"Una festa della Madonna". A destra donne poco vestite e con le mani giunte, a sinistra un uomo con i tacchi a spillo, i pantaloni attillati di pelle, una maschera in viso e una croce in mano. Al centro, lei. La Madonna: il cuore immacolato di Maria in mano, vestita con l'abito candido e posta sopra un piedistallo. Proprio come fosse un'immagine sacra dipinta da chissà quale artista. E invece si tratta di una provocazione che rischia di far scattare una nuova bufera sul Perugia Pride Village.Facciamo un passo indietro. Solo 10 giorni fa la manifestazione dell'orgoglio omosessuale era finita nel vortice delle polemiche politiche a causa di un manifesto offensivo nei confronti dei cattolici. E il motivo è abbastanza semplice da comprendere: l'utilizzo della madre del Figlio di Dio per pubblicizzare un'edizione fondata sul tema della laicità ed espressamente in contrapposizione con la Chiesa. Il titolo infatti è chiaro: "Si scrive laico, si legge libero". E su Umbria24, Antonio Fabrizio di Omphalos precisava che l'evento "va ben oltre la laicità su questioni Lgbt" perché "vuole riguardare l’uso di simboli religiosi in luoghi pubblici, le modalità di distribuzione dell’otto per mille, le ingiustificate attenzioni dei media all’operato della Chiesa cattolica". E poi ancora utero in affitto, contraccezione, aborto e fine vita. Tutto lecito. Ma perché usare la Madonna?Nei giorni scorsi, al Giornale.it, Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbt e vicepresidente Arcigay, aveva giurato che "Io ero presente allo scatto e posso assicurarti che si trattava di una Drag Queen non certo della Madonna". E invece ieri sera, a margine dalla sfilata "arcobaleno" che ha dato il via alla manifestazione gay, quell'immagine ha fatto capolino di nuovo. Sulla pagina Facebook Be Queer sono state pubblicate alcune foto della festa, tra cui lo scatto in cui appare la madre di Gesù in versione omosessuale. La didascalia, stavolta, non lascia molto spazio all'immaginazione: "Come promesso, un pride della madonna".La reazione del centrodestra non si è fatta attendere. Marco Squarta, consigliere regionale di Fratelli D'Italia, attacca: "Non si può invocare il rispetto offendendo gli altri. È inaccettabile". Soprattutto se la provocazione è recidiva. ll Comune di Perugia, infatti, dopo aver chiesto (inascoltato) il ritiro del manifesto, decise di togliere il patrocinio al Perugia Pride Village. "La vera laicità, giova ricordarlo, non passa dalla legalizzazione della denigrazione dei simboli religiosi altrui ma pretende che ognuno sia pienamente rispettato nella sua scelta di credente o di non credente", aveva scritto in una nota il Comune.Omphalos la prese male, dichiarandosi "sconcertata" per la scelta fatta dall'Amministrazione. E così sembra aver optato per una nuova sfida. Portando la Madonna in veste "drag queen" al party omosessuale.
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