatori esperti: a questa categoria appartengono l’indiano Krishnan Sasikiran (indiano ed ex numero 26 del mondo, 13° turno), il turco Mustafa Yilmaz (14°) e l’americano Varuzhan Akobian (19°). Per il resto, gli altri con cui Altini perde sono il kazako Daniyal Sapenov e il greco Stelios Halkias.
Nel torneo femminile, invece, vale la pena rimarcare quanto accaduto lungo il percorso. Questo perché la russa Valentina Gunina, dopo sette vittorie consecutive, sale a quota 11 in classifica, sola in testa a un turno dalla fine. Sembrerebbe fatta, e invece l’ucraina Anna Muzychuk s’inventa una performance stellare contro di lei e la elimina perché, nel frattempo, gli altri risultati mandano al secondo posto proprio Muzychuk, al primo la kazaka Bibisara Assaubayeva, al terzo l’olandese Eline Roebers e al quarto la cinese Zhu Jiner, tutte a 11/15. Quinta con lo stesso punteggio Gunina, con uno spareggio tecnico inferiore di pochissimo. Sesta la bulgara Antoaneta Stefanova a 10,5/15, delle facenti parte del gruppo a 10 finiscono nella top 10 la russa Aleksandra Goryachkina, l’uzbeka Umida Omonova, l’altra russa Anna Shukhman e la cinese Song Yuxin.
Le semifinali, perciò, sono Assaubayeva-Zhu Jiner e Muzychuk-Roebers. In una non c’è storia, con la kazaka che regola la cinese con un secco 3-0 fatto di capacità di creare difficoltà in ogni dove, mentre nell’altra le cose sono molto più incerte. Muzychuk vince la prima, Roebers la terza, nella quarta l’ucraina non si fa sorprendere dalla Difesa Alekhine giocata dall’olandese, resta in netto vantaggio fin dall’uscita dall’apertura e gioca una partita di splendida qualità tecnica, tra sacrifici e temi di promozione del pedone sulla colonna b, che le vale la finale.
Per l’ultimo atto Assaubayeva-Muzychuk la situazione è di equilibrio abbastanza generalizzato, nel senso che la prima partita finisce patta, la seconda vede un vantaggio non concretizzato da parte di Muzychuk e la terza una situazione di vera e propria “restituzione del favore” da parte di Assaubayeva. Si rende così necessaria la quarta partita, che finisse in parità darebbe luogo all’Armageddon. Non serve: in una posizione immensamente complessa a crollare per prima è la posizione di Muzychuk, il che porta Assaubayeva al successo che è il terzo in questa cadenza di gioco.
Per quel che riguarda le italiane, chiusura da 87° posto con 7/15 per Alexandra Shvedova, che all’11° turno rifila uno scacco matto in 30 mosse alla bulgara Beloslava Krasteva, facendo seguire a ciò una bella vittoria sulla spagnola Adhara Rodriguez Redondo. Ultimi turni tutti contro russe: sconfitta contro Yana Zhapova, patte contro la 14enne Diana Preobrazhenskaya e contro Anna Zhurova.
Aleksandra Dimitrijevic, invece, termina a 6/15 e al 114° posto. Dopo la sconfitta contro la turca Ekaterina Atalik, arriva una vittoria abbastanza clamorosa per come ribalta la situazione contro la polacca Katarzyna Dwilewicz, che manca un matto in 7 e abbandona quando, in poche mosse, finisce per andar vicina a subirlo. Ancora Polonia, poi, ma senza fortuna contro Liwia Jarocka e altra sconfitta con la kazaka Amina Kairbekova, mentre all’ultimo turno c’è il successo sulla libanese Nadia Fawaz.
