Da ragazzina sognava di fare la criminologa: psicologia buia quindi, profili esistenziali, mappature del Dna, il rapporto tra natura e cultura portato all’altezza di scienza. Una curiosità per le radici profonde degli esseri umani che Gigi Hadid – celebre modella e influente instagirl con 50 milioni di follower – ha trasformato in un gioco, molto serio, per certi versi commovente, in gran parte autobiografico.

Cresciuta negli Stati Uniti, figlia di un immobiliarista palestinese nato a Nazareth e di una modella olandese, dalla sua casa di New York racconta d’essersi sempre sentita «un ponte tra culture, attenta a valorizzare ciò che unisce le persone e non ciò che le divide». Non di rado al centro di controversie (poco più di un anno fa un suo servizio di swimwear su queste pagine suscitò polemiche per un presunto caso “blackfacing”), Hadid si è sempre detta orgogliosa delle sue origini arabe. Ha posato con un hijab coperto di diamanti per la prima copertina di Vogue Arabia. Sfilato per le strade di New York contro la politica anti-immigrazione di Donald Trump insieme alla sorella Bella. E pubblicato una vignetta su Insta­gram (da quasi un milione e mezzo di “like”) dove due donne, una col velo islamico a coprirle il capo, si abbracciano e si consolano: «Questa è casa tua, e qui avresti dovuto sentirti al sicuro».

«Essere araba ed europea mi fa sentire aperta, e mi porta ad amare ogni background culturale. Abbracciare le proprie origini? Ci rende esseri umani più tridimensionali e completi». Nonostante i risultati siano ancora considerati poco precisi da una larga fetta della comunità scientifica, per andare più a fondo nella scatola di se stessa s’è sottoposta a un test del Dna, da cui ha scoperto una verità che l’ha portata a fare ulteriormente i conti con le proprie convinzioni: oltre il ventun per cento del patrimonio genetico di Gigi Hadid, ha rilevato il tampone salivale, è di origine italiana. «Tutto questo è pazzesco!», ha commentato su Twitter. Ma forse, rileggendo attentamente il suo destino, lo sapeva già.

Il suo vero nome è Jelena: qualcuno la chiama ancora così?

Mia sorella maggiore e i miei genitori. Quand’ero piccola, succedeva più che altro quando combinavo guai.

Che origini ha?

È una coincidenza incredibile, oddio, ci ho pensato solo adesso. Nasce tutto in Italia: mia madre si trovava a Capri, in attesa di me. E nella piazzetta del paese vide questa ragazzina stupenda, la più bella che avesse mai incontrato. Le chiese il nome e lei rispose “Mi chiamo Jelena”. Me l’ha sempre raccontato così, con la frase in italiano. Mi vengono i brividi, se ci penso.

Scoprire le sue origini ha modificato la percezione di se stessa?

Non parlerei di un cambiamento quanto di una conferma: tutte le volte che vengo in Italia sento una connessione profonda con il modo di sentire e comportarsi. Tutto mi appare familiare, come depositato nel mio profondo.

Perché allora ha pensato fosse “pazzesco”?

Ne parlavo col mio agente, appena letti i risultati: l’Italia ha avuto un ruolo fondamentale nel mio destino. Milano è la città dove ho sfilato più spesso, e i marchi italiani quelli che hanno maggiormente creduto in me, investendo tanto. E poi c’è il mio corpo, che è subito stato accettato così com’era.

Cosa c’era di difficile da accettare?

Ero atletica e forte. Da ragazzina ho giocato a pallavolo a buon livello, l’equitazione è sempre stata parte della mia vita, e i miei muscoli son sempre stati un grande orgoglio. Guardandomi attorno, tuttavia, mi accorgevo che le altre modelle non erano fatte così. In Italia però ho sempre sentito una grande apertura per la mia fisicità, in tutte le trasformazioni, nel mio graduale diventare donna. La prima a offrirmi sicurezza e uno specchio fedele è stata Donatella Versace: questa è la tua forza Gigi, mi disse, non cambiare mai.

Ha mai percepito che qualcosa di non completamente compreso, di misterioso, scorreva nelle sue vene?

Il mio sogno di ragazzina era diventare detective, e quell’attitudine è sempre rimasta dentro di me: osservo, ascolto, scandaglio tutto alla ricerca di verità più profonde. La conversazione con me stessa è costante, un aspetto del mio carattere che non credo sia chiarissimo a chi mi sta intorno. Negli italiani trovo un’attitudine simile; un gusto per la profondità. Unito a una predisposizione positiva verso la vita.

Quali altri aspetti del suo temperamento sente connessi all’Italia?

Una forma molto particolare di calore umano, che riesce a stare in equilibrio con la sincerità e la schiettezza.

Crede che bontà e cattiveria siano genetiche o figlie della storia di ciascuno?

In psicologia è un dibattito antico: cosa fa l’uomo, la natura o la cultura? Io credo che influiscano entrambi, ma in proporzioni molto differenti. Ciò che hai visto, l’ambiente in cui sei cresciuto sono decisivi.

È felice di avere i capelli biondi?

Sì, rispecchiano le mie origini olandesi e sono in armonia con l’alta percentuale di geni tedeschi che il mio test ha rivelato: per oltre il sedici per cento, sono nordeuropea.

Quando si guarda allo specchio sente che la sua interiorità e la sua esteriorità si rassomigliano?

Completamente. Poi mi piace giocare: quando vado a un gala in abito Versace do voce ad altri aspetti. Quando metto un jeans e una giacca di pelle, faccio parlare il maschiaccio che c’è in me.

Chi sarebbe oggi se fosse cresciuta in Palestina?

Sarei esattamente la stessa persona, per l’educazione che i miei genitori mi hanno dato. Le mie più grandi fonti d’ispirazione sono la natura, la creatività e l’arte, e le avrei coltivate anche lì.

Le è capitato di regalarlo a qualcuno il kit per il test del Dna?

Alla fine di ogni anno mi piace fare un pensiero alle persone che hanno lavorato con me, e cerco sempre qualcosa di interessante, che possa spostare la relazione dal mero ambito professionale, e promuovere una conversazione interessante. Ho capito che questo test muove sentimenti profondi, quindi la risposta è sì, l’ultima volta ne ho regalati più di ottanta.

Qualcuno ha scoperto verità “pazzesche”?

Appena ha ricevuto il pacchetto, un’importante casting director mi ha telefonato, rivelandomi d’essere stata adottata, ma di non saper nulla del proprio passato, neppure la nazione di provenienza. Per rispetto preferisco non rivelare le cose che ha scoperto, ma quella chiacchierata ci ha permesso di avvicinarci molto e parlare delle nostre esperienze più intime, come non era mai accaduto prima.

Perché è così importante in una società multirazziale come quella americana, dove le diversità sono sedimentate da secoli, andare alla ricerca delle proprie radici?

Perché per quanto le tempeste della vita ci dividano, alla fine abbiamo tutti quanti voglia di scoprire quanto siamo interconnessi, riconoscere un sentimento di fratellanza che magari rinneghiamo, ma intimamente sentiamo scorrere nelle nostre vene. Mio padre è arabo, ma dal test è risultato che le mie origini asiatiche occidentali sono molto più forti di quelle arabe per esempio: quindici per cento contro il sette, che credevo invece fosse la metà del mio essere. Questo aiuta a non plasmare la propria vita su considerazioni accidentali. A celebrare le differenze, ma allo stesso tempo alzare un inno a tutto ciò che ci tiene assieme.

Le piacerebbe avere figli?

Sì.

E come se li immagina? Riuscirebbe a descriverli?

Fisicamente non mi interessa. Ma vorrei che crescessero come mia madre ha fatto crescere me: con la possibilità di nutrire il loro spirito. E vorrei che fossero un ponte, come lo sono stata io.

100% Gigi

Il patrimonio genetico di Hadid abbraccia quattro continenti: parola di test

EUROPEAN 69.2%

- italian 21.5%

- french & german 16.7%

- british & irish 6.0%

- spanish & portuguese 4.1%

- greek & balkan 0.6%

- ashkenazi jewish 0.3%

- broadly southern-european 8.0%

- broadly northwestern-european 6.0%

- broadly european 5.9%

SUB-SAHARAN AFRICAN 0.3%

- senegambian & guinean 0.1%

- broadly west african 0.1%

WESTERN ASIAN & NORTH AFRICAN 26.9%

western asian 15.3%

north afican & arabian 7.0%

broadly western asian & north african 4.6%

EAST ASIAN & NATIVE AMERICAN 0.1%

UNASSIGNED 3,5%

Per la cover: photographer: Alasdair McLellan. Model: Gigi Hadid @ Img Models. Styling: Olivier Rizzo. Cappotto di lana Louis Vuitton. Sul viso il fondotinta liquido Superstay 24 H, nude, MAYBELLINE. Hair: Anthony Turner @ Streeters. Make-up:Lynsey Alexander @ Streeters. Manicure:Lorraine Griffin.

Digital editor @futurista_inc