NICOLO' ZANIOLO: chi è?
Non sarà certo il nome di Nicolò Zaniolo a indorare la pillola della cessione Nainggolan , ma l’ultimo arrivo in casa giallorossa ha già più di qualche credenziale con cui presentarsi ai cancelli di Piazzale Dino Viola . Da Milano filtra l’appellativo di predestinato, con cui in realtà Zaniolo ha iniziato a convivere solo nelle ultime due stagioni, quando la sua maturazione calcistica lo ha portato ad attirare le attenzioni degli addetti ai lavori. Ne sa qualcosa la Fiorentina , con cui io neo romanista aveva iniziato a farsi largo nel mondo del calcio. Ma in casa viola qualcosa non aveva funzionato, tanto da optare per il taglio, al termine della stagione 2015/2016, dopo l’eliminazione degli allora Allievi Nazionali dalle Final Eight romagnole e proprio per mano della Roma di Luca Pellegrini e Mirko Antonucci . Della florida classe ’99, in effetti, Zaniolo non sembrava essere tra i talenti maggiori. Di un’annata che promette bene in vista del futuro, l’ex nerazzurro veniva schiacciato già in casa gigliata dai più quotati Gori e Sottil, ma uscendo dai confini toscani i nomi con maggiore appeal erano proprio i romanista citati qualche riga più su, uniti a Gianluca Scamacca, Davide Frattesi , gli atalantini Bastoni e Capone e gli juventini Zanandrea e Tripaldelli. Dura farsi largo lì in mezzo, ma soprattutto in avanti. Quando l’addio ai viola aveva finito per concretizzarsi, il futuro non sembrava poi così roseo.
A scommettere su Zaniolo, però, ci aveva pensato la Virtus Entella . E forse l’aria della Liguria era proprio ciò che serviva. D’Altronde, quel papà Igor che calciatore professionista lo è stato, è nato proprio a Genova, muovendosi dal settore giovanile della Sampdoria in direzione Alessandra e Aosta, prima di rimettere gli scarpini su prati liguri di Sanremese e Spezia. Ironia della sorte, Nicolò nasce proprio alla vigilia della seconda stagione del genitore con gli aquilotti. 2 luglio 1999, a Massa: stessa città del visionario pallonaro Orrico , ma anche di quel Francesco Baldini laureatosi due giorni fa campione d’Italia con l’Under 17 romanista e di Guido Ugolotti , che il giallorosso lo ha conosciuto da giocatore prima e tecnico delle giovanili poi. Una nascita fortunata, quella di Nicolò. Non fosse altro perché di lì a poco papà Igor vincerà anche un campionato, portando il suo Spezia in C1, con Andrea Mandorlini alla guida e al fianco due che per Roma ci erano passati: Fauso Salsano e Massimo Agostini.
Il calcio nel sangue e come tradizione, anche se Zaniolo senior in A non arriverà mai e i suoi gol li dispenserà in metà terza serie, con i picchi di Salernitana e Genoa , ma un passaggio anche nella Capitale, sponda Cisco Roma. Come compagno, anche Paolo Di Canio. E mentre papà gioca, Nicolò cresce e impara. Metabolizza la vita del calciatore, la vuole ripercorrere. Quando la Fiorentina gli chiude le porte in faccia, via alla Virtus Entella, insieme proprio a un romano, Mauro Semprini. È da lì che Zaniolo riparte, a suon di prestazioni. Finiscono anche per accorgersene in Federazione, dove il selezionatore Paolo Nicolato lo chiama in Under 18, per l’amichevole contro l’Austria: fosse stato solo un mese prima, si sarebbe scontrato anche contro l’Olanda di un'altra new entry giallorossa, Justin Kluivert . Alle volte, vedi il caso…
La Roma evidentemente è nel destino, perché Nicolò l’affronta e la batte con la sua Virtus Entella in campionato, finendo con chiuderle anche davanti in classifica. In Coppa Italia, invece, la musica cambia. Lì i liguri fanno bene, ma vince la Roma di Tumminello , con cui Zaniolo farà coppia qualche tempo dopo. Le prestazioni convincono infatti Roberto Baronio a includerlo nella lista dei 18 per l’Europeo Under 19. Una gratificazione per un sotto età, ritrovatosi in uno spogliatoio dove si cambiano anche Patrick Cutrone e Adjapong , oltre alla truppa capitolina composta da Marchizza , Frattesi e Pellegrini. Adesso sì che e Nicolò fa gola a tanti. Finita la stagione a Entella, lo cercano Juventus e Inter . Fanno prima i nerazzurri, mentre Zaniolo continua a essere un punto fermo nelle nazionali di categoria. A Milano cominciano ad arrivare gol e vittorie, uniti a una duttilità con cui giostra sia da rifinitore che da intermedio, a seconda delle esigenze di mister Vecchi. Non a caso arriverà un l’en plain: Supercoppa (ancora contro la Roma), Viareggio e scudetto. Il tutto, in attesa della Fase Finale dell’Europeo in Finlandia, con gli azzurrini.
Classe sì, ma anche qualche tirata di orecchie. Almeno quando è servito. Ad aprile Luciano Spalletti aveva inserito proprio il nome di Nicolò nei convocati per Bergamo, il ragazzo ha inconsciamente staccato la spina. Vizi e virtù dell’età: una settimana di allenamento scialba al rientro nei ranghi della Primavera, poi una prestazione da dimenticare contro il Torino di uno che Roma la conosce bene come Federico Coppitelli . Risultato inevitabile, un turno di stop imposto da Vecchi e l’ammonizione sul talento che non basta, se non coordinato con il sudore. Zaniolo questo sembra averlo capito. Da lì in poi, nessuno spiffero e tante prestazioni. Soprattutto 13 gol e una considerazione giunta al punto di inserirlo nella trattativa che ha portato Nainggolan a Interello. Un Zaniolo per un Ninja, ma senza paragoni irriverenti. Certo, i più dicono che il ragazzo si farà e c’è solo da attendere. Ma il nuovo inquilino del Fulvio Bernardini non è esattamente un signor nessuno.
Matteo Latini