Per il critico e saggista Vincenzo Martorella (Il Blues, Einaudi 2009) «egli, per molti osservatori è il blues: ne rappresenta le sfumature più segrete implicite, i preziosismi lessicali e le dissipatezze umane. (…) La fortuna critica di Johnson travalica il semplice apprezzamento, la mera collocazione storico-stilistica per tracimare nel campo dell’agiografia, del culto segreto e modesto di un personaggio leggendario. Insomma: secondo una celebre definizione, Robert Johnson ha tutto per essere il bluesman più mitologicamente corretto della storia». A ottant’anni …
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