Riforma giustizia 2019: Matteo Salvini “come Dio comanda”
Riforma giustizia 2019: Matteo Salvini “come Dio comanda” Salvini continua la sua battaglia personale contro Carola Rackete e […]
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Salvini continua la sua battaglia personale contro Carola Rackete e la magistratura italiana. Lo scandalo legato al csm e al correntismo riaprì quella frattura tra l’inquilino del Viminale e il potere giudiziario. Poi, con la mancata conferma dell’arresto di Carola Rackete, la situazione si è fatta sempre più tesa. Salvini ha insinuato a più riprese il possibile uso politico del potere giudiziario.
In una delle più recenti dichiarazioni del ministro dell’Interno, Salvini afferma di volere una riforma che responsabilizzi legalmente i magistrati (attraverso il licenziamento e l’allontanamento dalle funzioni preposte all’interno della magistratura) e che impedisca il passaggio dalla politica alla Giustizia.
Matteo Salvini sulla riforma della giustizia: “il giudice che sbaglia deve pagare”
“Oltre alla riforma fiscale, è assolutamente urgente una riforma come Dio comanda in questo Paese dove il giudice che sbaglia deve pagare. Deve essere una riforma che consenta di licenziare chi sbaglia. Se un giudice si candida in Parlamento, ha finito per tutta la vita di fare il giudice perché a quel punto non può più essere obiettivo e super partes. Quello che non capisco è che un giudice abbia potuto dare ragione a un personaggio del genere facendo male all’Italia. Non è una sentenza contro Salvini ma una sentenza che fa male all’Italia.”
Salvini continua a insistere, quindi, nella legalità e nella supposta prevaricazione da parte della magistratura.
Il ministro dell’Interno condivide i risultati ottenuti con il Movimento
Dopo la fine della telenovela con Bruxelles, sembra essere tornato il sereno dalle parti di Palazzo Chigi. Lo stesso Di Maio si è dimostrato in gran sintonia con il principale partner di governo, sostenendo la sua incredulità circa la decisione di scarcerare la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete. Il leader del carroccio ha voluto rimarcare che se non avessero lavorato con Di Maio e i 5 Stelle, non avrebbero portato a casa nulla.
“Quello che è giusto è giusto. I meriti vanno riconosciuti e non sono solo della Lega. A chi dice, guardando i sondaggi, fai saltare tutto e manda tutto a quel Paese, io rispondo che per me la parola data vale più dei sondaggi”.
Se non fosse per alcuni temi urgenti e molto divisivi (uno su tutti, la tav), l’alleanza tra Lega e M5S potrebbe essere giunta al suo picco – almeno fino a questo momento – per armonia e condivisione di intenti.
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